Per fuggire al caldo torrido della piana, sono andato per un mesetto al mio paese natio: Basati di Seravezza, nella provincia di Lucca. Luigi Testaferrata, nel suo libro –L’Altissimo e le rose- , lo definisce il paradiso terrestre. Siamo in collina ai piedi del Monte Cavallo, in una cornice di castagni.
La gente è cambiata sia nei modi di fare che nel parlare. Il dialetto va scomparendo, quella musicalità atavica, non si sente più. Sistemate le cose sotto la direzione della capa, ho fatto una doverosa visita al Cimitero. Il cancello è sempre aperto, chiude l’ultimo che se ne va e fissa le due parti con un semplice filo.
Entro e non mi faccio il segno della croce ma saluto tutti con un gesto della mano. Sono sicuro che mi hanno capito. Non c’è nessuno, anche perché l’ora è tarda. Faccio una visita ai miei genitori e mi fermo un po’ a parlare con loro. Mio padre mi sorride, anche se un segno delle labbra comunica una certa sofferenza. Mia madre invece, tutta pettinata con cura come sempre, fissa un punto imprecisato. Il pensiero va a quando mio padre, dopo qualche bicchiere di troppo, cantava ad alta voce :< Bandiera rossa, alla riscossa…> A mia madre, invece, piacevano gli stornelli alla fiorentina. Mi metto a ridere, tanto non c’è nessuno. Tolgo i fiori secchi e li porto al cassonetto.
Giro ancora fra le lapidi e vedo la tomba di una mia carissima amica. La foto la mostra sorridente e giovane: caspita com’era bella. Ci volevamo bene, un giorno mi fermò e mi disse: <Basta! Non dobbiamo vederci più!> Ci rimasi male, molto male. Si era innamorata di un mio amico che ballava benissimo, io saltellavo come una foca. Mi feci da parte. Sono sempre stato molto fortunato in amore. Ho preso dal borsello un fazzoletto e ho pulito la foto e l’ho baciata. Non so perché, ma di botto mi è venuto il raffreddore e mi lacrimavano gli occhi. La brezza della sera di solito fa’ questi scherzi. Se poi ci metti il silenzio che ti circonda e il rosso della sera che avvolge le Apuane, anche i più duri si commuovono.
Accarezzo la lapide e sussurro un timido ciao e mi allontano. Sono sicuro che mi seguirà con lo sguardo. Risento anche il suo profumo. E’ quasi buio. Accosto il cancello e lo chiudo con il solito filo.
Domani ritornerò a fare due chiacchere.
Giulio Salvatori. Non posso mettere: Maledetto Toscano
Contributo di
, 10 settembre 2019 22:03.
Grazie Giulio. Mi si sono inumiditi gli occhi anche a me leggendoti. Con i ricordi ci si rincuora, si soffre qualche volta , ma si va avanti. Avanti popolo! Ciao a Francesca e a te.
grazie Giuliolu, del tuo post, molto commovente ma bello per aver portato a tutti i tuoi cari, un saluto sincero i fiori freschi alla tua mamma e Papà lei come sempre ben pettinata il tuo papa’era allegro perche’ un tempo dopo un buon bicchiere di vino, cantava Avanti popolo alla riscossa bandiera rossa trionfera’,a papa’ piaceva quella canzone lasciamola cantare,ora nel silenzio di quel piccolo Cimitero non svegliera’ nessuno e mamma cantera’ le sue vecchie canzoni,In questo momento forse la brezza della sera anche i miei occhi si bagnano di lacrime,e giusto cosi erano i tuoi cari, quella bella ragazza ti seguiva con il suo sguardo,hai pulito la sua foto dandole un bacio,sei stato bravissimo magari era il tuo primo amore, che non si scorda mai.scendeva la sera e Giulio è riuscito fare il suo dovere cambiari i fiori, salutato tutti i suoi conoscenti e usci sereno chiudendo quel piccolo portone.grazie Giuliolu, del tuo raconto molto sentito da tutti noi.Eri e sarai sempre speciale.Un saluto e grazie per averci racontato questo gesto di sensibilita’ verso tutti. Sei un grande Toscanaccio. A presto con nuovi raconti!
Come sempre Giulio vede la sua montagna con una poetica antica che commuove e intristisce nello stesso tempo .Il cimitero, i cari , l’amata che se ne è andata , le foto vive che sorridono. Una letteratura agreste , dove Le montagne,i castagni e l’onnipresente Monte Cavallo, diventano quinte immarcesibili. Domani farà due chiacchiere coi morti , in fondo sono gli unici che ci ascoltano senza interrompere.
Certi ricordi non si cancellano dalla mente e ogni tanto, in particolari momenti, ritornano più forti e ci fanno rivivere episodi di vita trascorsa, piacevole e no, ma è sempre bello ricordare. In quei tuoi gesti al Cimitero mi sono rivisto anche io Giulio, in fondo sono uguali per molti di noi e li ripetiamo tutti, più o meno.
Che altro dire? Bè, che in fondo, anche il maledetto Toscano, ha un cuore tenero. Ciao Giulio.
Certamente si, sono consapevole che riguarda e tocca tutti. Ho pensato di esternare il mio stato d’animo. Il più piccolo dei Cimiteri, è una Grande Pagina che ci unisce.Qui, non occorre alzare la voce per farci ascoltare.E anche se non ci conosciamo fisicamente, ci sentiamo più vicini. Inoltre, come dice una poesia di Peguy:”…non sono lontani, sono all’altro lato della strada…”Un abbraccio