Poesie di Eldy

IL PICCIONE……di Giulio Salvatori

 


Sono andato a trovare una mia parente, 93 anni, ma molto vivace e attiva.
Pensate che legge senza occhiali e svolge tutte le sue cose di casa e ha una grande passione per la cucina. Si prepara dei piatti semplici ma buoni come il semolino, il pan cotto, un ovetto al padellino col pomodoro, e sempre, un bicchieretto di vino buono.
Il venti di ottobre sarà il suo compleanno. So già che quando vado da lei, il mio compito è quello di ascoltare in silenzio perché parla in continuazione: devo dire di si o no e basta. Appena mi vede, mi indica la sedia poi parte come un macinino:
< Sai, fra poco è il mio compleanno, ho pensato di fare un pranzetto e invitare anche te e tua moglie. Ho fatto il conto, siamo in otto. Devo dire a mio genero se mi spenna un piccione, ne ha tanti per la caccia, così, con metà, farei un bel risottino, e con l’altra metà, lo faccio arrosto con le patate e insalata, così mi fate compagnia e stiamo un giorno insieme. Che ne dici?>
E che le dico? Cerco di convincerla che:
< Sarà poco un piccione, ci vorrà qualche coscio di pollo, un po’ di rosticciana, qualche salsiccia.>


Neanche per sogno, continua con la sua ricetta. Mi guarda risoluta:
< Ma te non l’hai mai mangiato il risotto che faccio io? E’ buonissimo. Poi, arrosto è una bontà. Vedrai che rimarrete contenti. Spero che mio genero tiri il collo al piccione. Ma è un po’ matto, ha una voliera che sembra un salotto. Sai, sono piccioni da richiamo e, non me lo regala volentieri neanche per il mio compleanno, è in società con un altro cacciatore. Vanno via la mattina presto con tante gabbiette: sono matti>
Come ho detto, sono stato in silenzio. Le chiacchiere sono infinite. Si è allungata nella poltrona e si è addormentata, ha parlato per quasi due ore, mi alzo attento a non far rumore e mi avvio verso la porta, un secco richiamo mi blocca:
< Aspetta che ti racconto questa.> Mi rimetto seduto e ascolto: < Quando mi sposai, eravamo poveri e la mia mamma mi fece il vestito bianco con l’unico lenzuolo di lino che avevamo…>
Non so perché si è spenta la luce, improvvisamente si è fatto buio. Sentivo un rumore continuo come se dalla collina rotolassero delle pietre e che una di queste mi avesse colpito uno stinco. No! Era una bastonata che mi ha dato la parente e mi sveglio scusandomi, mi ha riportato alla realtà.
Continua il suo racconto e mi prendo tutta la cerimonia dello sposalizio compresa la comunione. Si allunga sulla poltrona e ora è lei che si è addormentata. Mi alzo piano piano sperando che non si svegli e raggiungo la porta ma un grido mi frena:
< Dove vai! Ma te l’ho raccontata quella domenica delle Palme? Era una bella giornata e suonavano le campane a festa, tutta le gente del paese era sulla piazza della chiesa che aspettava iniziasse la Santa Messa….>
No! Ho già assistito a tutta la cerimonia dello sposalizio e anche al lancio del mazzolino dei fiori della sposa, non ce la faccio più.
Gli invento che mi aspettano e ce la faccio a salutarla, le dico che per il suo compleanno porterò un dolcetto, del vino e dei biscotti. Gli sorridono anche gli occhi:
< Bravo! Porta del vin santo che mi piace, guarda he sia appassito, ci zuppo i biscotti e il dolce.>


Mi fissa un po’ e comincia a contare: < Almeno otto
biscotti ci vogliono, non ne portare tanti, c’è già il risotto e l’arrosto. Ritornando verso casa, pensavo all’abbuffata di piccione che faremo.
Vi immaginate che pranzo?

Giulio Salvatori o, il Maledetto Toscano .

Questa poesia è stata scritta da francesca, il 4 ottobre 2019 at 22:10, nella categoria: giulio.lu. Lascia un tuo commento qui