Alcune sere fa ho visto un bel documentario su Lucien Freud , grande pittore del 900 e nipote di Sigmund Freud .
Egli ha fatto quasi esclusivamente autoritratti , in varie pose ed in varie epoche della vita , spesso sono impietosi e mostrano nudità anche in epoche senili.
Narcisismo? Volontà di avere una immagine che dura nel tempo dopo la propria scomparsa?
Forse ognuna di queste due cose , ho voluto esaminare gli autoritratti più significativi nella storia della pittura, da Bacon a Gauguin , da Antonello da Messina a Leonardo , via via passando per i patologici come Ligabue e Van Gogh, i narcisisti come la Khalo, i ricercatori di stili come Picasso e gli espressionisti come Sile.
La necessità di rappresentarci è insita nell’uomo e comincia nell’infanzia . Il bambino si rappresenta nel suo ambiente spesso con la mamma e il papà , vicino cioè alle persone a cui è affezionato ,per conservare queste immagini dentro di se e memorizzarle.
La fotografia ha preso il posto del disegno e del quadro con i “selfie” e come dice Massimo Recalcati “ … si immortala non solo l’evento , ma la nostra presenza nell’evento , che di conseguenza viene relegato nel fondo sul quale si evidenzia la nostra immagine “.
E’ quindi questa volontà di “esistere” al di fuori del tempo , si dice “ho immortalato la mia immagine” , come se quella foto , quell’autoritratto fossero la cristallizzazione “ab aeterno” del nostro viso .
Chi non ha mai voluto una “bella foto” , o chi può un bel ritratto e chi lo sa fare , un autoritratto . Ho fatto un po’ di ricerche e nessun pittore è mai sfuggito a questo vezzo narcisistico, neppure il brutto Michelangelo che si è raffigurato nella Cappella Sistina nel viso tumefatto di San Bartolomeo .
Tutti, me compreso e narcisista , abbiamo una foto che ci preme, che mettiamo in Facebook , che mandiamo agli amici o alla persona cara. Se poi abbiamo una
“mano discreta” , allora , inevitabilmente scatta l’autoritratto anche se penoso.
Franco
Contributo di
, 11 novembre 2020 17:22.
Hai detto bene, Franco, l’autoritratto è da sempre considerato una volontà dell’autore (o artista) di lasciare traccia di sé non solo attraverso le sue creazioni ma soprattutto attraverso la sua rappresentazione fisica. Ciò che lo rende così affascinante, non sono solo le fattezze dell’autore ma soprattutto il suo essere persona, il suo carattere, le sue emozioni, i suoi sogni, i suoi pensieri più reconditi, il suo stesso stile, a volte preciso e misurato, altre veloce e schizzato.
Credo che tutto si riconduca all’antico mito di Narciso, il personaggio della mitologia greca divenuto famoso per la sua immane bellezza.
E il tuo, caro Narciso (ops Franco) è davvero un affascinante autoritratto.
Vicino ad una lampada di moda antica seduto al tavolo
alzo la testa guardo allo specchio, un profilo lungo e sottile che amo. Ti parlo, che viso brillante vengo a darti un bacio lento su la guancia, per sentire il tuo delizioso profumo, lungo sottile.Gu.⚜️
Non è per vantarmi, ma quelli della mia età, sanno fare un po’ di tutto. Forse un insieme di “arti” dettate dalle necessità, dalle attaversità. E così, accumoli conoscenze che vanno dal bosco all’agricoltuta, alla potatura alla pastorizia…e, magari, riesci anche a soffiare in un aggeggio storto e tirane fuori qualche notaccia, ma mai, Mai, ho preso gli attrezzi per la pittura per fare un autoritratto. Ma Franco, bisogna ammetterlo , da quel poco che lo conosco, è Un Grande.
Non ho fatto mai autoritratti. Ma su fb godo quando tirano fuori mie immagini del passato.E non posso esimermi dallo scrivere: Sono io , che vi pare? Una bella collezione. Grazie, Franco e Francesca..
Ammiro la tua mano Franco ti sei fatto un autoritratto molto bello, io non ho la mano nemmeno per disegnare un fiore. Ho dei bei quadri in casa ma ho il cognato pittore! Sai fare di tutto sei molto fortunato. ciao