Giocavo con i miei ricordi
Li mettevo infila, uno dietro l’altro
Scrivevo loro accanto un’impressione
Poche lacrime e un unico sorriso,
e sempre una serie di emozioni .
Accarezzavo languidamente
i pensieri dolci di una volta
perfino quelli frutto di follia.
Ricordi perduti per illusorie realtà,
pensieri colpevolmente abbandonati
Dietro pur esitata risposta
Al richiamo di chiara ipocrisia.
Per falso ideale fu grande la ferita
Irraggiungibile la grande avventura.
Con chiara sciocca presunzione
Tentavo di aprire cuore e mente
Di una magica Fata deliziosa.
Forse fu pretesa spudorata,
tiepida, morbida pazzia
o ingenua ricerca dell’amore.
Oggi gioco ancora coi ricordi
Ma più non vivo il fascino di un sogno
Né rincorro chimere o utopie,
li metto in fila uno dietro l’altro
ma senza più una lacrima
li accompagna solo un gran sorriso.
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PERDONAMI
Sono immobili e mute stasera la luna e le stelle,
appena velate da profonda aria di tristezza;
svanisce la speranza in vano, pietoso tentativo
di fugare ansie e dolori da mente e cuore inquieto.
Privo di sicuro ancoraggio in questo immenso mare,
naufrago novello, rifletto con la mia eterna solitudine,
idee e pensieri, ridotti ormai a doloroso rimpianto,
ricercano invano, nell’aria incantata della notte
improbabile tiepido calore di smarrito affetto.
Un vociare stizzito e insistente rompe quiete e silenzio,
ricorda l’amore vissuto e crudelmente mi avverte
che non ti vedrò piu fluttuare su letti di nuvole leggere
dietro il canto stridulo di stormi di gabbiani bianchi.
Affiora quindi violento il ricordo di un errore fatale,
accarezzavo un sogno, non mi accorgevo
che era solo un desiderio troppo ambizioso
Mi illudevo e fingevo di volare alle prime luci del mattino,
ingenuo, volevo affidare i miei pensieri ad un soffio di vento,
allo stormire delle foglie, per portarti una carezza nei capelli,
mille baci sulle guance e il mio affetto nel palmo della mano.
Perciò perdonami se il fruscio delle foglie non lascerà più
su frammenti di cielo sussurri e sospiri di un amore tardivo.
E Concedimi perdono se non cercherò più sulle guance
impronte di baci, ormai sbiadite dal tempo impietoso.
E pazientemente perdo nami se alle prime ombre della sera
quando parlo alla luna mi sfiora ancora un sogno.
E’ solo una lieve illusione che da spazi infiniti,
da eterne luci serali, possa io riprendere la forza
per riuscire a lenire vecchie ferite profonde.
Adesso tutto è fermo e senza tempo e ovunque silenzio,
le cose e gli spazi sembrano di pietra
vivo in una realtà metafisica confinato quasi
in un quadro di De Chirico o Morandi.
Non vedo piu Le barche verdi e le vele allegre della baia.
Non ti vedo passeggiare sulla spiaggia ai limiti dell’acqua.
Ti vedo attenta a non cancellare le orme profonde
lasciate sulla sabbia, speri forse che potrebbe trovarle
e seguirle un uomo piu fortunato di me.
Non cercare più il mio cuore con i tuoi occhi di fuoco,
mentre brucia la mia anima a brandelli.
E perdonami se il sogno si è fatto rimpianto
e ciò che è cancella lo splendore di un amore vero.
Perdonami se ho usato per te parole dolci, soffici e leggere.
Perdonami………. Per non aver capito
Perdonami ……….per non averti dato ……..
Perdonami………..
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Il mio eterno mare,
calmo e trasparente,
Entravamo in acqua
La mano nella mano
Tutto intorno sorrideva:
L’onda di risacca
Il verso stentoreo
Di gabbiani in volo
Pronti a ghermire
Il pesce di scarto.
I giochi sulla spiaggia,
I corpi abbronzati
Dal sole d’agosto.
La tiepida carezza
della brezza di mare
Fra i capelli.
E la sera sulla spiaggia,
La luna piena,
Il fuoco di un falò.
Momenti felici,
Vivi nei ricordi.
Un lampo
E poi la notte
Non sono nostre
Le orme sulla sabbia
La luna è intristita,
È spento il fuoco di un falò,
Invano la mano
Cerca la tua mano.
Eravamo giovani
Sei andata via
Ero un’avventura
Un giocattolo da usare
Per il tempo di un’estate.
Vorrei sapere però
perché conservi
Una rosa avvizzita
In un libro di latino.
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.
Metti raffinato gusto in versi illuminati,
puntuale mostri una signora silenziosa,
cullata da lento languido abbandono.
Non rincorre sogni, né si interessa ai fatti della vita
Tace il suo cuore e i pensieri si disperdono
Dietro il crepitio del fuoco acceso nel camino.
Ha deposto ogni arma la vecchia rassegnata.
Con le tue parole dure esplode l’avversione
a ripugnante, fredda, insensibile rinuncia
alla gioia, alla bellezza e alla speranza.
Gridi il tuo rifiuto a denti stretti e a pugni chiusi
Contro l’esistenza fatta di indolenza ed abulia,
miseri sentieri verso la sconfitta e poi la resa.
Improvvisa esplode una morale coraggiosa
metti in chiaro con versi carichi di passione
la ripugnante avversione a una realtà priva d’esistenza.
Dove fredda rassegnata vegeta vita dissennata.
Spirito guerriero, avvezzo a combattere problemi,
tieni a distanza gelida apatia e oscena noncuranza.
Parli al mondo in versi di coraggiosa pratica di vita
E lo scopo e la speranza che diventi prassi della gente.
Porti una lezione di morale al pavido scettico meschino,
Suo malgrado, incapace di reggere allo scontro
timoroso e spaventato di subire la sconfitta.
Scegli la vita come impone libertà e coscienza
Sai che sempre bisogna opporre risposta coerente
contro fatti ed eventi mai impossibili da affrontare.
Né avverrà che in lontano giorno, magari in altra vita,
possa tu sedere rassegnata in sua compagnia;
certo saprà aspettarti e ti lusingherà ostinata ognora,
ti blandirà e ti alletterà con ipocriti vezzi e con moine,
risulteranno solo seduzioni inutili e vani adescamenti,
rassegnazione sa già che la tua morale volge altrove.
autore:flavio
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Con allegoria mirata vestita di fascino e calore
e uno stato d’animo rivolto al gusto e alla bellezza,
racconti, limpida metafora, di attenta massaia;
insieme a desideri e fantasia, nobili ingredienti,
impasti farina con “sogni d’oro” e lacrime di gioia.
Malaccorta alla fine, per esagerato grado di calore,
giunge improvvisa, triste clamorosa delusione,
fedifraga condotta aggredisce con l’inganno,
spazza via piacevoli sapori e sentimenti delicati,
spegne la passione, col sogno muore la speranza.
Ma non crea nell’anima né ferita, né amarezza dolorosa,
l’errore è fatto e, novella massaia, ti rivolgi altrove,
fiduciosa ti dirigi verso approdi di genere diverso
dove il dolce si conquista per compenso di mercede
senza pagare, per pegno, il naufragar dei sentimenti.
Né ti affligge insistente, importuna voglia di rivalsa,
né conflitto interno fra ragione e pensieri di vendetta.
Spirito libero, certo delusa e lievemente amareggiata,
trasporti proposti e progetti su limpidi cieli d’altro genere
dove è facile volare, serena e felice, anche senza ali.
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