Vincent Van Gogh cercò l’amore tutta la vita, ma mai riuscì a trovarlo, neanche quando si innamorò di una prostituta che volle salvare dall’abisso. Lui precipitò nell’abisso e lei lo seguì qualche tempo dopo, suicida nel fiume Schelde.
Dove va a finire tutto il dolore delle donne, Sien, quando non ha speranza alcuna di essere riscattato? Dove trova requie anche solo per un attimo? La risposta la trovavi vicino all’acqua. Avevi solo trent’anni e sembravi già vecchia.
…Tutti ti chiamavano Sien, era più facile da pronunciare nella foga del tuo mestiere, ma il tuo vero nome era Clasina Maria Hoornik. Le tue passioni erano il figlio che portavi in grembo, quello che tenevi per mano e l’alcol; le tue credenziali il vaiolo e la tristezza.
In quelle stesse strade si aggirava un’altra straordinaria solitudine, quella di Vincent, anche lui con i suoi trent’anni, che sembravano sessanta. Aveva bisogno di sperimentare tutta la sofferenza delle cose per poterle dipingere. Così cercò e trovò te, Sien, o Christien come amava chiamarti lui.
Convivenza difficile, Sien modella, madre, moglie, donna, sposa, domestica, i problemi economici, l’avversione delle famiglie e tutto finì.
…Tornò l’alcol, la prostituzione e un marito nel 1901. Tre anni dopo decidesti che l’acqua sarebbe stata la lapide migliore. “Si sono una puttana – gli dicevi spesso – e il mio destino è farla finita saltando nell’acqua”.
Nessuno ha mai trovato le tue spoglie. Ed è forse quello che volevi disperdendoti nelle acque del dolore: chiunque doveva ricordarti come lui ti aveva dipinto vent’anni prima, intitolandoti Tristezza, con alla base la scritta “Come può esserci sulla terra una donna sola, abbandonata?”;
( stralcio di “Ogni storia è una storia d’amore” di Alessandro D’Avena)
Contributo di
, 22 dicembre 2019 21:42.
Perchè proprio a Natale questi tormenti ? Sì Natale è un giorno come un altro , ma si pensa che in questo periodo ci si possa volere più bene , ci si fanno i regali, ci si ritrova in famiglia , si cerca di dimenticare le cose sgadevoli. Sien era quello che era e la sua prospettiva in quel tempo e in quegli eventi poteva essere “un salto nell’acqua”. Lascierei Sien e cercherei di trovare altre storie di donne forti che hanno superato l’abbandono e la solitudine. Prenderei come esempio forse più cinico e romantico quello di Rossella O’Hara che quando Rhett la lascia lei dirà la famosa frase ….”domani è un altro giorno !”
Un post mirabile. Quando l’arte è un tutt’uno con la vita.
Franco, non condivido la finzione solo perchè è Natale. Il mio non è cinismo ma non sono per il “volemose bene” ad ogni costo, peraltro abbastanza ipocrita, solo perchè a Natale dobbiamo dimenticare le cose brutte (reali) e ricordarci (inventarci) cose belle. No, scusa ma come dice Lorenzo, che ringrazio, l’Arte è Vita e i tormenti di Van Gogh, come di chiunque altro, sono pura realtà. La bella frase di Rossella O’Hara “domani è un altro giorno” seppur stra-inflazionata, è pura finzione.
Scusate, ma detesto l’ipocrisia di questi giorni ma vi auguro con tutto il cuore di trascorrere serene feste.
Mattina presto colazione in albergo destinazione Saint Remy de Provence, finalmente andavo nel
luogo dove Van Gogh perse la vita sappiamo tutti come. Un viale di cedri e ulivi si arriva a Saint Paul de Mausole,
una piccola cittadinamolto carina sembra rimasta ferma nel tempo molto sobria nelle case colorate di un giallo chiaro
e un bianco sfocato, ci sono molte botteghe di souvenir e la classica lavanda della Provenza dopo aver visitato un negozio.
Vedo l’antico Monastero divenuto ospedale psichiatrico dal 1855 dei cartelli sbiaditi dicono che è ancora attivo l’ospedale
di parlare a bassa voce. Mi avvio verso il luogo dove fa da museo ci sono dei piccoli loggiati molto belli avvolti in una luce sfocata.
Una piccola chiesa un chiostro contornato da siepi mi sembra bosso e delle begonie colore rosa. il cuore batteva forte,
che bella mattina di qualche anno fa che ricordo ancora vivo in me aver visitato il luogo dove quel genio incompreso Van Gogh lascio la vita.Gu.⚜️ Francesca questo volevo dire a te che ami l’arte. Con simpatia e affetto. Buone feste Gu.
E’ chiaro che sono d’accordo con Leonardo , ma ho avuto l’impressione che ci fosse un qualchè di subliminale nel proporre l’articolo. Nessuna ipocrisia , nessun cinismo , Freud e Jung ipotizzarono la “teoria della rimozione” , che sfociò nella “teoria della difesa”.La psiche umana non può immagazzinare , interiorizzare tutto il negativo che normalmente accade nella vita di tutti , allora è necessario cercare nelle pieghe del quotidiano quello che sposta l’asse del pensiero dal tormentone che ci affligge a momenti positivizzanti sempre disponibbili. Buon Natale Francesca e un caldo abbraccio