Cari amici, voglio augurarvi Buona Domenica con questa simpatica lettera scritta da un mio concittadino. Tra il serio e il faceto, egli svela alcune verità da non sottovalutare (in certe circostanze), della terra astigiana.
UNA COSA O L’ALTRA
“Mia cara, ancora poche ore e ti incontrerò. La pelle ambrata, la voce calda e profonda, il profumo e i tratti sinuosi del tuo corpo, le umide labbra, quelle tue appassionate carezze: l’attesa è fremente.
Ma tu che stai facendo, caro amico contadino? Proprio ora mi offri una soma d’aj? A lei non piace l’aglio, e dovrei rinunciare ad incontrarla se cedessi alla tentazione.
Si, lo so, è la stessa soma che mi offriva mia nonna nella vigna, aglio sfregato con abbondanza su ruvida crosta di pane e basta, niente olio, salse o sapori vari.
Chiudo gli occhi e mi rivedo all’ombra dell’albero di pesche da vigna, quelle piccole che aprivo con semplice pressione delle dita per liberarle dal nocciolo, la polpa asciutta di colore rosso intenso. Oggi quegli alberi, vinti dal progresso, non ci sono più. Dalla cesta la nonna tirava fuori un bel pezzo di “biova” o “gressia” e una fisca d’aj bianca panciuta, profumata, che prontamente strofinava sul pane, Con l’aglio abbondava, sapeva che gradivo il sapore forte, e così quel pane, reso ancora più allettante, passava dalle rugose mani della nonna alle mie, che pulivo frettolosamente sui pantaloncini.
Il ricordo di quella sòma, il profumo non dimenticato delle pesche da vigna, i filari, la nonna…ed ora tu, amico contadino che mi porgi un saporito pezzo di pane, un bicchiere di giovane e spiritoso barbera e, per finire, una bianca scodella di pasta e fagioli!
Amica mia, ho deciso: oggi non c’incontriamo.
Saprai perdonarmi?”
G.R.
Cosa sarebbe stato meglio? Ditemelo voi.
Intanto vi auguro una felicissima Domenica, con aglio o senz’aglio, l’importante è che sia serena e trascorsa in compagnia (amici, parenti, fidanzati, compagni, coniugi o anche solo di un buon libro).
Francesca
Contributo di
, 12 ottobre 2019 21:50.
A parte che a me l’aglio “rinfaccia” ,come si suol dire, quindi anche solo a parlarne mi vien voglia di Maalox , ma che c’entra la pelle ambrata , le umide labbra e l’attesa fremente ? Sembra un pò quei nonsense alla Campanile ,o forse sono io che manco di acume . Amica mia ho deciso , oggi non ho capito niente.
Bello il pensiero e….tutto. Buona domenica, Francesca. E ciao.
Dunque Franco, come dice l’esimio Dott. Mirabella, l’aglio si “ripropone” e, detto tra noi, non è proprio l’ideale per avere rapporti amorosi, l’alito non è proprio Persil, convieni con me? Quindi, considerato che l’amato bramava accarezzarle il suo corpo, baciarle le umide labbra fremendo d’attesa e impazzendo di desiderio, nel momento in cui il contadino gli porge una “soma d’aj” (leggi bruschetta con olio e aglio sfregato a più non posso), come poteva il poveretto gustarla sapendo dell’imminente incontro con la donna amata e tanto bramata? Egli si trova ad un bivio spaventoso, deve fare una scelta drastica e drammatica, o lei o la altrettanto desiderata bruschetta d’aglio innaffiata con un buon bicchiere di Barbera (vino locale astigiano). E così finisce che la tentazione è più forte del sentimento-desiderio e rinuncia all’incontro amoroso per gustarsi quel prelibato cibo. Ciao, spero di aver dissolto i tuoi dubbi.
Or ho capito ,per quel gentil messere di poetiche frasi, di pelli ambrate e di umide labbra , potè più nà soma d’aj che un dolce incontro. Per quello non ho subito compreso , troppa dicotomia tra un fine poeta e un mangiatore indefesso d’aglio.
Non voglio andare “fuori tema”, ma il pensiero mi porta lontano quando mio padre, al amattino, faceva colazione con un pezo di lardo preso gociolante dalla pila, pane, cipolla (l’aglio faceva già parte dell’essenze…) e un tubo (bicchierotto) di vino. Ritornando al brano, ecchisenefrega, bruschetta, aglio e amore, stan bene insieme. Ho fatto anche la rima.Invitaci e, vedrai che faremo festa alla bruschetta e al barbera. Avanti tutta .