Poesie di Eldy

capita a volte

Ieri mattina per es. ero lì in mutande sulla cyclette che facevo il mio solito giro, sento suonare alla porta di casa: oh cribbio, dico, chi mai può essere che suona alla porta di casa senza prima avere suonato al citofono del portone. Lo abbiamo fatto mettere apposta, tanti anni fa, quando ancora non c’era, perchè capitava spesso che ti trovavi alla porta di casa  persone che non conoscevi e non sapevi se dovevi aprire oppure no.
Scendo dalla cyclette piano piano, e piano piano vado alla porta di casa che come ben tu sai rimane in fondo al corridoio dove poi c’è la nostra camera, anzi, c’era , perchè prima la nostra camera era quella che fa angolo ed è fredda ma cosi fredda che in letto d’inverno, quasi ci devi andare vestito.
Dopo l’abbiamo cambiata quando se ne è andata quella buon’ anima di mia suocera. Lei con i mobili della sua camera  ci stava meglio perchè ci sono due finestre e i mobili grandi non ci si possono mettere.
Praticamente di pareti libere ce n’è  solamente una quando sai benissimo che nelle case lo spazio non è mai sufficiente.
Allora dicevo, con una certa forma di imbarazzo tenendomi una mano davanti per coprirmi, penso a chi può essere..
Sarà senz’altro un vicino che ha bisogno di qualcosa.
NE SONO QUASI SICURO. ( se nessuno ha suonato al citofono…) penso fra me e me.
E ora?
E se fosse una cosa urgente? Una cosa grave?
E se non fosse un vicino ma una vicina? Io sono in mutande, come faccio ad aprire!
Con i tempi che corrono corro anche il rischio di farmi accusare di atti osceni o qualcosa di peggio. Sono tentato di andare in camera e infilarmi i pantaloni della tuta con la quale sto abitualmente e che sono tanto comodi per stare in casa, ma nel contempo mi dico: e vabbè, chiunque sia lo avrà già visto un uomo in mutande sceso dalla cyclette.
Certo mi rendo conto che non sono un adone e se al di la della porta di casa avessero bisogno di me non starebbero a guardare se sono in mutande o in abito da sera!
Ma scherziamo!!! E se per esempio capitasse di passare davanti ad un appartamento con la porta socchiusa e di  sentir un lamento: entri e vedi che c’è una persona nuda sotto la doccia che si lamenta, cosa fai? le dici di vestirsi prima? L’accusi di atti osceni? Le fai notare che è nuda e dovrebbe  coprirsi? Esci e aspetti che abbia finito? Certamente no.
E allora?…………….
Guardo dallo spioncino: che meraviglia!
E’ altissima, bionda, occhi chiari che non si sa se sono grigi o verdi, lineamenti tipicamente slavi.
Sulle guance appena abbozzato un leggero rossore che ricorda vagamente una Matriowska.
I cappelli raccolti sulla nuca, ma non a coda di cavallo ma, come fossero una cascata, con un fermacapelli di metallo dorato che luccica nella penombra della scala, dandole una parvenza di delicatezza e soavità che stonano con la bruttezza delle ringhiere impolverate e delle griglie a maglie quadrate dell’ascensore.
Indossa una camicetta azzurra, sotto alla quale spicca un sottilissimo girocollo d’oro bianco al quale è appesa una iniziale con i brillantini.     < T >
……..Tamara?, Tanya?, Troyka?. Tereskova? Oppure….. Treblinka?
Cerco di indovinarne il nome, l’età, la provenienza. Mi chiedo se forse è sposata, se ha figli.
Avrà studiato?
Forse è una vigilessa, una dottoressa ?. O un’ingegnera, magari un’attrice!.
Perchè era lì e suonava alla mia porta senza avere prima chiamato al citofono?
Vorrà forse offrirmi qualcosa?
Cerco di capire attraverso lo spioncino cosa ha in mano,
se ha i pantaloni o la gonna, cerco di vedere le sue scarpe.
Si perchè dalle scarpe, spesso, si possono capire tante cose: Scarpe col tacco, scarpe basse, larghe, a punta, nuove e sporche oppure vecchie e ben tenute, ma lo spioncino è troppo piccolo e troppo alto per me.
Mi decido.
Anche se sono in mutande decido di aprire a quella apparizione e succeda quello che deve succedere, pazienza. Urlerà?, rimarrà sbigottita?, Si coprirà gli occhi o forse mi spingerà dentro e………..
Siiiiiii.              Spalanco di colpo la porta.
Davanti a me…. il vuoto!
Appoggiate al muro due scope e un bastone con un puzzolente straccio per lavare in terra; vicino, un secchio di plastica gialla pieno a metà di acqua sporca.
Proveniente dalle scale sento il mio vicino del piano di sotto che parla e ride , ride e ride con una ragazza.
Poi, la sua porta di casa che si chiude con un leggero “clak”.
Infine,……………….. un gran silenzio.

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Contributo di admin, 12 novembre 2009 01:30.

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