Poesie di Eldy

IMPAZZITA

Che  fai?

Che  fai?
Dove  vai?
Non puoi andare  via!
Non puoi, lo sai!
Sei  dei nostri, non puoi  andartene cosi!
Non  ti puoi staccare così da noi!
Sei come noi, nata con  noi!
Sei uguale a noi!
Ma tu credi che altrove ti accoglieranno?
Credi siano li ad aspettare te?
Noi formiamo un insieme, un tutt’uno,
e in questo tutt’uno siamo uguali,  tutte utili,
necessarie, ognuna è indispensabile!.
Credi davvero che ti lasceranno andare?
Cercheranno di ostacolarti in tutti i modi,
ti combatteranno, ti isoleranno.
Ti accerchieranno, sarai trascinata altrove!
Ti diranno che sei IMPAZZITA.
Sai come finirai?
Girovagherai senza una meta, forse per mesi, anni.
Troverai sempre ostacoli, nemici.
Ci sarà sempre qualcuno che ti combatterà!
Poi, un giorno, forse troverai un posto dove fermarti.
Li ti insedierai.
Ma allora non sarai più tu: sarai una cellula impazzita!
Sarai sola,
La tua pazzia ti porterà ad attaccare altre cellule come te,
ma sane, loro.
La tua pazzia sarà tanto violenta da riuscire a trasformare tutto ciò che ti sta accanto,
tutto ciò che tu toccherai lo contaminerai.
Si, divverrai sempre  più grande, riuscirai ad inglobare nella  tua pazzia altre  cellule.
Ingorda, sarai  sempre più ingorda. Diverrai grande, grande sempre più grande.
Infine, qualche cellula che tu hai  voluto far nascere con la tua pazzia, ti lascerà come tu hai
lasciato noi eriprenderà quel viaggio che tu hai interrotto, ricominciando lo stesso cammino che  tu pazzamente hai intrappreso.
Sarà la guerra allora.
Vi combatteranno duramente con ogni mezzo. Vi estirperanno.
Non sarà una guerra facile: vincerete molte battaglie ma verrà il giorno che vi sconfiggeranno definitivamente. Per  sempre!.
Siete Maligne ed è giusto che finiate la vostra
esistenza.

Autore: Alfred

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Questa poesia è stata scritta da admin, il 31 gennaio 2011 at 01:21, nella categoria: alfred. Lascia un tuo commento qui



L’Incontro

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Una sera casualmente ti incontrai
eri seduta accanto a me in una cena al buio
non conoscevo il tuo nome,
la tua flebile voce
la tenerezza dei suoni che percepivo
la tua mano fredda
due mani che si incontrano creano una alchimia
non ti vedevo
era buio
la mia era vera emozione
supponevo fossi giovane
avevo la percezione di vedere i tuoi occhi
ma era buio
cercavo di confortarti con le mie parole
ma tu eri restia
cercavo di infonderti serenità
vivevo la tua angoscia
ma non potevo vedere ti tuoi occhi
era buio
ritrovai la tua mano era più viva
la consapevolezza che le mie domande
aprivano un varco nella tua interiorità
finalmente hai parlato!
finalmente rispondevi alle mie domande
nello stesso momento una flebile luce si accese
ora ti vedo
ti guardo negli occhi
inaspettatamente mi stringesti a te
con un impeto meraviglioso
grazie amica mia sconosciuta
mi hai donato l’emozione più
bella della mia vita.
 
 Autore:Fernando

Questa poesia è stata scritta da admin, il 30 gennaio 2011 at 16:27, nella categoria: fernando. Lascia un tuo commento qui



Ti amo

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Poi un giorno, sfoglierò lentamente
le pagine ingiallite che il tempo
ha già scritto solamente per noi,
sarò alla ricerca di pagine chiare,
erroneamente o volutamente tralasciate
e le riempirò di frasi d’amore, taciute
scordate o distrattamente mai dette,
mentre ora, vorrei poterti dire ancora,
di quanto è grande l’amore che provo.

Oggi come allora, mi sei accanto,
s’inebria la mente di sguardi audaci,
di tiepide carezze e di rubati sorrisi
e profuma il tuo corpo di velluto,
che c’importa se il tempo è passato,
nel passare, ha rafforzato l’amore.

Ora poso la gota sul tiepido seno,
a sentire il battito pacato del cuore
e flagello questo labbro che tace,
mentre ancora, ho bisogno di coccole,
per rafforzare quest’amore già grande
e sttovoce ti sussurro “Ti amo”.

Un pensiero gentile dalla nostra amica Lieta.mi


Di Vincenzo Parolini, poeta belluschese, poesia vincitrice del primo premio speciale del “Gran Gala’ dell’Amore”, 18esimo concorso letterario europeo, cerimonia conclusiva prevista 12 febbraio 2011, a Tirrenia.
I versi dedicati alla moglie Marisa:”Anche se siamo vecchietti, non tutto è stato scritto, qualcosa è stato tralasciato per essere scritto ora. Solo con gli anni si comprende il valore di chi ci è accanto” dice sorridendo Parolini.
Ha scritto 14 volumi: 5 di racconti, 9 di poesia.
La prossima pubblicazione “Oltre la siepe”, frutto di 9 giorni trascorsi con gli alunni scuola elementare Falcone e Borsellino di Bellusco dove ha cercato di spiegare cos’è poesia e amicizia.
Devoluti scopi benefici ricavati di ogni libro dato alla stampa, prevalentemente progetti pozzi in Burkina Faso.

Questa poesia è stata scritta da admin, il 29 gennaio 2011 at 18:34, nella categoria: altri autori. Lascia un tuo commento qui



HERMANN HESSE

HERMANN HESSE
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HERMANN HESSE nasce il 2 luglio 1877 a Calw, nel sud della Germania.
Riscuote un notevole successo con il racconto “Peter Camenzind”.
Con lo scoppio della prima guerra mondiale, Hesse inizia la sua crociata pacifista. La stampa tedesca lo dipinge come un “traditore della patria”.
Nel 1919 si trasferisce a Montagnola. Inizia a dipingere.
In Ticino scrive la sua opera più famosa (“Siddharta”), oltre a numerosi altri libri di successo: “L’ultima estate di Klingsor” (ambientata proprio a Montagnola), “Narciso e Boccadoro”, “Il lupo della steppa”, “Il gioco delle perle di vetro”.
Nel 1924 ottiene la cittadinanza elvetica. Durante la seconda guerra mondiale aiuta molti ebrei a fuggire dal regime nazista tedesco.
Nel 1946 riceve il Premio Nobel per la letteratura. Hesse muore a Montagnola il 9 agosto 1962.
Un’abitudine, quella di spostarsi a piedi, vagabondando assorto per paesaggi anche ignoti, che gli valse il soprannome di “eterno camminatore”.
“Rifiutava i dogmi, le visioni preconfezionate della realtà”
E’, forse, questo suo spirito indipendente è uno dei motivi per i quali Hermann Hesse continua a rimanere un classico anche tra i giovani. Hesse ha un grande fascino e forza d’attrazione per le nuove generazioni.Essi vedono la sua opera come una sfida a riflettere sulla propria identità e sulle sempre attuali domande sul senso della vita. In un’epoca di crescente disorientamento nell’opera di Hesse si uniscono con una visione del mondo aperta al futuro etica e estetica, tradizione e modernità.
Tale è ad esempio diventata la vicenda di “Siddharta” nella quale il protagonista, un figlio di un ricco bramino indiano, cerca la felicità interiore ed un suo percorso nella vita al di là di qualsiasi conformismo.
“Hermann Hesse è stato capace di trasmettere messaggi universali, sempre validi”
“Ad esempio, in una società che promette tutto a tutti, è facile perdere se stessi. Urge dunque riconoscere i propri limiti senza tuttavia avere alcun timore a percorrere la propria strada”.
Hermann Hesse è l’autore tedesco più letto e tradotto al mondo.
Ha vissuto gli ultimi 43 anni della sua vita a Montagnola.
È sepolto nel cimitero del villaggio ticinese. Già quando Hesse era ancora in vita, i suoi libri erano diffusi in tutte le lingue di culture importanti. Ma solo negli ultimi trent’anni la sua opera ha avuto una risonanza che non ha paragone nella storia delle letteratura tedesca. Hesse è considerato lo scrittore di lingua tedesca più tradotto dopo i fratelli Grimm. Soprattutto in America ed in Asia ha milioni di lettori.
Brevi cenni biografici:  Clicca col mouse  al sito  ( http://www.hermann-hesse.de/it/literatur/frameliteratur.shtml )
Alcune delle sue più belle poesie:
Farfalla Azzurra
Piccola, azzurra aleggia
una farfalla, il vento la agita,
un brivido di madreperla
scintilla, tremola, trapassa.
Così nello sfavillio d’un momento,
così nel fugace alitare,
vidi la felicità farmi un cenno
scintillare, tremolare, trapassare.
Perché ti Amo
Perchè ti amo, di notte son venuto da te
così impetuoso e titubante
e tu non mi potrai più dimenticare
l’anima tua son venuto a rubare.
Ora lei è mia
del tutto mi appartiene nel male e nel bene,
dal mio impetuoso e ardito amare
nessun angelo ti potrà salvare.
Senza di te
Il mio cuscino mi guarda di notte con durezza
come una pietra tombale;
non avevo mai immaginato che tanto amaro fosse essere solo
e non essere adagiato nei tuoi capelli.
Giaccio da solo nella casa silenziosa,
la lampada è spenta, e stendo pian piano,
le mie mani per afferrare le tue,
e lentamente spingo la mia fervente bocca verso di te
e bacio me fino a stancarmi e ferirmi
e all’improvviso son sveglio,
e intorno a me la fredda notte tace,
luccica nella finestra una limpida stella,
o tu dove sono i tuoi capelli biondi,
dov’è la tua dolce bocca?
Ora bevo in ogni piacere la sofferenza e veleno in ogni vino;
mai avrei immaginato che fosse tanto amaro
esser solo esser solo e senza di te!
Canzone di viaggio
Sole illumina il mio cuore,
vento disperdi le mie pene e i miei lamenti!
Piacere più profondo non conosco sulla terra
se non di andare lontano.
Per la pianura seguo il mio corso,
il sole deve ardermi, il mare rinfrescarmi
per condividere la vita della nostra terra
dischiudo festoso i miei sensi.
E così ogni nuovo giorno mi deve
nuovi amici, nuovi fratelli indicare,
finché lieto posso tutte le forze celebrare,
e di ogni stella diventare ospite e amico.
Il mio Amore
Tace e si ricorda con pensieri pieni di tristezza
dei suoi morti lontani.
Lo ho offerto a parecchi, nessuno però lo ha voluto.
L’ho messo in vendita in tutte le vie,
nessuno lo ha voluto – non sa ridere!
Cosa devo fare col mio amore?
Lasciare lo voglio ai miei morti.
Canzone d’amore.
Per dire cos’ hai fatto
di me, non ho parole.
cerco solo la notte
fuggo davanti al sole.
La notte mi par d’oro
più di ogni sole al mondo,
sogno allora una bella
donna dal capo biondo.
Sogno le dolci cose,
che il tuo sguardo annunciava,
remoto paradiso
di canti risuonava.
Guarda a lungo la notte
e una nube veloce
per dire cos’ hai fatto
di me, non ho la voce.
Elaborazione  fatta da  boba52

Questa poesia è stata scritta da rob, il at 18:02, nella categoria: boba52. Lascia un tuo commento qui



Speranze o Illusioni

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Speranze o Illusioni
Mi sento soffocare.
E’ ormai molti mesi che vorrebbe uscire dal cuore mio,
questo pensiero.
Quante volte e lì, sul punto di sbucare,
vorrebbe poter uscire,
ma sempre poi va a morire.
Al vento vado a gridare, e l’eco, mio alleato, me lo va a riconsegnare
Ogni volta è sempre più carico di frammenti
che, lungo il suo girovagare, riesce a racimolare,
per ritornare a me, a volte terribile, a volte carico di speranza.
Basta poco per renderlo speciale,
un raggio di luce che pagliuzza d’oro appare
Raccolgo tale tesoro e, minuziosamente, lo vado a conservare,
fino a che, traboccante, mi pare possa essere, finalmente, al mio amato svelato.
Ma, ecco, che nel cielo che pareva terso,una nuvola minacciosa appare,
e, in un attimo, arriva uno scoscio di temporale,
ll mio tesoro, non è oro…solo ai miei occhi aveva un immenso valore,
sotto quel temporale, come neve al sole, scompare.
E di nuovo il mio pensiero nel mio cuore si va a rifugiare,
E’ un continuo altalenare di speranze e piccole ferite
che non oso chiamare illusioni
autore:boba

Questa poesia è stata scritta da rob, il at 03:45, nella categoria: boba52. Lascia un tuo commento qui



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