Ho chiuso gli occhi sotto le stelle,
tutta la vita d’innanzi mi passa.
Gioie, dolori, le cose più belle.
All’improvviso tutto mi cessa:
posti di sogno, posti inventati.
posti mai visti, cose scordate
amori, amici, tempi passati
cose volute, desiderate.
Solo i tuoi occhi non riesco a scordare,
fisso l’ho in mente quel tuo sorriso
anche se provo altrove guardare
di fronte a me ho sempre il tuo viso.
Tu che mi guardi. Le labbra carnose,
mi tendi le braccia, mi tocchi i capelli,
e vedo nel buio le forme sinuose
rivivo nel sogno i momenti più belli.
Passi di danza, corse nei prati.
Briciole colte in palmo di mano,
gocce di pioggia, i tuoi seni bagnati,
mi cingi il collo,mi baci pian…piano
allora ti stringo per riscaldare
l’esile corpo che tu mi protendi…
no, no, non voglio dimenticare
questi ricordi che son stupendi!
Autore: sandro.ge-alfred
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La fontana è sparita,
era lì, da sempre.
era lì, nessuno la vedeva più ma era lì.
era di tutti la fontana,
tutti potevano dissetarsi alla fontana, tutti!
non aveva padroni la fontana,
era di tutti e non era di nessuno.
ricchi, poveri, passanti,
tutti si dissetavano alla fontana.
era acqua che scendeva dal cielo
quella che usciva dalla fontana,
era l’acqua del mare e che saliva al cielo
quella che usciva dalla fontana.
Da sempre la fontana era lì.
chi l’ha tolta?
perchè l’hanno tolta?
perchè qualcuno ha tolto la nostra fontana?
Hanno messo una fontana nuova, bella,
luccicante.
l’acqua non sgorga come nella nostra fontana,
non sgorga l’acqua liberamente come sempre ha fatto, da sempre!
c’è un signore a fianco alla fontana:
da adesso l’acqua è mia mi dice……..
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A piedi nudi, i sassi gli rotolavano sotto,
i sassi lo facevano traballare come un bambolotto.
Fermo, serio, pensieroso, osservava il mare.
Osservava le onde.
Le onde che non si fermano mai.
Le onde che nessuno sa da dove arrivano,
nessuno sa chi le fa, nessuno sa a che servono.
Riccioli biondi appena mossi dalla brezza mattutina,
occhi neri profondi che scrutano ora lontano l’orrizzonte ora la riva.
La spuma bianca si dissolve ogni volta: la piccola paffuta manina la raccoglie.
Sparisce.
VOGLIO FERMARE IL MARE!
Raccoglie sassi, li mette uno sull’altro, sceglie i più grandi freneticamente.
Si guarda attorno, ne prende uno , lo soppesa, lo rigira, lo scarta, ne prende un altro piatto, lo appoggia con delicatezza sugli altri con i quali ha già formato il “suo muro”…………………
VOGLIO FERMARE IL MARE!
il mare pare capire e fa in modo che le onde fermino prima delicatamente .
<Pescatore che vai in mare, come posso fermare le onde?>
L’uomo sorride.
Il bimbo lo guarda remare donolando sulla piccola barca che diventa sempre più piccola.
I riccioli biondi appena smossi dalla brezza del mattino.
Guarda il “suo muro” che deve fermare il mare: un’onda più alta delle altre l’ha fatto cadere.
Non piange, non ride: pensa.
VOLEVO FERMARE IL MARE!
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La torta pasqualina, di nonna la ricetta,
farina, acqua, uova, e qualche carciofino
è cosa sopraffina mangiandone una fetta,
nel forno mentre cuoce emana un profumino,
che per la casa corre e riempe di allegria.
Ricetta contadina, andava anche per mare,
un misto di sapori che crea un’armonia
un piatto elaborato e semplice da fare.
Impasti la farina e poi la sfoglia tiri,
ricorda: la ricetta, che vuole sette sfoglie
prepara i carciofini e gli ingredienti vari,
metti le uova, trattieni le tue voglie.
Ricopri tutto quanto con l’ultimo dei veli
fai il bordo tutt’attorno, spennella con l’albume,
ricopri bene tutto, che tutto quanto celi,
immagina la nonna al chiaro del suo lume.
Quando sarà ben pronta lasciala intiepidire
tagliala in tante parti per poi poter gustare
con chi vorrai dividere e poi sentirti dire
queste son le cose per cui si deve amare.
Autore: Alfred
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Che fai?
Che fai?
Dove vai?
Non puoi andare via!
Non puoi, lo sai!
Sei dei nostri, non puoi andartene cosi!
Non ti puoi staccare così da noi!
Sei come noi, nata con noi!
Sei uguale a noi!
Ma tu credi che altrove ti accoglieranno?
Credi siano li ad aspettare te?
Noi formiamo un insieme, un tutt’uno,
e in questo tutt’uno siamo uguali, tutte utili,
necessarie, ognuna è indispensabile!.
Credi davvero che ti lasceranno andare?
Cercheranno di ostacolarti in tutti i modi,
ti combatteranno, ti isoleranno.
Ti accerchieranno, sarai trascinata altrove!
Ti diranno che sei IMPAZZITA.
Sai come finirai?
Girovagherai senza una meta, forse per mesi, anni.
Troverai sempre ostacoli, nemici.
Ci sarà sempre qualcuno che ti combatterà!
Poi, un giorno, forse troverai un posto dove fermarti.
Li ti insedierai.
Ma allora non sarai più tu: sarai una cellula impazzita!
Sarai sola,
La tua pazzia ti porterà ad attaccare altre cellule come te,
ma sane, loro.
La tua pazzia sarà tanto violenta da riuscire a trasformare tutto ciò che ti sta accanto,
tutto ciò che tu toccherai lo contaminerai.
Si, divverrai sempre più grande, riuscirai ad inglobare nella tua pazzia altre cellule.
Ingorda, sarai sempre più ingorda. Diverrai grande, grande sempre più grande.
Infine, qualche cellula che tu hai voluto far nascere con la tua pazzia, ti lascerà come tu hai
lasciato noi eriprenderà quel viaggio che tu hai interrotto, ricominciando lo stesso cammino che tu pazzamente hai intrappreso.
Sarà la guerra allora.
Vi combatteranno duramente con ogni mezzo. Vi estirperanno.
Non sarà una guerra facile: vincerete molte battaglie ma verrà il giorno che vi sconfiggeranno definitivamente. Per sempre!.
Siete Maligne ed è giusto che finiate la vostra esistenza.
Autore: Alfred
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