In Eldy spesso viene proposta la pittura “del passato” per la comprensibilità, la bellezza, la notorietà e la cultura. Siamo però nel 21° secolo e l’espressione pittorica è drasticamente cambiata, una di queste tendenze è la “pop art americana.” Cito quella americana perché ormai con il termine “pop art” si intendono moltissimi stili e di tutte le parti del mondo.
L’ideatore è stato certamente Andy Warhol nato in Pennsylvania e di origini slovacche, si trasferì giovanissimo a New York (la grande mela- primo simbolo pop). Omosessuale, dissacratore, rivoluzionario, la sua pittura viene dalle sue prime esperienze come cartellonista.
Voleva stravolgere il concetto di consumismo, di pubblicità , di televisione e di cinema. Insieme a Roy Lichtenstein “inventa” una pittura che viene dai manifesti pubblicitari e dai fumetti Notissima la serie di barattoli della zuppa Campbell e le strip coloratissime con figure contornate di nero.
La Pop art americana è nata nell’immediato dopoguerra nella metà degli anni cinquanta, utilizzando le stesse armi della pubblicità consumistica. I soggetti non sono più “monne Lise ” o accadimenti mitici o religiosi, sono: lattine, lavatrici, automobili, foto coloratissime e dissacranti di star e fumetti, allontanandoli dalle loro rappresentazioni naturali, isolandoli e stravolgendoli in fantasmagorie di colori. Sono utilizzati i materiali più impensabili, dai collage alle foto in maniera caleidoscopica.
E’ arte ? Non so, anche io ho voluto cimentarmi con un autoritratto per provare l’emozione di questo realismo deformato, certamente i tanti ritratti di Marilyn Monroe e gli allucinati autoritratti di Warhol ora valgono sul mercato milioni di dollari.
Penso che molti si stupiranno di questa piccola carrellata, ma è l’arte contemporanea e forse pur non apprezzandola, uno sguardo anche critico su questa “nuova forma d’arte” penso possa essere utile.
Franco
Contributo di
, 24 febbraio 2021 12:41.
I commenti funzionano.
Sì Francesca i commenti funzionano, ma è l’argomento che è certamente ostico. La pop art piace a mio nipote, quindi penso sia un problema generazionale. Personalmente non sopporto la musica sferragliante o il rep che i giovani adorano, ma credo anche che noi anziamo non dobbiamo rimanere chiusi nelle nostre convinzioni, apriamo le finestre.
Sì Franco, apriamo le finestre. Io, se non ricordo male, avevo già messo un commento al tuo post, ma non risulta all’appello. Ripeto le mie sensazioni ma vorrei poterle leggere. Dunque, “pop art”. Dunque: non è musica popolare ma musica moderna, modernissima. Allora dico francamente che preferisco le serenate di una volta e lascio volentieri ai giovani di cinentarsi in questo campo. Con reciproco rispetto, Naturalmente.
Hai ragione Lorenzo, ma pensa che Van Gogh e in generale gli impressionisti erano visti allora come noi vediamo adesso la “pop art”. Negli anni 50/60 mi ricordo che i miei genitori scuotevano la testa quando ascoltavo Elvis Presley o Celentano. Non concepivo l’arte moderna in generale, poi frequentando mostre, guardando, ho cominciato a recepire il fascino di un quadro di Pollok o un “taglio” di Fontana. I gusti cambiano, forse evolvono io almeno cerco di seguirli.
HO LETTO IL TUO POST FRANCO: è dettagliato e preciso: comunque io sono ormai attaccata all’arte del passato- sentito parlare della “pop art” mai vista però- comunque i gusti non si discutono- basta che qualcuno trovi qualcosa di diverso e di suo gusto x portare alla ribalta qualunque cosa ed esaltarla tanto da fare dei proseliti e fare di qualcosa di nuovo un’Arte”
Chi ama l’Arte non è detto che debba amarla tutta incondizionatamente, altrimenti non esisterebbero i gusti. Io, che sono un’appassionata sviscerale dell’Arte, non disdegno la Pop Art, ma non è sicuramente tra le mie preferite. L’arte di massa, la Pop-Art appunto, come hai descritto bene tu Franco, è rappresentata da elementi che appartengono al mondo del commercio, oggetti come Coca-cola, lattine, riviste e molto altro, oggetti che non possiedono un vero e proprio volto, ma grazie alla costante e pressante pubblicità, sono divenuti immagini ben stampate all’interno della mente della società della seconda metà del ventesimo secolo. Sinceramente io non me la sento di elevare questi oggetti a vere e proprie opere d’arte anche se il tuo autoritratto, Franco, non è niente male.
Continuo ad amare ed ammirare la vecchia arte… è più distensiva. Ciao.
Non so se Caravaggio è distensivo! L’approccio con l’arte moderna è a mio parere ,graduale e COSTANTE. Sono parito dalla “notte con Luna” di Van Gogh dove si usciva da schemi pittorici tradizionali per cominciare ad entrare nell’astrazione. Altra tappa per me è stata “Guernica” di Picasso dove si afferra tutta la disperazione di un momento, poi “l’urlo” di Munch, i futurismo dinamico di Balla nel “cane a passeggio”,le astrazioni metafisiche di Magritte, il surrealismo di Dalì, L’astrattismo di Kandinsky, tanto per enunciare un tracciato. Ho visitato tante mostre di arte moderna e un giorno al MAMbO di Bologna andai a vedere un quadro di Pollok. Era grandissimo forse tre metri per due. Un esplosione di colori (per chi non lo sa l’artista non usa pennelli ma getta il colore su una tela posta in terra), sono rimasto in un primo momento spiazzato poi incantato davanti all’universo. Da lì è stata tutta una discesa, ma bisogna guardare, guardare, guardare, come con la musica ascoltare , ascoltare , ascoltare.