Il letto ? Si, il letto ,questo comunissimo oggetto quotidiano sul quale passiamo buona parte della nostra vita, oltre oltre ad essere testimone dei sogni degli incubi, vede anche i nostri amori e spesso la morte.
Ad esempio ho avuto rapporti con lui per quasi 250.000 ore (circa 3.000 all’anno) …non male !
All’inizio dei tempi era un mucchio di foglie secche o una pelle di animale in un angolo protetto di una grotta, poi nella Mesopotamia e nell’antico Egitto ha cominciato ad essere una vera struttura spesso coperta da tappeti, si dice che fosse stato re Assurbanipal nel 700 a.c. ad avere un vero e proprio letto come quello che intendiamo ora noi.
I romani, i greci e gli etruschi prediligevano i triclini che oltre alle normali funzioni, servivano anche per banchettare.
Nelle campagne in età medioevale si dormiva sul fieno e sulla paglia e i ricchi e i nobili avevano grandi letti a baldacchino con grossi materassi pieni di piuma d’oca e lana , solo dopo la scoperta dell’America si sono visti sacconi pieni di foglie di mais o di cotone.
Dobbiamo pensare a tutte le declinazioni del letto: quello di contenzione, quello ospedaliero, oltre ai modernissimi ed ipertecnologici letti dove la domotica regna incontrastata.
E’ il primo oggetto col quale entriamo in contatto, nasciamo e tosto veniamo posti nella culla che diventerà il nostro esclusivo abitare per parecchi mesi.
Ora la parte predominante del letto è diventata ” il materasso”, nel 1871 Simmons inventò il materasso a molle con imbottitura di lana e cotone .
Ora il materasso tecnologicamente avanzato, in lattice, in memory in multistrati ha preso l’importanza del dormire relegando la struttura “letto” a mero contenitore.
…”il materasso, il materasso il materasso è la felicità ” canta Arbore.
Questa è la brevissima storia del letto, oggetto come si vede importantissimo e unico testimone di buona parte della nostra vita …. io dormo su di un letto antico in ferro battuto e il tuo com’è ?
Franco
Contributo di
, 1 giugno 2021 18:33.
Era grandissimo quel letto sembrava…
Un letto in ferro battuto colore nero era cosi grande che sembrava p.zza “Signoria”. Il letto di mia nonna, sono passati molti anni, il ricordo di quel grande letto è sempre vivo nei ricordi, con dei lenzoli e cuscini di lino bianchissimi con delle materasse in lana o vegetale. Per farli cosi bianchi i lenzoli si usava preparare il
“Ranno” acqua, e sapone veniva tagliato a piccole scaglie e la cenere della cucina, si buttava dentro il catino il lenzolo si teneva a bagno tutta la notte e il mattino. Si faceva il bucato, tutto questo a mano. Per scaldare il letto si usava il trabriccolo o prete, la provenienza del nome è sconosciuta era lungo ricurvo sembra una barchetta, l’altro invece rotondeggiante, altro tipo di trabiccolo. Nel mezzo al trabiccolo si metteva il veggio nel gancio (Il Veggio è sempre di terra cotta, e ambedue servono per scaldarsi le mani, e alcuni vi pongono su anche i piedi). Questi erano i mezzi di tanti anni fa per scaldare il letto, toglieva l’umidita’ e poi con il calore del corpo stavi al calduccio. Sono rimasti dei bei ricordi. Ricordi di ragazzo. Sono usi popolari che non si fanno più. Mi sono permesso di fare un racconto nel racconto spero che Franco Muzzioli approvi questa mia bischerata. Un saluto dalla città del fiore. Gu.
Il letto non mi esalta né mi indigna. Meno male che ho un divano di fronte al televisore. E che mi ci posso distendere accanto alla mia gatta Khalì che ronfa di gratitugine.Ma non mi dimentico di rimgraziere Franco, Guglielmo e Francesca.
Non sono un frequentatore assiduo del letto anche perchè dormo poco.Più facile trovarmi sul divano con la mia gatta Khalì a guardare la televisione. Comunque, dal divano guardo e ringrazio Guglielmo, Franco e Francesca.
Questi sono i “commenti” caro Guglielmo, “l’articolo” deve essere principalmente un esca per far nascere cose belle come quella che hai scritto tu, dovrebbe essere spesso così, allora Eldy e le sue piccole-grandi cose ha una sua funzione culturale.
Certamente caro Lorenzo il divano è più “precario” ma più sexi, più intrigante e chissà che ogni tanto la dolce Khalì non ceda il posto a qualche altra “gattina”.
Hai raccontato la storia del letto di ogni epoca, di ogni tipo, forma e composizione Franco, povero letto… in tutti i tempi e tutte le forme, ha sempre subìto e non si è mai lamentato, non ha l’uso della parola… ma proviamo a pensare, se i letti potessero parlare, quante storie avrebbero da raccontarci: belle, brutte, gioiose, amorose, tristi, tragiche, di malattie, sofferenze, morte e tutto il resto dell’umana esistenza a letto!
Personalmente uso il letto solo per coricarmi la sera. E’ così da sempre e, grazie a dio, finora non mi ha vista troppo ammalata per abusarne a lungo. Però, quando arriva sera e sono molto stanca, non vedo l’ora di coricarmi con il mio libro, indispensabile prima di addormentarmi. Ciao Franco, bella disamina.
Nella mia vita (ormai lunga) sono stati tanti i letti che possono raccontarmi dal tempo della guerra all’adolescenza e la giovinezza nella mia camera di città e poi i letti del matrimonio in questi ormai 58 anni !!! Quelli che più ho odiato sono i letti degli alberghi, quando andavo alle riunuioni di Milano o Varese o quelli sparsi nell’Emilia, letti incogniti(anche se belli) che non raccontano storie perchè sono ciechi, muti e sordi.