Poesie di Eldy

SCHERZA, RIDI E SII EDUCATO…..di Alfred-Sandro.ge

il natale è ormai passato
e più buono sono stato
si ma troppo m’e’costato
esser buono ed educato.
l’insultino mi friggeva
l’offesina che spingeva…
il deridere qualcuno
fare il bullo con piu’ d’uno
questo si ch’e’ divertente
non gli auguri a quella gente
che neppure si conosce
spesso manco si capisce
troppo bello dallo schermo
fare il furbo, farsi scherno
di qualcuno che non sai
e che mai conoscerai
tu sei quello che tu sei
sei un genio, un professore,
giornalista, direttore?
un chirurgo, uno scienziato?
ma a parlar con te chi e stato?
uno stolto? un deficiente?
un che merita mai niente?
uno che si può burlare
uno che si può umiliare?
se per te è divertente
divertirsi con la gente
che neppure tu conosci
sol perchè tu non gradisci
un pensiero, una parola
o non ha la tua di scuola?
ma non pensi tu tapino
che là dietro allo schermino
tu non puoi, non puoi sapere
chi ci sta li a sedere:
ci può essere MADONGO
col pc dal centro-Congo
o puo essere Mariu’
architetto del Peru’
e ci puoi pure trovare
chi lavora in mezzo al mare
una bella hawaiana
che intreccia la collana,
Ma al di là del grigio schermo
puoi trovarci anche l’inferno
il mafioso, l’arrivista
forse un prete o un fascista
un bulletto che fa il gallo
e nel vero ha tutto mollo.
la signora compiacente
che si porta molta gente
per avere compagnia
nella stanza della zia.
E per questo che conviene
per il proprio e l’altrui bene
comportarsi degnamente
e non fare il deficiente…
scherza, ridi e sii educato
non sai mai chi hai trovato…….

Questa poesia è stata scritta da francesca, il 1 febbraio 2017 at 16:37, nella categoria: alfred. Lascia un tuo commento qui



sei troppo giovane

di seguito la traduzione…..

‘a ballava o can-can in ti’ varietæ
in te’ periferie de’ grandi çittæ.
A l’aiva due gambe che paivan colonne,
a l’ea linvidia de tutte e donne.
a sœ’ ambission a l’ea Brodvei
ma sœ’ mammà a n’œva savei:
“t’e ‘na creatua, te’ troppo piccinn-a,
ho puia che poi ti me torni pinn-a.
i’ Americhen sono furbi, son ricchi,
fregan e figge con un müggio de trücchi,
te offran palanche, fiori e profümmi
n’ bella vitta, vesti e costümmi
te invexendan con belle parolle
poi magari han môgge e prolle
cosci ti arresti da sola co-a pansa
…manco e palanche pe’ pagate a stansa.
….giusto e palanche!!…..comme ti vivi?
speravo sempre che ti me o divi,
oua guagno discreto, guagno benin
da quande travaggio  in te un casin.

traduzione

Ballava il can-can nei varietà
nelle periferie delle grandi città
Aveva due gambe che sembravano colonne,
era l’invidia di tutte le donne.
La sua ambizione  era Broadway
ma mia mamma non ne voleva sapere
“ho paura che poi mi torni incinta”.
Gli americani sono furbi, son ricchi,
imbrogliano le ragazze con un mucchio di trucchi,
ti offrono soldi, fiori e profumi
ti confondono con belle parole,
poi magari hanno mogli e prole,
cos’ rimani sola con la pancia
…neppure i soldi per pagarti la camera.
..a proposito di soldi!! come vivi?
speravo che me lo dicessi!
ora guadagno discretamente, guadagno benino,
da quando lavoro in un casino!

 Can-Can

Questa poesia è stata scritta da admin, il 17 giugno 2014 at 21:53, nella categoria: alfred. Lascia un tuo commento qui



Mimosa

Questa poesia è stata scritta da admin, il 7 marzo 2012 at 12:13, nella categoria: alfred. Lascia un tuo commento qui



e mou belan

 

 

E mou belan,
non vedo più le vele ammainate,
la navi alla fonda nel mare grigio
che unito al cielo ancora più grigio
fa sembrare i tetti ancora più grigi.
Caligô,
nebbia grigia del mare che sale
nella maccaja e ci avvolge in un’aria
ovattata e triste ma nostra, solo nostra.
Spuma bianca di onde di spiagge deserte,
che bagnano sassi rotondi appiattiti dal tempo.
Uomini!!!!!
Avete nascosto il mare!
Formiche laboriose al suono di sirene
tra lampii e scintille d’acciaio si guardano tristi
Maccaja negli occhi, nel cuore.
Tralicci d’acciaio che svettono al cielo inermi
come piramidi nude, neri, silenziosi.
Un uomo li guarda e piange.
E mou belan, Genova muore!!!
Autore: Alfred 

Note
belan= eufemismo genovese per non dire “belin”

considerato una parolaccia.
caligô = la nebbia che arriva dal mare
Maccaja= l’umidità di certe giornate di scirocco a Genova
 

 

Questa poesia è stata scritta da admin, il 6 marzo 2012 at 16:45, nella categoria: alfred. Lascia un tuo commento qui



genova

 

genova grigia con i suoi tetti grigi,
col suo immenso mare grigio,
col suo immenso cielo grigio
genova tra monti e mare,
troppo vicini, troppo alti,
genova piange.
maltrattata, percossa, offesa,
genova la “superba”,
genova spogliata.
ora genova piange
maledetti !
genova ! riscàttati !

Autore: Alfred

Dipinto raffigurante la chiesa di Santa Maria di Castello nel XVII secolo.

Questa poesia è stata scritta da admin, il 6 novembre 2011 at 22:31, nella categoria: alfred. Lascia un tuo commento qui



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