Poesie di Eldy

grazie

Grazie,
sei arrivata puntuale come sempre,
questa è la tua caratteristica: la serietà.
Ti sei presa un impegno e lo mantieni
nonostante l’età, nonostante qualcuno
avesse bloccata l’attivita tua ben avviata,
solo col puerile pretesto della produttività.
Ma naturalmente è stato da tutti riconosciuta
l’importanza della tua presenza, della tua utilità sociale,
della tua immensa importanza educativa ed ecologica.
Chi altri se non tu saprebbe liberare le case, le famiglie,
le persone, da tutte le bugie,le falsità, le ipocrisie
accumulatesi nello spazio di un mese?
Tu, solo tu.
Come le più rinomate ditte di sgombero arrivi, ti guardi attorno,
e ti carichi tutto nel tuo capiente sacco che hai usato
per lasciare le ultime sciocchezze che Babbo Natale, presuntuoso,
non ha voluto consegnare.
Porti via tutto, anche la finta atmosfera di festa che angosciosamente
aleggiava da troppo tempo.
Ora possiamo ritornare noi stessi senza falsità.
Per un anno intero potremo girare tranquillamente
senza maschere senza i sorrisi buoni e felici.
I bambini potranno tranquillamente essere vivaci come è nella lora natura.
Potremo finalmente incrociare il nostro vicino senza salutarlo e per strada
camminara tranquillamente senza dover stringere mani ed abbracciare persone.
Potremo finalmente vivere un anno serenamente.
Potremo finalmente riconoscerci in noi stessi.
Grazie Befana.
Grazie EPIFANIA che tutte le feste ti porti via .
befana1

Questa poesia è stata scritta da admin, il 6 gennaio 2010 at 09:46, nella categoria: alfred. Lascia un tuo commento qui



addio

Sta lì, in un angolo,
triste,
ha ancora tutti gli ornamenti,
è ancora bello ma nessuno più lo guarda,
neppure i bambini,
E’ invecchiato in poco tempo,
nessuno prova più emozioni per lui,
lui lo sa, ha ancora pochi giorni,
pochi giorni per fare il suo dovere,
lui il suo dovere lo fa anche se nessuno ormai lo nota più.
Ai sui piedi non c’è più niente,
solo un po’ della sua vecchiaia che viena spazzata via con dispetto e noia.
Ha creduto  di  poter diventare grande, importante,
glielo avevano promesso,
era giovane, sano, vigoroso,
l’hanno portato a casa felici, allegri,
l’hanno accarezzato, coccolato,
 i bimbi  si divertivano a farsi pungere da lui,
hanno scelto per lui il punto più bello della casa,
tutti avrebbero  dovuto vederlo, anche al buio,
hanno scelto gli ornamenti più belli,
qualcuno antico anche di valore
messo in alto perchè i bambini non lo tocchino.
Ora è vecchio, non serve più.
Sono impazienti che se ne vada, è ingombrante.
Lo spoglierano, gli piglieranno tutto senza riguardi.
Neppure i bambini si ricorderanno di lui : era li per loro.
Quando gli avranno preso tutto lo porteranno via,
lo abbandoneranno sulla strada,
vecchio, seminudo, al freddo,
forse con altri vecchi inutili come lui,
con l’inutile speranza di essere portato
dove gli avevano promesso
che avrebbe vissuto tutta la vita.
Di lui rimmarrà qualche traccia sotto un mobile
a ricordare della sua esistenza.
Addio albero di Natale.
rami-secchi_img_0225

Questa poesia è stata scritta da admin, il 5 gennaio 2010 at 12:28, nella categoria: alfred. Lascia un tuo commento qui



l’agabbadora

L’avevo sentito alla radio una sera mentre ero intentento alla chat.
L’inizio lo avevo perso, non ricordo se per distrazione o perchè
la trasmissione era già iniziata.
Stavano parlando della Sardegna.
Conosco poco l’isola, ci sono stato una sola volta e sinceramente
ho avuto una non bella esperienza.
Forse per questo motivo la mia attenzione è stata colpita dai discorsi
che in quel momento sentivo.
Stavano presentando un libro che usciva in libreria in quei giorni.
FEMINA AGABBADORA.
Nome strano che ha colpito la mia fantasia.
Ho prestato attenzione a quello che dicevano i due conduttori in quel momento:
……..munita di una specie di martello di legno, si recava nell’abitazione del malato su
richiesta dei parenti e dopo aver chiesto di rimanere sola recitava alcune preghiere
e formule magiche.
Terminato questo rito assestava un solo colpo alla testa del malato terminale
col quale poneva fine alle sofferenze del poveretto.
Ero pressocchè sconvolto: alla mia età non avevo mai sentito una cosa simile,
la ritenevo impossibile.
La mattina seguente sono andato subito in libreria per acquistare il libro:
non lo avevano ancora. Lo avrebbero ordinato.
Grazie ho detto, lo cercherò in centro.
Tornato a casa accendo subito il computer, mi collego ad internet e digito:
FEMINA AGABBADORA.
Trovo immediatamente quello che speravo di non trovare,
una marea di siti che trattano l’argomento.
Apro il primo:
Deu ci sia”, era la formula pronunciata dalla agabbadora, quando si accingeva
a compiere il suo mandato presso la famiglia del moribondo, dove giungeva
preferibilmente a tarda sera, avvolta di nero.
Lasciata sola al capezzale dell’agonizzante, dopo essersi fatta il segno della croce….
Ho letto tutto di un fiato. Non mi sembrava ancora vero.
Il macabro rituale è stato in uso ufficialmente fino agli anni 50 del 1900 e
pur non essendo lecito pare fosse tollerato dalle autorità.
In chat ci sono molti Sardi e molte persone conoscitrici delle usanze sarde:
sarebbe bello saperne di più.
alfred
martello

Questa poesia è stata scritta da admin, il 3 gennaio 2010 at 22:09, nella categoria: alfred. Lascia un tuo commento qui



buon anno

Buon anno,
Buon anno anche a lei,
Buon anno a tutti.
Certo, grazie e speriamo che questo  che arriva sia migliore.
 Davvero questo appena trascorso ci ha portato tanti problemi,
………anno nuovo, vita nuova !!!
Sicuramente, ora basta ! quest’anno basta mi voglio divertire,
……….promesse , buoni proponimenti.
Idee di grandi cambiamenti.
Si apetta l’anno nuovo per ricominciare una nuova vita,
da sempre…………..
C’era l’usanza di gettare dalla finestra le cose che non usavano più in segno scaramantico,
…………….l’anno nuovo…………
Eppoi dopo due giorni ti accorgevi  che non era cambiato niente.
Tutto come l’anno prima e due anni prima e tre anni prima……..
Promesse, progetti, speranze………………
l’unica cosa vera, alla quale non avevi neanche pensato
era che ……………… avevi un anno in più .
E quello era vero .
Buon anno a tutti

 eldy2

Questa poesia è stata scritta da admin, il 2 gennaio 2010 at 15:59, nella categoria: alfred. Lascia un tuo commento qui



il torrone

Ho un pezzo di torrone di cioccolato che mi sta guardando da tre giorni in modo insistente,
mi segue con gli occhi, osserva tutto  quello  che faccio. l’ho messo da parte il giorno di Natale
ero sazio, non me la sentivo di mangiarlo tutto  da solo, ora è li che mi guarda imbronciato,
crede di non essermi piaciuto.
Non sa che io vado matto per il torrone di cioccolata. eppure avrebbe dovuto
accorgersi che l’ho mangiato soltanto io, e mi sono pure leccato le dita.
Non l’ho neppure rifasciato bene. Questo avrebbe dovuto fargli capire
 che che lo avrei rimangiato da li a poco tempo. L’avessi riposto nella scatola
 di cartone in mezzo alla frutta secca potrebbe aver pensato che l’avrei tenuto
 per l’Epifania, ma era mal fasciato, lo si capiva subito che era una sistemazione
 provvisoria, al massimo all’indomani. poi vabbè ho deciso di prendermi una tregua,
 ho lasciato passare ancora due giorni, c’erano anche due fette di panettone
 che aspettavano. Col pandoro abbiamo fatto un accordo anni fa: lo consumo a colazione col caffelatte,
 oppure nel pomeriggio a merenda pucciato nel moscato dolce. orami è un’abitudine
consolidata nel tempo.
Mi sta guardando male il torrone di cioccolato. E’ proprio offeso.
Mi fa pena vederlo triste. mi segue con con le nocciole spezzate dall’ultimo morso
che fanno capolino dalla stagnola dorata tutta stropicciata.
Mi fa pena davvero: lo mangerò oggi dopo il pranzo, prima del caffè.
Dai non mi guardare così, sono le undici!!!
Va bene dai sei troppo impaziente vieni che ti mangio, ma ricorda : per quest’anno sarai l’ultimo !!!

alfred

  torrone

Questa poesia è stata scritta da admin, il 29 dicembre 2009 at 12:01, nella categoria: alfred. Lascia un tuo commento qui



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