Poesie di Eldy

I M M A G I N I

I M M A G I N I

coppia in blu Chagal

Se dovessi immaginare la profondità,
penserei al tuo sguardo.
Se dovessi cantare  la gioia
vorrei vedere il tuo sorriso radioso.
Se dovessi gustare  la dolcezza
accarezzerei le tue labbra morbide
che cantano solo per me.

Se dovessi  descrivere la generosità
vorrei parlare del tuo cuore grande.
Se dovessi ammirare la bellezza
dovrei scoprire la tua interiorità.

Un anno insieme, quante parole piene di significati,
quante emozioni dai mille colori,
vissute con autentica intensità
quanto calore, quanti sorrisi, quanti abbracci…

Ma che cos’è se non un grande Amore?

Un sentimento inaspettato, autentico,
che si  conferma ogni giorno
nel cammino che facciamo insieme….

Ci sono strade impervie, altre molto più lineari
e poi dolci pendii nei quali perdersi per ritrovarsi
più sicuri, più vicini, più motivati ancora.

Se dovessi dipingere  la felicità, bè, allora disegnerei
noi due insieme, mentre mano nella mano,
guardiamo un punto dell’orizzonte azzurro, molto lontano..

Ti  amo ancora…..

Ti amo… di più!
Autore: Cicco

Questa poesia è stata scritta da paolacon.eldy, il 5 novembre 2011 at 16:26, nella categoria: cicco.53. Lascia un tuo commento qui



Il sorriso di Elena

         

 

            

   Se il sorriso vale più di mille parole.. ,
il tuo non ha parole ma..
saranno brillanti stelle cadenti
da raccogliere ai tuoi piedi .
Può durare anche un istante ,
ma il ricordo è eterno .
Guardandoti allo specchio
lo manderai in frantumi e,
dai suoi cocci, si formerà un mosaico.
E il tuo sorriso vivrà per sempre
superando ogni ostacolo .
Mi rammarico ma non t’invidio ,    
mentre tu sorridi le mie fantasie
viaggiano nel tempo,
come rondini a primavera ,
ma non sarà più
la mia di primavera..!!
e nel cuor mio ti terrò
in silenzio .
Autore:Miki

Questa poesia è stata scritta da admin, il at 04:42, nella categoria: miki. Lascia un tuo commento qui



Bufera

 

 

Michelangelo Buonarroti-Soldati

…………………………………………….

La neve era già alta, a fatica si andava avanti
in fila indiana, quindici uomini, chiusi nelle
bianche divise.
Altri tre uomini, erano di copertura a circa un
kilometro dietro dietro di noi. Le coordinate
del satellite ci avevano portato fuori strada,
forse a causa di una tempesta magnetica,
quando ce ne rendemmo conto, eravamo in un
vasto pianoro, nel mezzo del nulla.
Il vento soffiava forte  sferzava i nostri visi,
i fiocchi di neve ghiacciati si appiccicavano
sulle visiere degli elmetti.
Qualcuno imprecava, il freddo era pungente
poi quel vento aumentò di densità,
i nostri gorotex tutto ad un tratto sembrava
non ci proteggessero più da quel gelido freddo.
La bufera ci sorprese così, la neve fittissima
ci impediva la visuale, gli uomini davanti a me
erano quasi ombre che si muovevano,
non avevamo riparo alcuno, intorno a noi solo
un manto bianco, mentre la sera stava scendendo
piano. La radio gracidava, poi la voce..,
erano quelli di copertura. Siamo seguiti, forse sono 
trenta uomini, sono a circa tre kilometri dalla
vostra posizione.
Sapevamo di non essere nel quadrante di sicurezza
sapevo che dovevo dare l’ordine di fermarsi..
sapevo che la neve avrebbe cancellato le nostre tracce
sapevo che forse sarebbe stata anche il nostro nemico
più temuto.
Diedi l’alt, tutti mi guardarono stupiti, tutti sapevano dei nostri
inseguitori.. tutti sapevano che li in quel vasto
pianoro, non avevamo riparo sia dalla neve sia in caso
di attacco.. .
Signore siamo scoperti, la voce del tenente,
Non possiamo andare avanti, in queste condizioni, risposi,
ci fermiamo qui, divida gli uomini in gruppi di cinque, ogni
gruppo deve distanziarsi di circa venti metri, a formare un
triangolo.
Ogni gruppo userà i propri zaini a mò di muro ,
scaveremo nella neve il nostro riparo
aspetteremo qui gli uomini di copertura,
sanno la nostra posizione, aspetteremo
che questa bufera di neve si plachi,
è buio anche i nostri inseguitori dovranno fermarsi
non credo abbiano un addestramento migliore del nostro.
Raduni gli uomini.
Il vento misto a neve imperversava,
a stento riuscivo a vederli li davanti a me.
Dobbiamo attendere che si plachi questa bufera,
siamo inseguiti ma la neve ha cancellato ogni nostra
traccia, questa è la notizia buona,
la cattiva è che passeremo qui la notte,
vi dividerete in tre gruppi di cinque, userete
i vostri zaini per costruire una specie di muro,
dietro al quale scaverete delle buche nella neve.
Vi ci stenderete dentro, e vi coprirete con i teli, a turno
uno di voi  vigilerà affinche  nessuno
ceda al torpore , se vi addormentate morirete congelati.
Massaggiate più che potete, mani e piedi, resteremo in contatto
visivo..in bocca al lupo a tutti.
La neve scendeva violenta, nel giro di un’ora aveva coperto
la nostra presenza, eravamo ormai parte del manto bianco
Nei nostri rifugi improvvisati, le estremità
del corpo erano aghi pungenti, il freddo ci attanagliava,
la stanchezza fisica faceva il resto, quella mentale
di non cedere al torpore era il nemico da sconfiggere.
Passarono minuti poi ore, i ragazzi di copertura ci raggiunsero
sfiniti, anche loro scavarono le proprie buche.. .
Intorno solo il rumore del vento che sibilava, la notte
ci ghermì, passarono così altre due ore..
poi il vento si calmò,
I fiocchi di neve  adesso scendevano piano,
piano come i nostri movimenti, eravamo intorpiditi
ma salvi, cartina alla mano facemmo il punto
della nostra posizione, il quadrante di sicurezza
distava da noi a circa tre o quattro ore di marcia.
Lentamente ci rimettemmo in cammino,
dei nostri inseguitori neanche l’ombra, forse
avevano rinunciato.. .
L’alba rischiarò quell’immenso manto bianco,
il satellitare riprese a funzionare..
raggiungemmo il quadrante di sicurezza, i civili
ci accolsero con entusiasmo ed affetto,
ci ristorarono.., due ore dopo, le pale degli elicotteri
volteggiavano verso casa , tanti civili erano rimasti nelle loro
case, tanti avevano deciso di tornare a casa con le proprie
famiglie.. .
Io osservavo dal portellone il paesaggio sottostante,
sorridevo, avevo svolto il mio lavoro.. . Un buon lavoro,
la voce del comandante, la proporrò per un encomio solenne .
Autore:Albino

Questa poesia è stata scritta da admin, il 4 novembre 2011 at 03:56, nella categoria: albino. Lascia un tuo commento qui



Lacrima

 Pablo Picasso: “Weeping  Pablo Picasso: “Weeping Woman” ( donna in lacrime ), 1937, Tate Gallery, LondonWoman” ( donna in lacrime ), 1937, Tate Gallery, La donna in lacPablo Picasso: “Weeping Woman” ( donna in lacrime ), 1937,

( donna in lacrime ), 1937, ……………………

pp( donna in lacrime Pablo Picasso) 

 Vorrei essere una lacrima,
dai tuoi meravigliosi occhi
cadrei lentamente,
per accarezzare dolcemente il tuo viso,
per poi
morire sulle tue labbra.
Autore:Carmen3.na

 

Questa poesia è stata scritta da admin, il at 03:34, nella categoria: Carmen3.na. Lascia un tuo commento qui




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