I rintocchi di una campana lontano, si perdevano nell’aria..un’aria fredda che sferzava la faccia, pungeva le mani e i piedi ghiacciati, la trasmittente gracidava parole spesso incomprensibili, qualcuno seduto in disparte provava con foglio e penna a scrivere qualcosa, qualche altro cercava nei labirinti della memoria qualche barzelletta da raccontare, intanto la luna faceva capolino tra una nuvola e l’altra, rischiarando intorno un paesaggio innevato. Le previsioni erano di pioggia battente, sarebbe arrivata da li a poco.. non ci avrebbe aiutato, intanto si era alzato il vento, un vento che portava profumi lontani, ricordi ingialliti fra le pieghe del tempo. Con gli occhi socchiusi guardavo un punto lontano nel buio,e mi pareva di essere tornato. Mi vedevo seduto accanto al braciere, l’unico fonte di calore in tutta la casa, mi vedevo chino sui libri a studiare, sapevo che non sarei riuscito a terminare l’anno, mancava poco alla mia partenza, quel telegramma sarebbe arrivato da un giorno all’altro, chissà qual’era la mia destinazione, avrei lasciato tutte le mie cose, il mio piccolo mondo che conoscevo a menadito. Antonio il mio vicino di casa, un uomo sulla sessantina ogni giorno mi diceva: hai fatto un’ottima scelta, va, e costruisci il tuo avvenire,.non voltarti indietro, conoscerai luoghi e città lontane, sentirai la nostalgia e quella voglia di tornare, piangerai di notte.. ma non tornare segui la tua strada, e fatti onore Claudio il mio amico studiava per diventare dottore, eravamo nati insieme a distanza di due giorni uno dall’altro, suo padre poliziotto a causa di un incidente era rimasto cieco e lui aveva scelto di diventare oculista, in quei giorni veniva spesso a trovarmi, mi mancherai mi diceva, ma so che andrai a star bene, ti scriverò e tu mi scriverai,ci racconteremo tutto, ma non ci siamo mai sentiti. Quel telegramma arrivò tre giorni dopo, tra sorrisi e lacrime e abbracci, tutto il rione mi salutò. Vai tranquillo e fatti onore, la solita voce di Antonio mentre mi abbracciava, aspetta Elvira ti vuole salutare,Elvira una piccola bambina di tre anni mi saltò in braccio, asciugai i suoi lacrimoni con un dito, la baciai sulla fronte, poi commosso scappai via. Da quel giorno son passati anni. Signore, siamo pronti, la voce del caporale maggiore mi giunse alle spalle, annuii con il capo, la luna ancora faceva capolino fra le nuvole, lasciando intravedere alla sua destra una piccola stella
autore :bluemarine.no:
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Come è bello andare lassù, in quella grande nuvola
per essere baciati dal sole e dai suoi raggi essere scaldati,
e con quel lieve venticello essere trasportati
in giro per il cielo a scrutare il mondo intero,
cercando di vedere, tra quella cappa di veleni,
che le città continuano a sviluppare,
da non poter più sopportare.
Che cosa di bello è rimasto da guardare?
Vai scrutando ma non vedi niente, è
troppo fitta per poter vedere.
Come è bello quassù!
lasciamoci cullare mio dolce amore,
in questa nuvoletta senza l’imbarazzo della scelta
per più forte poter volare,
in questo cielo azzurro, tutto da amare .
Qui, si sta così bene, in questo spazio infinito,
e non laggiù, che n’è rimasto poco,
da doverci sopportare, per quanti stiamo per diventare.
Approfittiamo adesso, senti che bel profumo di aria pura,
questa si che è bella cura,
tanto da voler fare veramente il pieno,
anche se, prima o poi, anche qui non si potrà stare,
anche qui si verrà a costruire, per distruggere e imbruttire.
Allora, che aspettiamo, oggi che possiamo,
dobbiamo approfittare
se vogliamo continuare ad amare,
mentre il mondo continua a girare,
dietro quel progresso industriale che,
all’autodistruzione andrà a finire
autore:dome’
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sedici anni
Oggi compi sedici anni: mi pare impossibile
Ti guardo e mi sembri più bella della prima volta che ti ho vista.
Avevi più o meno quattordici anni ma non li dimostravi e poi non
me ne importava.
L’averti mia, uscire con te, l’invidia degli amici, averti sempre vicina,
accarezzarti ogni volta che ero con te, ecco questo era il mio sogno
ed il sogno si è avverato.
SEI MIA!!!. Non ti lascerò mai ,mai lo giuro.
Saremo sempre insieme in giro per il mondo. Fin che potrò ti terrò
con entrambe la mani per guidarti , ti proteggerò dalle insidie
del mondo, non lascerò che qualcuno possa rubarti a me.
TI AMO TROPPO.
Ormai noi due siamo una cosa sola.
Non potrei più rinunciare a te.
come te non c’è nessuno ………………..cara vecchia 500
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La luce dei tuoi occhi s’ infrange nei miei,
dandomi una sensazione fantastica
che, solo l’ immenso cielo luminoso
può dare a questo nostro amore.
Cosi ti sogno, sempre qui, vicino a me
col tuo calore, stiamo abbracciati
scaldandoci l’ uno contro l’ altro fino a scottare,
per poi entrare in un eden, dove li ci siamo solo noi due,
a vivere la nostra favola d’ amore,
e mi sento come se fossi al settimo cielo.
Tu, sai rendere questo possibile,
perché tu sei la luce dei miei occhi, l’ aria che respiro.
l’ acqua che scorre dentro di me, e infine,
il fuoco che arde dentro di me.
Il mio amore per te, non cesserà mai di spegnersi,
fino a quando ci sei tu ad alimentarlo.
Vorrei stare con te in qualsiasi luogo e posto,
perché tu lo rendi spettacolare,
con la tua presenza, sei un fiore stupendo che,
solo a guardalo, dai un senso di pace e tranquillità,
questo è quello che cercavo,
un fiore stupendo, come i tuoi occhi
che s’infrangono nei miei,
grazie! dolce amore.
Autore: intrepido2
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Ieri mattina per es. ero lì in mutande sulla cyclette che facevo il mio solito giro, sento suonare alla porta di casa: oh cribbio, dico, chi mai può essere che suona alla porta di casa senza prima avere suonato al citofono del portone. Lo abbiamo fatto mettere apposta, tanti anni fa, quando ancora non c’era, perchè capitava spesso che ti trovavi alla porta di casa persone che non conoscevi e non sapevi se dovevi aprire oppure no.
Scendo dalla cyclette piano piano, e piano piano vado alla porta di casa che come ben tu sai rimane in fondo al corridoio dove poi c’è la nostra camera, anzi, c’era , perchè prima la nostra camera era quella che fa angolo ed è fredda ma cosi fredda che in letto d’inverno, quasi ci devi andare vestito.
Dopo l’abbiamo cambiata quando se ne è andata quella buon’ anima di mia suocera. Lei con i mobili della sua camera ci stava meglio perchè ci sono due finestre e i mobili grandi non ci si possono mettere.
Praticamente di pareti libere ce n’è solamente una quando sai benissimo che nelle case lo spazio non è mai sufficiente.
Allora dicevo, con una certa forma di imbarazzo tenendomi una mano davanti per coprirmi, penso a chi può essere..
Sarà senz’altro un vicino che ha bisogno di qualcosa.
NE SONO QUASI SICURO. ( se nessuno ha suonato al citofono…) penso fra me e me.
E ora?
E se fosse una cosa urgente? Una cosa grave?
E se non fosse un vicino ma una vicina? Io sono in mutande, come faccio ad aprire!
Con i tempi che corrono corro anche il rischio di farmi accusare di atti osceni o qualcosa di peggio. Sono tentato di andare in camera e infilarmi i pantaloni della tuta con la quale sto abitualmente e che sono tanto comodi per stare in casa, ma nel contempo mi dico: e vabbè, chiunque sia lo avrà già visto un uomo in mutande sceso dalla cyclette.
Certo mi rendo conto che non sono un adone e se al di la della porta di casa avessero bisogno di me non starebbero a guardare se sono in mutande o in abito da sera!
Ma scherziamo!!! E se per esempio capitasse di passare davanti ad un appartamento con la porta socchiusa e di sentir un lamento: entri e vedi che c’è una persona nuda sotto la doccia che si lamenta, cosa fai? le dici di vestirsi prima? L’accusi di atti osceni? Le fai notare che è nuda e dovrebbe coprirsi? Esci e aspetti che abbia finito? Certamente no.
E allora?…………….
Guardo dallo spioncino: che meraviglia!
E’ altissima, bionda, occhi chiari che non si sa se sono grigi o verdi, lineamenti tipicamente slavi.
Sulle guance appena abbozzato un leggero rossore che ricorda vagamente una Matriowska.
I cappelli raccolti sulla nuca, ma non a coda di cavallo ma, come fossero una cascata, con un fermacapelli di metallo dorato che luccica nella penombra della scala, dandole una parvenza di delicatezza e soavità che stonano con la bruttezza delle ringhiere impolverate e delle griglie a maglie quadrate dell’ascensore.
Indossa una camicetta azzurra, sotto alla quale spicca un sottilissimo girocollo d’oro bianco al quale è appesa una iniziale con i brillantini. < T >
……..Tamara?, Tanya?, Troyka?. Tereskova? Oppure….. Treblinka?
Cerco di indovinarne il nome, l’età, la provenienza. Mi chiedo se forse è sposata, se ha figli.
Avrà studiato?
Forse è una vigilessa, una dottoressa ?. O un’ingegnera, magari un’attrice!.
Perchè era lì e suonava alla mia porta senza avere prima chiamato al citofono?
Vorrà forse offrirmi qualcosa?
Cerco di capire attraverso lo spioncino cosa ha in mano,
se ha i pantaloni o la gonna, cerco di vedere le sue scarpe.
Si perchè dalle scarpe, spesso, si possono capire tante cose: Scarpe col tacco, scarpe basse, larghe, a punta, nuove e sporche oppure vecchie e ben tenute, ma lo spioncino è troppo piccolo e troppo alto per me.
Mi decido.
Anche se sono in mutande decido di aprire a quella apparizione e succeda quello che deve succedere, pazienza. Urlerà?, rimarrà sbigottita?, Si coprirà gli occhi o forse mi spingerà dentro e………..
Siiiiiii. Spalanco di colpo la porta.
Davanti a me…. il vuoto!
Appoggiate al muro due scope e un bastone con un puzzolente straccio per lavare in terra; vicino, un secchio di plastica gialla pieno a metà di acqua sporca.
Proveniente dalle scale sento il mio vicino del piano di sotto che parla e ride , ride e ride con una ragazza.
Poi, la sua porta di casa che si chiude con un leggero “clak”.
Infine,……………….. un gran silenzio.
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