Ascoltando la telecronaca di una giornalista in occasione della cerimonia di addio ai tre Vigili del fuoco periti ultimamente …, questa ha detto: Il coraggio delle lacrime. Al momento mi sono detto cosa volesse dire, poi, ho dato la mia definizione.
Ci sono circostanze in cui l’uomo, a differenza della donna, trattiene con “coraggio” le lacrime. Non so se si tratta di forza o timidezza. Rimanere duri e non lasciare trapelare neanche una lacrima, credo sia uno sforzo immane. Ci nascondiamo dietro un paravento di cristallo anche perché, quello sguardo serio, cupo, impenetrabile, non è altro che un fiume sotterraneo di lacrime.
A me, cadono anche se cerco di trattenerle. Non dobbiamo davvero vergognarci a soffiarci il naso e asciugare gli occhi. Non è altro che la partecipazione con il cuore e con l’animo a certi eventi. Certamente sono meglio le lacrime di gioia e di queste non ci vergogniamo. Perché? Si ritorna al concetto della giornalista: il coraggio delle lacrime. Lacrime amare, lacrime di rabbia, lacrime di odio, lacrime impotenti verso circostanze alle quali non riusciamo a dare una spiegazione.
Mille perché graffiano il cuore e vorresti gridare, piangere, ma ti trattieni. Magari vuoi trasmettere quel coraggio ai figli, alla moglie alle persone care.
Si attraversa un momento di tensioni generali create da imposizioni partitiche o di coscienza. Gli animi sono tesi e, l’armonia è sparita anche dal più piccolo borgo. Il rispetto della Vita Umana, della proprietà, della società, sfiora l’incomprensibile.
Se vogliamo trovare “Il coraggio delle lacrime”, Bisogna riscoprire quella dimensione pacifica e di rispetto delle Leggi, cominciando dai vertici delle Istituzioni di ogni ordine e grado, chiesa compresa.
Giulio Salvatori. Il Maledetto Toscano. Questa volta ci vuole.
Contributo di
, 10 novembre 2019 19:14.
Molto bello questo articolo, a parte la perizia della scrittura muove uno stereotipo che faccio fatica a concepire , “l’uomo non deve piangere !” . Era un concetto arcaico che vedeva l’uomo forte , l’uomo della battaglia, l’uomo del coraggio , quello appunto che non piangeva mai. Per fortuna , grazie alle lotte della donna , ci siamo accorti che non c’è differenza di genere davanti alla sofferenza o alla gioia. L’uomo piange , le sue lacrime e i suoi occhi sono uguali a quelli della sua compagna. Piange davanti ad una disgrazia come quella descritta, piange abbracciando un bambino , piange e basta. Forse anche l’età porta ad avere una maggiore propensione a sciogliere i legacci del sentimento a non essere scoglio nella bufera e a dimostrare agli altri i nostri sentimenti e le nostre fragilità. Che bello un uomo fragile , più umano, forse più buono e soprattutto più uguale alla donna.
Giulio ho letto attentamente il tuo post, bello umano ma vedi, io da quando mio marito mi ha lasciata causa un brutto male e avevamo poco più di cinquanta anni, non piango più. Non sono più stata capace di piangere ne per altre disgrazie ne di grande gioia per la nascita di quattro nipoti. Ho visto le altre due nonne piangere di gioia io non ci sono riuscita. Perchè? non lo so. Quando vedo alla tv. notizie terribili il cuore mi si stringe ma lacrime niente. Sono forse tanto dura, non si sa. Un abbraccio strittoloso ciao
Piangere? Non piangere? Ma sì che piangiamo. E sì anche al non pianto, ma alla rabbia, considerando le miserie di un’umanità (ma è umana?) che fa morire la gente per incassare un’assicurazione.Quindi piangiamo e ci rivoltiamo.Maschi e femmine. Senza alcuna differenza di genere.Comunque, grazie a Giulio che ha posto il problema. Benedetto toscano. E a Francesca, che l’ha subito proposto agli eldyani e a Poesia.
La perdita della vita da parte di tante persone che con coraggio, abnegazione, dedizione e sacrificio compiono il loro pesante, impegnativo e sempre rischioso lavoro per accorrere in soccorso ai propri simili in situazioni di pericolo, merita le nostre lacrime senza doverci sentire deboli e senza vergognarci, ma ancora di più deve scaturire la nostra rabbia verso coloro che, incuranti delle conseguenze per altri esseri, creano per propri fini queste situazioni tragiche. Non meritano perdono. Condivido il tuo punto di vista Giulio e non aggiungo altro, grazie, ciao.
Certo che tutti possiamo piangere, succedo troppe disgrazie questi poveri ragazzi , vigili del fuoco erano in quel luogo maledetto ,perche’ era il suo lavoro,erano stati chiamati per quel incendio, dove hanno perduto la vita,seguendo i funerali il mondo piangeva anche i sassi compresa io pure i suoi colleghi ragazzi giovannissimi c’era troppo dolore, ora vedremo cosa succedera’ ma loro ormai non torneranno indietro dalle sue care famiglie.Grazie Giulio per aver posto questo problemo, ti chiami sempre questo maledetto Toscano, invece sei un uomo molto sensibile a riguardo a queste tragedie,Un saluto e grazie a te x tutti.