Poesie di Eldy

QUEL VENTO LEGGERO

paesaggi-0511

I rintocchi di una campana lontano, si perdevano nell’aria..un’aria fredda che sferzava la faccia, pungeva le mani e i piedi ghiacciati, la trasmittente gracidava parole spesso incomprensibili, qualcuno seduto in disparte provava con foglio e penna a scrivere qualcosa, qualche altro cercava nei labirinti della memoria qualche barzelletta da raccontare, intanto la luna faceva capolino tra una nuvola e l’altra, rischiarando intorno un paesaggio innevato. Le previsioni erano di pioggia battente, sarebbe arrivata da li a poco.. non ci avrebbe aiutato, intanto si era alzato il vento, un vento che portava profumi lontani, ricordi ingialliti fra le pieghe del tempo. Con gli occhi socchiusi guardavo un punto lontano nel buio,e mi pareva di essere tornato. Mi vedevo seduto accanto al braciere, l’unico fonte di calore in tutta la casa, mi vedevo chino sui libri a studiare, sapevo che non sarei riuscito a terminare l’anno, mancava poco alla mia partenza, quel telegramma sarebbe arrivato da un giorno all’altro, chissà qual’era la mia destinazione, avrei lasciato tutte le mie cose, il mio piccolo mondo che conoscevo a menadito. Antonio il mio vicino di casa, un uomo sulla sessantina ogni giorno mi diceva: hai fatto un’ottima scelta, va, e costruisci il tuo avvenire,.non voltarti indietro, conoscerai luoghi e città lontane, sentirai la nostalgia e quella voglia di tornare, piangerai di notte.. ma non tornare segui la tua strada, e fatti onore Claudio il mio amico studiava per diventare dottore, eravamo nati insieme a distanza di due giorni uno dall’altro, suo padre poliziotto a causa di un incidente era rimasto cieco e lui aveva scelto di diventare oculista, in quei giorni veniva spesso a trovarmi, mi mancherai mi diceva, ma so che andrai a star bene, ti scriverò e tu mi scriverai,ci racconteremo tutto, ma non ci siamo mai sentiti. Quel telegramma arrivò tre giorni dopo, tra sorrisi e lacrime e abbracci, tutto il rione mi salutò. Vai tranquillo e fatti onore, la solita voce di Antonio mentre mi abbracciava, aspetta Elvira ti vuole salutare,Elvira una piccola bambina di tre anni mi saltò in braccio, asciugai i suoi lacrimoni con un dito, la baciai sulla fronte, poi commosso scappai via. Da quel giorno son passati anni. Signore, siamo pronti, la voce del caporale maggiore mi giunse alle spalle, annuii con il capo, la luna ancora faceva capolino fra le nuvole, lasciando intravedere alla sua destra una piccola stella

autore :bluemarine.no:

Contributo di admin, 13 novembre 2009 13:30.

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