Poesie di Eldy

RICORDI LONTANI MA TANTO VICINI……di Giulio Salvatori

Per fuggire al caldo torrido della piana, sono andato per un mesetto al mio paese natio: Basati di Seravezza, nella provincia di Lucca. Luigi Testaferrata, nel suo libro –L’Altissimo e le rose- , lo definisce il paradiso terrestre. Siamo in collina ai piedi del Monte Cavallo, in una cornice di castagni.
La gente è cambiata sia nei modi di fare che nel parlare. Il dialetto va scomparendo, quella musicalità atavica, non si sente più. Sistemate le cose sotto la direzione della capa, ho fatto una doverosa visita al Cimitero. Il cancello è sempre aperto, chiude l’ultimo che se ne va e fissa le due parti con un semplice filo.
Entro e non mi faccio il segno della croce ma saluto tutti con un gesto della mano. Sono sicuro che mi hanno capito. Non c’è nessuno, anche perché l’ora è tarda. Faccio una visita ai miei genitori e mi fermo un po’ a parlare con loro. Mio padre mi sorride, anche se un segno delle labbra comunica una certa sofferenza. Mia madre invece, tutta pettinata con cura come sempre, fissa un punto imprecisato. Il pensiero va a quando mio padre, dopo qualche bicchiere di troppo, cantava ad alta voce :< Bandiera rossa, alla riscossa…> A mia madre, invece, piacevano gli stornelli alla fiorentina. Mi metto a ridere, tanto non c’è nessuno. Tolgo i fiori secchi e li porto al cassonetto.
Giro ancora fra le lapidi e vedo la tomba di una mia carissima amica. La foto la mostra sorridente e giovane: caspita com’era bella. Ci volevamo bene, un giorno mi fermò e mi disse: <Basta! Non dobbiamo vederci più!> Ci rimasi male, molto male. Si era innamorata di un mio amico che ballava benissimo, io saltellavo come una foca. Mi feci da parte. Sono sempre stato molto fortunato in amore. Ho preso dal borsello un fazzoletto e ho pulito la foto e l’ho baciata. Non so perché, ma di botto mi è venuto il raffreddore e mi lacrimavano gli occhi. La brezza della sera di solito fa’ questi scherzi. Se poi ci metti il silenzio che ti circonda e il rosso della sera che avvolge le Apuane, anche i più duri si commuovono.
Accarezzo la lapide e sussurro un timido ciao e mi allontano. Sono sicuro che mi seguirà con lo sguardo. Risento anche il suo profumo. E’ quasi buio. Accosto il cancello e lo chiudo con il solito filo.
Domani ritornerò a fare due chiacchere.

Giulio Salvatori. Non posso mettere: Maledetto Toscano

Contributo di francesca, 10 settembre 2019 22:03.

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