La libertà

Non c’è altro
Per me,
che questa libertà,
libertà,
che sento,
che ho dentro,
libertà di cui ho
bisogno,
che voglio;
libertà che è libertà,
di pensare quello che voglio,
di fare
o di non fare,
di non muovermi,
di restare,
traccheggiare,
pensare,
rimandare,
di perdere tempo,
se mi và,
e di non fare niente,
se non fa per me,
se non mi
interessa;
e tengo solo,
a questa libertà,
e lotto,
per fare cose mie,
come mi và,
come decido io;
c’è chi dice quà,
chi dice là,
non mi muovo,
non mi và,
non corro,
e me ne frego;
faccio solo,
come mi dice,
la mia libertà.
Autore: Stefano Medel
di paolacon.eldy, il 28 maggio 2011 01:09. - Commenti

Soli,
nessuno
sa niente,
nessuno capisce
per davvero;
chiacchere
e parole al vento,
parole vuote,
tirate a indovinare;
solo noi
sappiamo,
di noi stessi,
di quello che
pensiamo,
che facciamo,
la verità
su di noi,
la nostra storia,
il nostro segreto,
le idee,
cosa vogliamo,
cosa sentiamo;
che ne sà la gente,
niente,
nulla;
parole vuote,
berciare a vuoto,
chi spara questo,
quello;
solo noi sappiamo,
del nostro cammino.
di paolacon.eldy, il 27 maggio 2011 01:08. - Commenti
La poesia dei “poète maudit”
L’espressione “poète maudit” poeta maledetto sta a definire un poeta ,un artista di talento che incompreso, rifiuta i valori della società assumendo un atteggiamento provocatorio,asociale,autodistruttivo , fino a morire prima che al suo genio venga riconosciuto il suo valore.
Poeti maledetti” perché maledetti dalla società conformista ,sono quegli uomini a cui la società industrializzata , le angosce di una vita instabile,e i fantasmi della propria coscienza lo portano alla sofferenza di una vita senza scopo, e dissipata.
Ecco che a tutto questo l’uomo oppone paradisi artificiali del sesso, dell’alcool, e della droga , simboli di vita negata.
La trasgressione, i vizi, la miseria diventano così una protesta contro il falso perbenismo e l’ipocrisia delle persone.
Molti furono i poeti appartenenti a questa corrente : Paul Verlaine, Charles Baudelere, Rimbaud, l’italiano Olindo Guerrini e altri ancora.
Rimbaud affermava che la poesia è un modo di cogliere l’essenza della realtà. Il poeta diventa veggente in grado di rivelare questa realtà sconosciuta.
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“Voglio essere poeta e io lavoro per essere veggente
voi non potete capirci abbastanza, e io non saprei come spiegarvi.
Si tratta di arrivare all’ignoto mediante una sregolatezza di tutti i sensi.
Le sofferenze sono enormi, ma bisogna essere forti,
essere nato poeta, ed io mi sono riconosciuto poeta.”
Un forte legame moderno coi maudits lo notiamo nella poetica e nella musica del grande Jim Morrison.
Uno dei primi esponenti dei “poòte maudit” è Francois Villon , il cui vero nome è Francois de Montcorbier . Nato a Parigi nel 1431 , rimase orfano molto presto e adottò il cognome dal suo tutore , fu un ladro ed un vagabondo. Ricercato per molto tempo fu arrestato 4 volte per gravi episodi di malavita ,fino ad essere condannato a morte. Qualche tempo dopo fu rilasciato ma poco dopo catturato e imprigionato. Dopo il 1463 di lui non si sa più nulla. In carcere scrisse le sue opere migliori. Per il valore dei suoi versi e per la sua poesia fu considerato uno dei precursori della corrente letteraria dei maudits.
La sua opera più riconosciuta fu “La ballata degli impiccati” .Non si sa molto della giovinezza e della vita di Villon ,solo che il suo vero nome è controverso fra quelli che gli sono stati attribuiti,in poesia però è rimasto col nome di Villon. Nella sua poesia ha cantato le donne di Parigi e ha esaltato la loro amicizia.
Pur avendo un fare scanzonato i suoi versi sono permeati di tristezza e di rimpianto ,infatti l’esperienza della prigione lo aveva portato alla desolazione e al fallimento della sua vita. La mancanza di danaro lo porta ad elemosinare la protezione di qualche potente.
Alcuni critici hanno visto in Villon un ribelle alle ingiustizie del suo tempo ,un incapace a realizzarsi e non in grado di rifiutare i valori della società in cui viveva.
Nell’aria della sera umida e molle
Era l’acuto odor de’ campi arati
E noi salimmo insieme su questo colle
Mentre il grillo stridea laggiù nei prati.
L’occhio tuo di colomba era levato.
Quasi muta preghiera al ciel stellato;
Ed io che intesi quel che non dicevi
M’innamorai di te perché tacevi.
O.Guerrini
Elaborazione fatta: Porzia
di admin, il 00:20. - Commenti

Ti chiamo,
ti cerco;
distante,
scostante,
non parli,
non mi rispondi,
hai solo sonno,
non dici molto;
lontana,
sei lontana,
remota;
oggi so
che non è giornata,
forse è finita,
non mi pensi,
non mi vuoi,
non ti importa.
Lontana,
remota,
non arrivo a te,
non mi ascolti,
oggi.
Autore: Stefano Medel
di paolacon.eldy, il 26 maggio 2011 15:51. - Commenti

Nei giardini dell’infanzia perduta
lungo i viali corrono
Eterni Fanciulli
con l’affanno del tempo
un raggio di luna tra i capelli
vivono
ciò che gli fu’ negato allora
corrono
tristemente allegri
nei Giardini dell’Infanzia Perduta
corrono corrono
a recuperare la Fanciullezza
quando Costretti Adulti
il corpo Bambino
non sognarono la Fata Turchina
corrono corrono
corrono corrono
Autore:Trastevere
di admin, il 06:46. - Commenti