Buongiorno a tutti. Son qua, son tornata ma non chiedetemi per quanto, non lo so neppur io. Per ora ci sono, se vi fa piacere. Visto che il 2023 sta finendo e considerato la negatività di questi ultimi tempi, smanettando nei blog da me gestiti ho trovato questa simpatica storia del nostro amico Giulio, il toscano. Così ho deciso di pubblicarla e vedere se anche a voi fa muovere le labbra ad un sorriso.
Grazie a tutti. (Francesca)
Molti anni fa, nelle case di montagna non c’erano i termosifoni, l’unico riscaldamento era il fuoco o una stufa a legna. ma il fuoco si sa, come diceva mio padre, ti brucia il viso e ti si ghiacciano le spalle. poi, il focolare non era in tutte le stanze, ecco che si doveva riscaldare il letto, almeno ai bambini, con la borsa dell’acqua calda o altri rimedi.
La Maria, una bella donna rimasta giovanissima vedova e sola, per la gente del paese era una persona seria e rispettata. la tramontana soffiava forte e il freddo si faceva sentire. La Maria incontra l’Antonia e scambiano qualche parola. Dice la Maria all’amica:
< e’ tre giorni che tira questo vento gelido, ma a me non fa paura, ieri sera avevo il prete nel letto, e mi ha scaldato dai piedi alla testa. pensa che, ad un certo momento della notte, l’ho dovuto allontanare con un ginocchio perché mi faceva caldo, sudavo! >.
L’Antonia la guardava negli occhi senza fare domande. ma come, la sua amica Maria, così seria, riservata, mi dice queste cose come se fossero barzellette? Se lo racconto a mio marito non ci crede neanche se mi metto in ginocchio. Ma non posso tenermi dentro un segreto così delicato, grave, ma a chi lo racconto. non posso certo dirlo al prete, neanche nella confessione, e se fosse lui, il prete della Maria ?
Passano alcuni giorni, il vento gelido si calma, la domenica la Maria va a messa e incontra di nuovo l’Antonia. questa si meraviglia di vedere l’amica che va in chiesa e sussurra fra se: “ ma la messa la dice il prete, e lei? Lei ha la faccia tosta di prendere anche la comunione dalle mani del prete? Quel prete che l’ha scaldata tutta la notte? L’ha detto lei! se non me lo avesse raccontato stavo meglio, non sapevo nulla, ma ora…”
La Maria si avvicina all’amica e la saluta con gioia:
< buon giorno Antonia, stamani non è freddo, ho messo il prete in soffitta e ho portato lo scaldino con la cenere ai fiori nell’orto. Si, mi ha scaldato per tre notti e sono stata molto bene. Verrà anche la primavera. te con cosa lo scaldi il letto ai bimbi?>
Solo in quel momento le nubi sparirono dal suo cuore, aveva ritrovato l’amica di sempre. Capì e si ricordò che il trespolo, si chiama anche prete. ha solamente la forma diversa.
Questa volta sono veramente il maledetto toscano – giulio
Contributo di
, 14 novembre 2023 16:08.
Sdrammatizzare per un attimo, serve e aiuta. Viviamo un tempo difficile, Giulio ci aiuta a sorridere con la sua ironia intelligente.
Grazie amico!
Ciao Giulio bello il post che Francesca ti ha postato, solo che a me non la facevi perchè anche da noi in dialetto si chiama prete. Sempre bello il tuo scrivere, e la risata me la sono fatta uguzlmente. Spero che tu ricominci a scrivere e magari cerchiamo di far scrivere anche a Francesca. Amici miei vi saluto e a presto.
Mi unisco all’incoraggiamento di Gabriella con l’augurio di continuare, perché si può anche andare piano, ma l’importante è non fermarsi. Un saluto per Giulio, Francesca e tutti coloro che seguiranno, Ciao.
Non sono un “Maledetto toscano”
È vero.
Siamo chiusi e talvolta anche un po’ snob. Perché se nasci e cresci all’ombra della Cupola del Brunelleschi ti vien da pensare che il centro del mondo stia proprio nella strada che stai calpestando.
Siamo altezzosi e un po’ boriosi, perché in fondo siamo ancora convinti che la capitale d’Italia sia sempre qui.Ma siamo anche comici, brillanti e assai vivaci. Con quella C che non esiste e che in fondo fa impazzire ogni dialetto. Perché a noi le cose non ci piacciono, a noi le ci garbano.nPerché noi non ti chiediamo dove stai andando, noi diciamo “indo’ tu vai”. Per noi sei grullo e anche un po’ bischero. E se ti si dice è perché di bene te ne vogliam di molto. Camminiamo per Santa Maria del Fiore e ci affacciamo dal Campanile di Giotto. È nostra la Galleria degli Uffizi. E tu ci arrivi passando da Piazza della Signoria. Con Palazzo Vecchio, la Loggia dei Lanzi e la fontana del Biancone.Il Ponte Vecchio e le sue botteghe. Piazza Santa Croce e Santa Maria Novella. Il Piazzale Michelangelo con la statua del David e il Giardin di Boboli. Per poi finire nell’Oltrarno coi suoi negozi e mercatini. Il quartiere di San Frediano, la Chiesa di Santo Spirito e Palazzo Pitti.La bistecca e il vino rosso.La pappa al pomodoro e la ribollita. La primavera alle Cascine e le serate chiusi in casa a guardare la Viola. La città del Giglio bello.La patria di Petrarca e un po’ anche del Boccaccio e soprattutto del Sommo Poeta. Che ebbe a citarci tanto nell’Inferno, quanto nel Paradiso, passando dal Purgatorio.L’italiano che nasce da questo nostro volgare trecentesco. E poi ancora avanti per finire alle risate. A quel genio di Monicelli, alla supercazzola prematurata, per poi sostare nell’immortale zingarata. Ma in cima a tutto, sopra tutto, questo nostro Lungarno. Con le luci e le immagini riflesse. Con la pace e il rumore della brezza. Perché ancora oggi, e te lo giuro, se tu mi baci qui, è come far l’amore. Che gioia, Firenze, essere tua.
“Non sono Un maledetto toscano”à
Quanto sei bella Firenze nel silenzio del mattino, fra poco il risvegliocome sai fare tu un pochino becero, chiaccherone come ti si addice nel tuo splendore di dama tu sei conquista di chi ti osserva e ammira come volo di rondine senza rumore, per le strade del centro. Tu sei nel mondocome un giglio nel mezzo del cuore fiorente e splendente come raggi di sole diffondi l’amore, la speranza nel cuore della gente.Gu.
Ringrazio Gabriella e Giuseppe per l’incoraggiamento a proseguire nello scrivere e postare mantenendo vivi i blog. Purtroppo in Incontriamoci ho grossi problemi e questo mi demoralizza un pochino. Non prometto nulla ma vedrò di essere più presente compatibilmente con i numerosi impegni che ho.
Un caro saluto a tutti.
Inutile nasconderlo: fa piacere ricevere i commenti e Vi ringrazio