Poesie di Eldy

NEVE

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Un manto bianco copre il terreno,
le mie orme macchiano quel colore pulito,
è candido, è puro, i miei pensieri
vorrei che fossero così, belli,
candidi e puri di ogni bellezza che
ho conosciuto, guardo dietro di me
le orme delle mie scarpe che rimangono
come il lavoro che si è fatto nelle vita,
ma queste orme svaniscono con il caldo,
il bene che si è fatto rimarrà per sempre,
dimentichiamo il bene e ricordiamo
il male che si è fatto.
Ecco si scioglie la neve
le mie orme non esistono più,
ma restano le impronte del mio passaggio,
sarà stato bello e vincente,
o brutto e perdente?
RICORDIAMOCI DEL MALE FATTO E NON DEL BENE

autore:lorenzo3.an

Questa poesia è stata scritta da admin, il 4 dicembre 2010 at 04:28, nella categoria: lorenzo3.an. Lascia un tuo commento qui



Incontri eldyani Poesia scritta da robertadegliangeli

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  Amici, risate, allegria,
       comincia così il pensiero,
       di rincontrare gli amici di sciatta.
       Essere con loro, rivivere altri incontri.
       Si parte, il tempo passa velocemente,
       al nostro arrivo sono li ci attendono,
       ecco, sembra esserci lasciati poco prima,
       comincia il divertimento insieme.
       La passeggiata bagnata,
       nulla va come sperato,
       noi siamo contenti lo stesso.
       Il ballo, la serata, le risate, il brindisi,
       è già mattino a nanna,
       tutto come fossimo ragazzini.
       Sempre quel mattino i saluti e la gioia,
       esserci conosciuti ancora po’,
       portare a casa sempre qualcosa in più,
       dei nostri vecchi e nuovi amici.
       E’ andato tutto bene, è stato tutto bellissimo,
       a presto rincontrarci carissimi amici.
            Autore:robbi

Questa poesia è stata scritta da admin, il 3 dicembre 2010 at 15:44, nella categoria: robertadegliangeli. Lascia un tuo commento qui



Ogni caso

rossobspizzichi

Ogni caso

Poteva accadere.
Doveva accadere.
È accaduto prima. Dopo.
Più vicino. Più lontano.
È accaduto non a te.
Ti sei salvato perché eri il primo.
Ti sei salvato perché eri l’ultimo.
Perché da solo. Perché la gente.
Perché a sinistra. Perché a destra.
Perché la pioggia. Perché un’ombra.
Perché splendeva il sole.
Per fortuna là c’era un bosco.
Per fortuna non c’erano alberi.
Per fortuna una rotaia, un gancio, una trave,
un freno,
un telaio, una curva, un millimetro, un secondo.
Per fortuna sull’acqua galleggiava un rasoio.
In seguito a, poiché, eppure, malgrado.
Che sarebbe accaduto se una mano, una gamba,
a un passo, a un pelo
da una coincidenza.
Dunque ci sei? Dritto dall’attimo ancora socchiuso?
La rete aveva solo un buco, e tu proprio da lì?
Non c’è fine al mio stupore, al mio tacerlo.
Ascolta
come mi batte forte il tuo cuore

autore: Wislawa Szymborska
 

Una bellissima poesia dell’autrice polacca Wislawa Szymborska dal cui Benedetta Tobagi ha tratto il suo libro dedicato al padre: “Come mi batte forte il tuo cuore” Suggerita e condivisa con noi dalla nostra amica Lucia1.tr

Questa poesia è stata scritta da admin, il at 15:31, nella categoria: altri autori. Lascia un tuo commento qui



Da lontano

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Da lontano
Il monte inbiancato..laggiù il mare..la luce della luna, scivola sull’acqua, come argento fuso, le nuvole sembrano isole lontane..riesco a vedere qualche costellazzione.. è un luogo bello, lassù, pieno di pace..dove tutti i pensieri sono cnsentiti..a patto che non si disturbino.. l’uno con l’altro.. .L’aria fredda mi congela il viso, le mani..fa quasi lacrimare gli occhi..accendo una sigaretta..osservo la scritta sul pacchetto.. Il fumo uccide.. ,sorrido, penso che ci siano un’infinità di cose che uccidono.. .Il fumo si perde nell’aria..sale, poi scompare..lo seguo con lo sguardo.. . Sono solo qui..ascolto la quiete che c’è intorno..dovrei essere in pace ..anche con me stesso..ma è guerra dentro me.., riascolto le parole dette.. rivedo quella porta sbattuta con violenza, quelle parole scritte senza desiderarlo veramente, senza cuore.. senza respiro..senza coraggio.Rivedo quei momenti della vita..io che dicevo prendila a schiaffi la vita.. non lasciare che ti dia calci in bocca..ma quanti ne ho presi..e ogni volta a ricominciare..ad afferrarla per i capelli quella vita stramaledetta.., vittorie e sconfitte..battaglie in corso.. . Stringi i denti..si va avanti sempre avanti..e non si vede mai la meta..fiori spezzati..l’armatura una volta lucida rifletteva il sole..adesso è opaca..ammaccata, troppi fendendenti..a destra e a manca..troppe volte in ginocchio..a guardare il fango da vicino.. . Dovrei chiedere scusa a tanta gente..dovrei chiedere scusa anche a te.. che mi leggi..volto sconosciuto..dovrei raccogliere i pochi cocci rimasti di un coraggio andato in pezzi..ma è come trattenere l’acqua del mare in una mano.. . Dovrei fermarmi..qui in questa pace..di una notte senza tempo..mentre guardo da lontano un mare calmo..tinto d’argento..dovrei fermarmi in questo silenzio sublime.. e da lontano..ancora una volta dirti ti amo.

autore:Parsifall

Questa poesia è stata scritta da admin, il 2 dicembre 2010 at 11:57, nella categoria: parsifall. Lascia un tuo commento qui



Bella Akhmadulina

 

 

Áåëëà ÀõìàäóëèíàLa poetessa russa Bella Akhmadulina, l’autrice piu’ acclamata e piu’ recitata nell’ex Unione Sovietica, protagonista con Evgheni Evtushenko della stagione letteraria del disgelo poststaliniano, e’ morta ieri sera a Mosca all’eta’ di 73 anni. L’annuncio della scomparsa e’ stato dato dal marito, l’artista Boris Messerer, precisando che la moglie e’ rimasta vittima di un attacco cardiaco.
Immediato il cordoglio del presidente russo Dmitri Medvedev, che ha parlato di “una perdita irreparabile”, sottolineando come l’opera di Akhmadulina faccia ormai parte dei “classici della letteratura russa”. E’ stata piu’ volte candidata al Premio Nobel per la Letteratura.
Delle sue poesie i giovani russi ne hanno fatto canzoni, della sua bellezza i suoi coetanei hanno fantasticato, il suo talento i critici hanno declamato. E Bella Akhmadulina, figlia di un padre tartaro e di una madre di origine italiana (il suo bisnonno materno si chiamava Stopani) ha restituito ai suoi lettori tutta la forza repressa della lingua e della letteratura russa durante gli anni del regime comunista.
Nata a Mosca il 10 aprile 1937, iscritta all’Istituto letterario Gorkij di Mosca, Bella Akhmadulina fu espulsa per scarso profitto in marxismo-leninismo e poi riammessa, terminando gli studi nel 1955, lo stesso anno in cui pubblico’ le prime poesie sulla rivista “Ottobre”.
 Bella Akhmadulina si affermo’ con la raccolta di liriche “La corda” (1962), improntate a un arduo tecnicismo verbale. Fu allora che si pose in prima fila, insieme con Evtushenko (che fu suo primo marito, sposato nel 1954) e Andrej Voznesenskij, nella nuova generazione poetica poststaliniana, cui il recente disgelo aveva consentito una certa liberta’ di ispirazione e il distacco dalla retorica ufficiale.

 

 

Questa poesia è stata scritta da admin, il at 03:11, nella categoria: altri autori. Lascia un tuo commento qui



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