Carissime Amiche a Amici, dopo tanto tempo, mi riaffaccio nella sala di Eldy. E lo faccio con piacere, anche perché vi ho rotto le scatole per anni e non posso svanire nel nulla. Qualcuno di Voi avrà visto su FB qualche locandina o filmato di un libro che parla della Versilia: “Alla ricerca del folclore versiliese”. Si tratta di uno dattiloscritto di un secolo fa, lasciatoci da una Maestra, ritrovato fra le cartacce da un’attenta insegnante che si era recata in quel plesso scolastico per una supplenza. E infatti da questa maestra, oggi novantenne, circa otto mesi fa, mi propose di curarne la stampa con correzioni e integrazioni. Cosa che ho fatto con grande soddisfazione.
Ma questa è un’altra storia.
Avevo scritto anni addietro, un racconto che parlava di Marito e Moglie che, tutte le mattine, si fermavano in prossimità di un tornante della strada di montagna, e rimanevano a lungo. Avevano posato sul muricciolo della strada, alcuni vasetti di fiori di garofani rossi. Si seppe in seguito che, con quella loro presenza e con quei fiori, intendevano ricordare il figlio: le cui ceneri, erano state “lanciate” nelle selve circostanti. E tutte le mattine, questi genitori, stavano ore e ore a fissare un punto imprecisato, come se volessero dialogare col figlio.
Non li ho più visti. Non ho fatto domande né ricerche, anche se li conoscevo. La loro assenza può dare diverse risposte. Li voglio ricordare seduti che mi salutavano sorridendo.
I rovi hanno completamente ricoperto il muricciolo e da quell’intrigo di verde, emergono forti e slanciate due rose dritte e rigogliose: una gialla e una rossa. Non aggiungo altro, se non un profondo pensiero.
Credetemi, non ho inventato nulla.
Il solito maledetto toscano – Giulio Salvatori
Contributo di
, 25 giugno 2019 22:13.
Il passato , le ombre di lievi dolci fantasmi , i muriccioli annosi ricoperti di verde con i roseti ormai spontanei , le ceneri di ragazzo lasciate alle brezze dei boschi , le vecchie maestre .Quanto di deamicissiano ricordo c’è negli scritti di Giulio. E’ molto bello conservare le memorie , radici che nella confusione mondana , nel virtuale dilagante , sono necessarie per non perdere quel pò di noi stessi , dei nostri padri e dei nostri nonni , delle nostre tradizioni, che siamo ancora capaci di raccontare.
I ricordi non si possono dimenticare, ritornano sempre alla mwnte, risbocciano appunto come i fiori e riscopri il profumo e il colore dei petali. Sono momenti vissuti, alcuni con gioia, altri con tristezza ma sono sempre riflessioni della nostra anima… sono la vita. Grazie Giulio, ti aspettiamo ancora, un saluto.
Innanzitutto voglio fare i miei complimenti a Giulio per il suo libro “Alla ricerca del folclore versiliese”. Ricordi di quella Maestra oggi novantenne e racconti del nostro amico Giulio legati alla cultura e al dialetto locale. L’ho letto quel libro, oggi è andato ad arricchire la mia biblioteca soprattutto perchè è autografato dall’autore con importante dedica.
E ora veniamo al post qui presente. Mi commuove, infinitamente, perchè vedo quelle due rose e so benissimo chi le ha messe lì. Grande Giulio!!!
In anteprima complimenti a Giulio per il suo libro,”Alla ricerca del Folgore versiliese”,quanti ricordi di questa Maestra oggi novantenne e molti racconti del nostro amico Giulio,molto legati al dialetto locale, e alla loro cultura, Sara’ certamente bello da leggere è autografato dall’autore con importante dedica.Certo il post ci commuove nel racconto di Giulio ,parla di Marito e Moglie che conosceva molto bene che sostavano spesso in un muretto in una curva pericolosa per chi passava osservando questi genitori cerano dei vasetti di geranei,di vari colori, purtroppo in quel luogo cerano le ceneri del proprio figlio,parlavano e gesticolavano tra loro. un giorno tutto spari ma chi rimane sensibile si chiede, cosa è successo.mai piu’ quei genitori, i vasi dei loro geranei, ma in silenzio qualcuno a pensato che due rose ci stanno bene, per avere il ricordo di quel ragazzo.quelle rose crescevano velocemente ,per occupare quel posto della memoria.Cè chi si chiama Maledetto Toscanaccio.. Io credo con la sue sensibilita’ e umanita’ verso tutti abbia provveduto a coprire quel vuoto occupato sempre da dai genitori di quel ragazzo.queste rose germoglieranno con lo stesso amore di cui parlava. grazie della tua sensibilita’Giulio Eri e sarai sempre un Grande Uomo! Ti aspettiamo per altri tuoi scritti a presto, un grazie di cuore a te.
Vi ringrazio, ma non esageriamo. Scrivo quello che vedo e quello che sento e, se un fatto, un evento, un episodio mi colpisce, sento il desiderio di condividerlo.
Giulio, molto bello e sensibile il tuo racconto. Il ricordo di un muretto dove in silenzio con gli occhi persi nel vuoto erano soliti sedere marito e moglie. Gli univa un grande dolore ed ora a distanza di anni è rimasto un ricordo con due rose. Un saluto ciao
grazie Giulio per sapere condividere, un fatto ,un episodio, un evento, un desiderio da condividere, con gli amici di Eldy, grazie per questo pensiero, buona serata a tutti.
Ricordo perfettamente quel tuo racconto ,il mio commento ,avranno perso il figlio tra quei monti ED ora questo tuo commovente finale ,grazie GIUJIO ,un commosso ringraziamento ,un caro saluto
Grazie Sandra, è sempre un piacere “Incontrarti”.