Poesie di Eldy

Nisida

Nisida nisida
Da dove arrivi ragazzo, sono l’agente Mesolella, mi dovrai chiamare signore , sempre. Vieni con me , prendi la tua roba, ti accompagno in camerata. La valigia con un piccolo zaino, era tutto quello che avevo.. . I documenti dicono che provieni da un Orfanotrofio, non ci sono denuncie penali,perchè ti hanno mandato qui..? Signore non lo so, è stato un signore anziano , era un giudice del tribunale dei minorenni, ha deciso lui..mia sorella non mi vuole a casa.. e così .. . Bene ragazzo , quello è il tuo letto, e l’armadietto.., qui è molto diverso da dove hai vissuto, non creare problemi, mai, e tutto filerà liscio. Metti le tue cose in ordine, la sala mensa è da quella parte, alla fine del corridoio..ore 12 precise. I quattro ragazzi entrarono, dopo pochi minuti..ehii ma qui c’è uno nuovo, cosa porti di bello in quella valigia.., e giù a rovistare .., la rissa scoppiò istantanea..calci, pugni, sangue dal naso.. dalla labbra, rimasi a terra..stordito. Quando mi svegliai ero nell’infermeria,Mesolella parlava col medico, poi mi prese per il braccio..,e mi portò in cella d’isolamento.. . Ti avevo detto di non creare problemi..ecco adesso fai la conoscenza dell’isolamento, via le fibbia dei pantaloni, via le stringhe dalle scarpe,svuota le tasche.. di tutto quello che hai..anche i soldi.., ti verranno restituiti..non preoccuparti.. . La porta si chiuse..mi guardai intorno era una stanza completamente vuota, solo una sedia, in un angolo, una piccola finestra con sbarre dava sul mare..niente di più.Il tempo passava..ore de ore, poi giorni 2, 3, una settimana.. . Quando uscii mi portarono nell’ufficio del direttore, un uomo sulla cinquantina..che mi scutò da testa a piedi.. . Tu non dovresti essere qui , in questo istituto, ma il giudice ha ritenuto opportuno,visto che non hai parenti che ti vogliono ospitare a casa loro di mandarti qui. Comportati bene, non diventare come loro, per qualunque cosa ci sono gli agenti . Della mia roba in camerata, non era rimasto un gran che..mi sdraiai sul letto , fissavo il soffitto e piangevo.. .Mesolella mi mandò a chiamare nel suo ufficio.. So quello che è succeso, devi fare una denuncia.. . No risposi non denuncio nessuno.. . Se non lo farai, non ti daranno pace, ne quelli ne gli altri.. Bene fai come credi.., solo una cosa, un consiglio, se non reagisci ti faranno a pezzi.. ed io non potrò aiutarti.. . Passarono giorni,quei ragazzi uscirono dall’isolamento.., ridevano, lanciavano sguardi di minaccia,non sapevo cosa fare, fu un’altro ragazzo che tutti chiamavano Meo.. Tu adesso li vai a prendere ad uno ad uno, li massacri.. di botte..ti fai restituire la tue cose.. . Ma loro sono in quattro.. agli altri baderemo noi.. ma tu se non sei un vigliacco..adesso. L’agente Mesolella , girava fra i tavoli della mensa, guardava di qua e di là, forse aveva intuito..incrociò il suo sguardo col mio prima di uscire dalla porta.. . Volarono bicchieri e posate..poi pugni calci..morsi..,le avevo buscate..ma questa volta non ero io a terra.., finii di nuovo in isolamento..ma questa volta , di nascosto mi portavano qualche sigaretta, un giornalino..allora capii ..cos’era la legge del più forte.. . L’agente Mesolella , venne a tirarmi fuori..dopo circa un dieci giorni.. . Adesso ti rispettano, mi disse, ma non diventare un’animale come loro.. non lo sei..stiamo lavorando..per farti tornare a casa tua, da tua sorella, quindi non fare fesserie..se no da qui non esci più. Non hai colpe, di nessun genere.. tranne quelle di non avere più i tuoi genitori..,e di aver trovato un giudice idiota che ti ha mandato in posto come questo.

Questa poesia è stata scritta da admin, il 15 novembre 2010 at 12:33, nella categoria: nemo. Lascia un tuo commento qui



Lultimo smakk

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Te lo dovevo, amica mia.. non chiedere perchè..il cuore sa. Adesso che sono lontano, mi accorgo che tu non ci sei. Tu una parentesi rosa, una meteora vagante nello spazio eterno..non ci sei.. . Mi hai tenuto compagnia, tra un sorriso ed un litigio..tra parole affettuose e fredde.., anche quando mi mancavi sapevo che c’eri..da qualche parte c’èri.. .Adesso sono lontano..viaggio come Icaro verso il sole, saprò volare la oltre le soffici nuvole..non temere,  ritornerò nel mio mare silenzioso..e adagiato su uno spicchio della luna sarò li..a guardare il mondo girare..e ogni giorno al calare del sole come un guardiano solitario accenderò l’astro d’argento, affinchè illumini i tuoi sogni.. le tue speranze.. .Mi mancherà qualcosa certo..ma mi consolerò..pensando che da lontano ogni volta che vedrai il grande glogo mi regalerai un sorriso..ed io lo prenderò, lo metterò lì fra le eterne stelle per dire a tutti che la vita .. è bella.

Questa poesia è stata scritta da admin, il 13 novembre 2010 at 07:30, nella categoria: nemo. Lascia un tuo commento qui



La stella

martin
La vita di ogni essere umano, è sempre speciale, chiunque esso sia, qualunque cosa faccia, qualunque cosa dica. Ci sono uomini che hanno fatto grandi cose, poeti e scrittori che con i loro brani hanno saputo spostare mari e monti, ricongiungere cuori, ci sono altri, quelli semplici, che con il loro quotidiano lavoro,senza tanti fronzoli ne clamori, hanno portato avanti e portano con estremo sacrificio il fardello, della vita, ognuno di loro ha una stella, che li accompagna silenziosamente nel loro cammino..c’è chi riesce a vederla, c’è chi non sa di averla, chi la cerca..chi l’aveva e l’ha persa. La mia mi fu donata tanto tanto tempo fa, ero un ragazzo, la trovai nella solitudine di un pianto, in riva ad un torrente, non sapevo nulla della vita, nè del bene nè del male..,cercavo qualcosa che la vita, per volere di chissà chi, mi aveva tolto.., un Dio.. un Demone.. chi può dirlo con certezza.. , mi addormentai sotto un albero di melo, mi svegliò un vecchio contadino che passava di la.. . Ragazzo ehiii svegliati, mi strattonò diverse volte, aprii gli occhi e vidi un viso rugoso , segnato dalle stagioni del tempo, due occhi piccoli e scuri.. . Ragazzo ..che ci fai qui.., perchè non sei a casa tua..non senti che freddo che fa..? Lo guardavo spaventato, non ho fatto nulla di male mormorai.. . Allora perchè sei qui?..Non hai una casa.. .Sono scappato dal collegio. Haa ma allora sei tu quello che tutti stanno cercando.., cosa è successo perchè sei scappato.. . Dimmi ragazzo stai bene?..Hai gli occhi lucidi.. . Mi mise la mano sulla fronte..scottavo molto. Tu hai la febbre..devi stare a letto e al caldo..non puoi rimanere qui, vieni con me ti porto a casa mia..devi mangiare una minestra calda..non temere.. sistemeremo tutto.., da quanto tempo sei qui.. . Non lo so dissi, credo un due giorni.. . E cosa hai mangiato.. . Nulla risposi.. . Tirati su dai andiamo a casa mia..ti farò mangiare e dormire poi vedremo il da farsi..va bene?. Lo seguii senza dire parole, a testa bassa.., lungo il cammino sulla strada sterrata, trovammo una macchina dei carabinieri.. . Meno di un minuto..ero in macchina con loro.. . Quelli come te finiscono male, sei un delinquente, e finisci in galera….lo schiaffo mi fece sanguinare il naso.. Guardai il vecchio contadino..dai vetri dell’auto, aveva le lacrime agli occhi.. .In un ufficio della caserma, seduto su una sedia guardavo un vecchio maresciallo che mi fissava, le domande su come e perchè si susseguivono..poi la sua voce divenne mansueta.., per questa volta non ti faremo nulla, ti riportiamo..da dove sei scappato in attesa di sistemarti in qualche altro istituto, ma se lo rifarai ancora per te saranno guai seri..hai capito quello che ti ho detto?..Feci cenno di si col capo.. . Solo gli asini..muovono la testa..rispondi con la tua voce.. Si signore risposi.. . Ti accompagno io personalmente, nel dire queste parole mi mise la mano in testa.. . Ma tu scotti hai la febbre aggiunse.. Cosa hai fatto al naso.., sono caduto mentre correvo risposi.. . Poche ore dopo ero a casa del maresciallo, in un letto profumato di pulito..con una grande zuppa di latte caldo..che sua moglie mi aveva preparato.. . Passò circa una settimana, mi rimisi..tornai in collegio, quel maresciallo veniva spesso a trovarmi.. . Devi studiare se un giorno vuoi diventare come me.. ti piacerebbe fare questo lavoro da grande? ..Non lo sapevo..ma una stella mi era stata donata.., passarono giorni,  mesi anni.., Il vecchio maresciallo era andato in pensione.. lo andai a trovare.., dai suoi ormai 78 anni.. mi riconobbe subito e mi abbracciò come un figlio.. . Mi devo mettere sugli attenti davanti a te disse.. signor tenete..anche se la divisa è diversa.. . Lo abbracciai..con immenso affetto.. e le mie lacrime si mischiarono con le sue.

Questa poesia è stata scritta da admin, il 12 novembre 2010 at 08:51, nella categoria: nemo. Lascia un tuo commento qui



Chi sa volare

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Volare..di notte lassù nel silenzio delle stelle, certo non è facile,per chi osserva la vita come un cieco.., e piangere ancora, sentire ancora quel dolore che attanaglia il cuore..non è facile..mormorare parole, immaginare di sfiorare un viso con la punta delle dita..qui nel silenzio, tu amica cara non potresti capire questa vita senza fiato, e mendicare un sorriso..tendere una una mano..cosa può costare, tu non non puoi capire.. . Volare in alto nel buio,la oltre le nuvole,non tremare di paura..cosa può costare,sentire il cuore fermarsi e ripartire ,mentre stringi fra le braccia un angelo caduto nel fango, avere le mani sporche del suo sangue , sentire la rabbia colare dagli occhi..cosa può costare.., vedere il cielo esplodere..per fanatica follia, tu non sai amica cara.. . E ritrovarsi a pregare un Dio che non c’è, cosa vuoi che sia.. quello che conta è volare, volare in alto, la dove ci sono gli eterni eroi,dimenticare senza voltarsi indietro, non lasciarci il cuore in quegli occhi che ti scrutano..,non dire mai un ti amo,perchè non saresti creduto e ti farebbe male ,tanto da farti morire dentro.. , allora stringi i denti..segui il volo.., le amiche stelle sono li a vegliare, aspettano un’altro eroe ..col suo coraggio con i suoi drammi umani.. . Cosa vuoi che sia amica cara..se il filo si spezza all’improvviso, se si cade nella polvere benedetta,sarà quello il riposo, il volo più grande..vorrei solo afferrare un fiore di campo..per usarlo come pennello, e dipingere nel profondo blù, una stella e dargli il tuo nome..un nome tanto grande..risonante… Amore.

autore:nemo
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Questa poesia è stata scritta da admin, il 10 novembre 2010 at 11:54, nella categoria: nemo. Lascia un tuo commento qui



Icaro..

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La vita come una pozzanghera, dove si specchia il tramonto di un giorno uguale a tanti.. seduto nell’infinito silenzio..vedo il film della vita.. la mia.Dicono che era un venerdì, ore 16..un vagito nella sala.. .Che strano si nasce e non si sa dove, il paese ,la nazione.. la famiglia.. si nasce è inizia un duro lavoro.. vivere. Gli anni..passano, ricordi color rosa , mia madre mi teneva per mano..mio padre un bacio sulla fronte..crescerai.. diventarai uomo..uomo fra altri uomini..e tutto sorrisi e abbracci.. poi un giorno tutto cambia..ancora un ragazzo resti solo nella vita, una vita che non conosci..quei sorrisi e baci non ci sono più,quei volti che amavi..si sono persi là oltre le nuvole..insieme a tante parole..che non hanno avuto il tempo di uscire dal cuore. Sei un uomo adesso..hai scelto il tuo cammino..una strada inesistente..che ti porta lontano.. da quel piccolo mondo..che conoscevi.. . Il fischio del treno, un viaggio senza ritorno..non suoni più la batteria ..non canti più intorno ad un falò in riva la mare..non ci sono più quegli occhi chiari..che scrutavano nel cuore.., non indossi più quel giaccone di pelle.., con quel berretto strano.. . Adesso sei in volo,con altri volti ,con altri occhi, pensi..dicono che non è un’esercitazione, caricatori con proiettili veri..zaino in assetto da guerra..,sei in volo chissà per dove ..e ritornano in mente le parole mai dette..e stringi la mano a quel collega che ti stava antipatico.. anche lui è li difronte a te pensa..,sei sopra le nuvole..le vedi, ogni tanto uno sprazzo di azzurro, la terra è molto lontana..non si vedono le case..ma solo agglomerati di luci colorate..,siamo sul mare adesso..com’è strano visto da quassù.. strano come quello che senti nel cuore..la paura che provi.., qualcuno guarda una foto..qualche altro controlla l’armamento..li osservo,il mio zaino è in ordine, non ho foto da guardare, le mie sono fotografate dentro al cuore.., come quel piccolo mondo..da dove arrivo..mi pare di vederlo a quest’ora di notte..,tutti dormono..solo Micillo è alle prese col suo pane caldo..,che darei per risentire quel fragrante sapore..sapore di caldo sapore di casa.., chissà se mia sorella si è ricordata di chiudere la bombola del gas.., lo dimentica sempre.., come quella volta..che ha preso fuoco..e sono andato a buttarla,nel torrente dietro casa.. . Fra 2 minuti si atterra..chissà perchè mi sento come icaro.. .

Questa poesia è stata scritta da admin, il 9 novembre 2010 at 02:05, nella categoria: nemo. Lascia un tuo commento qui



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