E mi ricordo il primo sguardo
quando t’incontrai.
Sguardo fugace ed altrove
mi girai.
Non ti conoscevo.
Era la prima volta che
t’incontravo e già il mio
pensier da te lontano
se n’andava.
Ma all’improvviso ti guardai,
eri corteggiata ed in
competizione mi trovai.
Ti parlai, mi parlasti .
Mi dicesti che:” serio non
mi sembri!”
Ma il destino altro avea
deciso.
Ti conquistai con un
sorriso.
Son passati gli anni
e sempre insieme
stiamo.
Siamo anziani ormai.
La vita però ci ha donato
la progenie e degli
splendidi nipoti che di noi
perdureranno il nome
e vita virtual ci doneranno
nel futuro.
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NOTE “SOL”itarie
Vibrano, nell’aere
ovattato da una
placida sera da
argentei raggi
illuminata, le corde
di un violino solitario.
Lanciano al ciel
singhiozzi amari
di un perduto amore.
Ricordi struggenti
straziano l’animo.
Copiose le lacrime
leniscono l’ansia.
Poi, per magico incanto,
le note stridenti
più dolci si fanno.
Ed al cor ferito
la speranza ridanno.
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RICORDI DI CACCIA
Un giorno ormai lontano con gli amici
a caccia me ne andavo.
Come d’uso ormai da tanto tempo,
la squadra s’organizzava
e la battuta di caccia iniziava.
Tra una schioppettata e l’altra
allegramente per la campagna
si vagava aspirandone i profumi
delicati che le nari appagavano
ed il cor d’allegria colmo rendeano.
Già nel carniere alcune prede avea
quando all’improvviso sul limitare
d’un filar di vite, dai colori
dell’autunno ramato, davanti
a me una beccaccia si parò.
La guardai ,mi guardò.
Il fucile già spianato le puntai,
ma quegli occhi a me trafitti
di sparare m’impedirono.
Con la voce le gridai, volò via
e tra gli alberi fulminea sparì.
Disegno era del fato che quel
dì la mia vita di cacciator segnò.
Tra i filar d’ulivi camminavo,
quando un tordo sul ramo si posò
e lo sguardo mio incrociò.
Di sparare il coraggio mi mancò
Ed il tordo, assai perplesso ,via volò.
Tornai a casa, con l’animo turbato,
Il carnier posai e le prede mie osservai.
Nell’inerzia della morte mi gridavano
chiedendomi il perché di
tanta disumana crudeltà.
D’allora il fucile, sempre lustro,
bella mostra di sé fa nella vetrinetta.
Lo guardo e mi ricorda giorni felici
trascorsi in compagnia degli amici.
Il ricordo ormai è assai lontano
ma a caccia virtuale ancor vado.
Mi piace osservar nell’aere il volo
degli uccelli, che con le evoluzioni
loro il ciel riempiono e l’alma
colmano di splendide emozioni.
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TENEREZZA dedicato da: Rodolfo Danese
“A tutte le mamme, a coloro che avrebbero voluto esserlo ed a quelle che lo diverranno, dedico questi pensieri con profondo affetto.”
Perle preziose
d’iridescente e calda
tenerezza sgorgan
ad irrigar le bianche
gote di una mamma
che il suo bambin
osserva, al sen
legato, a suggere
della vita il nettare.
Magica visione, lirica,
bella e rilassante
da custodir gelosamente
ed incorniciare nelle
pagine più belle
di nostra esistenza.
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