Poesie di Eldy

un padre disperato

vendetta gridava quell’uomo dinanzi alla chiesa
vendetta per un figlio morto lasciato in sulla via,
voleva vendetta e piangeva il figlio perduto.
una donna cercava di cingerlo e portarlo davanti all’altare
capiva che per un figlio ammazzato non c’era molto da fare
ma lui no, non capiva,che morire a vent’anni no, non poteva,
disperato urlava tutta la rabbia che aveva nel cuore,
si aspettava una vita migliore per il suo unico figlio,
ora li davanti alla casa paterna avea perso la vita
freddato con 4 colpi alla schiena e senza rimorso
anche il parroco uscito fuori la chiesa voleva fermarlo,
ma lui con la faccia pien di livore e gli occhi al cielo
vendetta gridava, vendetta vendetta vendetta.

autore:sorgigio
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Questa poesia è stata scritta da admin, il 7 aprile 2010 at 06:40, nella categoria: sorgigio.fi-to-mi-bo:. Lascia un tuo commento qui



Donna

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Donna che sospingi i miei sogni fino al limite dell’essere,
tu predestinata a dividere la mia esistenza,
con la tua grande realtà’ d’animo e di grandi certezze
poni le tue candide mani sul mio corpo perduto e dolente,
poni la tua testa sulla mia spalla e piangi con me
tu che hai dalla tua parte la forza generatrice del mondo
posa gli occhi sulle mie stanche membra e rifammi il respiro
che mi viene meno soltanto guardandoti.
I tuoi occhi pungenti penetrano nell’anima mia,
come folgori che dal cielo vengono giù’ a penetrare il mio essere
tu penetri nel mio cuore a cercare ciò’ che vibra per te.
tu che sai amarmi oltre le stelle, oltre l’infinito spazio,
tu che fuggiresti con me nel mio futuro immaginario,
adesso sorridi per la mia grande ingenuità’, ma….
io ti amo semplicemente perché’ sei donna.

autore:sorgigio

Questa poesia è stata scritta da admin, il 5 marzo 2010 at 06:06, nella categoria: sorgigio.fi-to-mi-bo:. Lascia un tuo commento qui



battitura del grano

grano

Un rombo continuo, un trattore sputa fuoco,
ricordate la vecchia battitura del grano?
decine di persone si affannano intorno,
diversi dal covone lancian le manne,
chi sulla battitrice veloce le taglia,
chi prepara il pagliaio tondo tondo,
uomini giovani e vecchi insaccano il grano,
e forman cosi i mucchi di sacchi,
qualcuno intorno al trattore fa il pieno.
perché’ il motor non si deve fermare,
e qualcuno si sdraia dopo la fatica.
Arriva, arriva il fattore,
da lontan col suo camioncino
la meta’ del raccolto e’ sua,
lui la prende, e’ la nostra fatica
poi sorride e se ne va via.
Fra tanta gente il vino scorre tranquillo,
qualcuno intona un canto d’amore,
altri lo seguono e bevon felici,
noi ragazzi e ragazze allegri,
per noi e’ una festa,
passavamo con fiaschi e bicchieri
a dissetar quei lavoratori.
e le donne, nascoste nella grande cucina
si affannano con i pentoloni,
che fanno il giro dei casolari
perché le famiglie a quel tempo
eran povere e senza risorse.
i tegami eran grandi e capienti,
oggi basterebbero per una settimana intera
per sfamare tutta famiglia.
mezzogiorno, si ferma il lavoro,
e tutti sparsi a sedere nell’aia,
si riposano e ricevono il pranzo.
quanti animali pagan con la vita,
polli anatre oche, piccioni sono destinati
a quel pranzo felice e contento.
poi il lavor riprende di corsa
perché a sera si deve finire.
noi ragazzi corriamo per l’aia
spensierati eppur consapevoli
rincorrendo amiche e cugine
perché a quella eta tutto e’ piu bello
ed ora che e’ lontano il ricordo
resta solamente un bel ricordo.
La sera scende su tutti
ma resta un’ultima cosa da fare
dopo cena con i ritardatari
si intonano inni e canzoni
e anche a me tocca la parte
di cantare le vecchie canzoni.

autore:sorgigio
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Questa poesia è stata scritta da admin, il 27 febbraio 2010 at 05:12, nella categoria: sorgigio.fi-to-mi-bo:. Lascia un tuo commento qui



davanti ad una tomba

lapide

 

Notte bianca di luce e di neve
che cala leggera su prati e balconi,
fa un girotondo in mezzo alla piazza,
i bimbi che giocano a far le pallate,
le mamme a chiamarli si sono sgolate.
Ma e’ strana la neve nel cimitero
dove mi trovo in questo momento,
sono li fermo davanti a una tomba,
il cuore nel petto cosi mi rimbomba,
un nome che leggo, un ricordo lontano,
di giovinetta donna che fu nel mio cuore.
Ti vedo coperta in un manto di neve,
il cuore gelato, il corpo ormai freddo.
Ricordi le notti lontane di agosto
quando io ti prendevo per mano,
ero felice perché’ eri felice,
poi un novembre te ne sei andata
lasciando la vita e la mia mano gelata.
Or guardo quei bimbi che sono a giocare
pensando ai nostri giorni felici
ove anche noi giocavamo come loro.
Un bacio ti mando, un pensiero un addio,
dalla tua foto io levo la neve,
una carezza ti lascio lieve,
tu riposa nel sonno profondo,
io torno a giocare in questo mondo.
autore :sorgigio

Questa poesia è stata scritta da admin, il 19 febbraio 2010 at 11:32, nella categoria: sorgigio.fi-to-mi-bo:. Lascia un tuo commento qui



SONNO

dprmire-viso-di-donna

 

E allora buongiorno,
alla gente del bar che dorme beata,
che il  letto non vuole lasciare,
che di alzarsi non vuole sapere.
Ora qua nella grande eldy
dormono sogni beati
ma ieri sera fra canti e latrati
con il vino si sono incontrati,
ma stamani vi siete zittati,
con coperte vi siete copriti.
Ora la nella casa lontano
il silenzio regna sovrano,
dormite dormite fanciulli,
che il giorno con voi si trastulli,
verrà sera, magari stasera
che ritorna la lieta atmosfera.

autore:sorgigio

Questa poesia è stata scritta da admin, il 8 febbraio 2010 at 04:46, nella categoria: sorgigio.fi-to-mi-bo:. Lascia un tuo commento qui



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