Poesie di Eldy

GIACCIO DA SOLO NELLA CASA SILENZIOSA….di Federico Garcia Lorca

Giaccio da solo nella casa silenziosa,
la lampada è spenta,
e stendo pian piano le mie mani per afferrare le tue,
e lentamente spingo la mia fervente bocca verso di te e bacio me fino a stancarmi e ferirmi – e all’improvviso son sveglio,
ed intorno a me la fredda notte tace,
luccica nella finestra una limpida stella – o tu,
dove sono i tuoi capelli biondi, dovè la tua dolce bocca?
Ora bevo in ogni piacere la sofferenza e veleno in ogni vino;
mai avrei immaginato che fosse tanto amaro essere solo
essere solo e senza di te.

 Come son pesanti i giorni,

A nessun fuoco posso riscaldarmi,
non mi ride ormai nessun sole,
tutto è vuoto,
tutto è freddo e senza pietà,
ed anche le care limpide stelle
mi guardano senza conforto,
da quando ho appreso nel mio cuore,
che anche l’amore può morire.

Federico Garcia Lorca

 

Questa poesia è stata scritta da francesca, il 23 agosto 2015 at 18:28, nella categoria: altri autori. Lascia un tuo commento qui



STELLE…..poesia di Rabindranath Tagore

Dedicata a tutti voi, ma soprattutto a Gianna che, come me, ama all’infinito questo poeta e ha postato tante sue poesie nelle chat dei blog. E’ un vero peccato vadano perse, così ho deciso di postarne alcune. Iniziamo con questa.


Intanto Buon Agosto a tutti!!!         

      Francesca

https://www.youtube.com/watch?v=EcHF_CUTil8

Sognai che lei sedeva vicino al mio capo,
arruffando teneramente i capelli
con le dita, suonando la melodia
del suo tocco.
Guardai il suo volto,
e lottai con le lacrime,
finché l’agonia di parole non dette
lacerò il mio sonno come una bolla.

Mi sedetti sul letto e guardai lo splendore
della Via Lattea sopra la finestra,
come un mondo di silenzio in fiamme,
e mi chiesi se in questo momento
lei sognasse un sogno simile al mio.

Nella tua eterna veglia,
tu ascolti i miei passi che s’avvicinano,
mentre la tua letizia si raccoglie
nei primi albori del mattino
ed erompe nell’esplosione di luce.
Più mi accosto a te, più profondo diventa
il fervore nella danza del mare.
Il tuo mondo è uno spruzzo di luce
che si diffonde, colmandoti le mani,
ma il tuo cielo è nel mio cuore segreto;
esso schiude lentamente
le sue gemme in timido amore.
Io desidero te, soltanto te

il mio cuore lo ripete senza fine.
Sono falsi e vuoti i desideri
che continuamente mi distolgono da te.
Come la notte nell’oscurità
cela il desiderio della luce,
così nella profondità
della mia incoscienza risuona questo grido:
“Io desidero te, soltanto te”.
Come la tempesta cerca fine
nella pace, anche se lotta
contro la pace con tutta la sua furia,
così la mia ribellione
lotta contro il tuo Amore eppure grida:
“Io desidero te, soltanto te”.

Ho sognato che lei, seduta vicino al mio letto,
mi sollevava dolcemente con le mani i capelli,
facendomi sentire la gentilezza delle sue dita.
Guardavo il suo viso, lottando con le lacrime
che mi offuscavano lo sguardo,
finché il languore delle sue dolci parole
mi fermò il sogno, come una luce iridescente.

Rabindranath Tagore

 

Questa poesia è stata scritta da francesca, il 1 agosto 2015 at 18:22, nella categoria: altri autori. Lascia un tuo commento qui



UN SALUTO PER MARIA (di Fernando Pessoa).

Dedico questo saluto all’amica Maria. E’ uno stralcio, molto profondo, della malinconica nostaglia di Fernando Pessoa, un poeta che ho amato molto.

la-tenuta-dei-ricordi

Saluto tutti coloro che mi leggeranno,
togliendomi il cappello a larghe falde,
quando mi vedono sulla mia porta
appena la diligenza spunta in cima al colle.
Li saluto e auguro loro sole,
e pioggia, quando la pioggia è necessaria,
e che nelle loro case, presso
una finestra aperta,
ci sia una sedia prediletta
ove possano sedersi leggendo i miei versi.
E che leggendo i miei versi pensino
che io sono una cosa naturale:
quell’albero antico, per esempio,
sotto la cui ombra si sedevano da bambini,
con un tonfo, stanchi di giocare,
e si asciugavano il sudore della fronte accaldata
con la manica del grembiule a righe.

Fernando Pessoa

Questa poesia è stata scritta da francesca, il 3 giugno 2015 at 14:12, nella categoria: altri autori. Lascia un tuo commento qui



Cogli questo piccolo fiore… di R. Tagore per Gianna

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Gianna ci dà l’opportunità di onorare un grande, alto, sublime poeta: Rabindranath Tagore, insignito del Nobel per la letteratura nel 1913 con questa motivazione

« Per la profonda sensibilità, per la freschezza e bellezza dei versi che, con consumata capacità, riesce a rendere nella sua poeticità, espressa attraverso il suo linguaggio inglese, parte della letteratura dell’ovest. »

Infatti cercò con i suoi scritti e la sua filosofia di accordare e completare due culture: l’orientale e l’occidentale. Est e Ovest

Grazie Gianna pubblico subito la poesia che hai scelto

“Cogli questo piccolo fiore”
di Rabindranath Tagore

Cogli questo piccolo fiore e prendilo.
Non indugiare!
Temo che esso appassisca
e cada nella polvere.
Non so se potrà trovare posto
nella tua ghirlanda,
ma onoralo
con la carezza pietosa della tua mano
e coglilo.
Temo che il giorno finisca
prima del mio risveglio
e passi l’ora dell’offerta.
Anche se il colore è pallido
e tenue è il suo profumo
serviti di questo fiore finché c’è tempo
e coglilo.


Immagini: quadri di Balla e Boccioni, due pittori futuristi e poesia di Tagore
Musica: “Memorias de Africa” di Orquesta Alhambra (Google Play • iTunes • eMusic)
(lavoro di Angela Ferilli)

Questa poesia è stata scritta da paolacon.eldy, il 10 aprile 2015 at 00:57, nella categoria: altri autori. Lascia un tuo commento qui



NON ABBANDONARTI….poesia di R. Tagore, proposta da Gianna

La nostra amica Gianna, che come me ama il poeta-drammaturgo-scrittore Rabindranath Tagore, mi ha chiesto di pubblicare questa sua poesia. 

Tagore con la sua profonda sensibilità, la freschezza e la bellezza dei suoi versi, riesce a rendere nella sua poeticità, il proprio amore per la natura, per l’uomo e per Dio, le proprie aspirazioni di fratellanza umana, la propria passione.

Pubblico con molto piacere questa poesia di Tagore e ringrazio Gianna per avercela proposta.

“Non abbandonarti, tienti stretto,
e vincerai.
Vedo che la notte se ne va:
coraggio, non aver paura.
Guarda, sul fronte dell’oriente
di tra l’intrico della foresta
si è levata la stella del mattino.
Coraggio, non aver paura.

Son figli della notte, che del buio battono le strade
la disperazione, la pigrizia, il dubbio:
sono fuori d’ogni certezza, non son figli
dell’aurora.
Corri, vieni fuori;
guarda, leva lo sguardo in alto,
il cielo s’è fatto chiaro.
Coraggio, non aver più paura”.

Rabindranath Tagore

Questa poesia è stata scritta da francesca, il 9 aprile 2015 at 19:44, nella categoria: altri autori. Lascia un tuo commento qui



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