In tanti momenti di cupa solitudine ci siamo ritrovati come due naufraghi alla deriva, come due esseri privi di forza e con un maledetto bisogno di essere capiti, di essere compresi per non soccombere nel vuoto che ci avvolgeva, tra quel nulla che ci circondava.
Due naufraghi partoriti in spiagge così lontane, tra scenari di paesaggi così diversi, dove si sono nutriti di sole parole per tanto tempo. Per troppo tempo questo unico ed esile filo ci ha uniti, ci ha stretti in una morsa dalla quale non abbiamo saputo trovare la forza di svincolarci. Era così bello essere in balia di queste parole, ora forti, ora lente , che sapevano entrare con grazia e con dolcezza in noi, trasportandoci in universi immaginari, dove il tutto era niente, il troppo diventava poco, ma carichi di essenza vitale che allontanava la sensazione di solitudine che ci assaliva. Furono solo semplici parole, ma di una risonanza tale da essere capace di fare germogliare vigoroso quel fiore di speranza e d’entusiasmo che, tante volte, ci ha visto perdenti di fronte ai grandi spettri della solitudine.
La lontananza, però, incominciava a mietere le sue vittime.
Le sole parole incominciarono ad essere strette in quell’orizzonte della mente che, piano piano, compariva davanti ai nostri occhi.
La necessità, il bisogno di qualche contatto fisico, qualche lieve e soffice sensazione, tramite un piccolo sfioramento di una semplice e morbida carezza, che, oltre a riempire il cuore, sapesse trasmettere calore, protezione, amore, incominciava a prendere forma.
Il bisogno morboso di sentirsi vicini, di guardarsi negli occhi, d’avvertire il respiro addosso per sentirsi vivi, reali, di sapere di esserci, di esistere nel cuore, nell’anima, come esseri che si vogliono appartenere, che si vogliono amare, si faceva prepotentemente avanti…
trasferendo il nostro pensiero, con una nota d’invidia e di gelosia, tra quella gente che tutti i giorni si accarezza, tutti i giorni si guarda negli occhi, a cui si dice senza timore: “Ti Amo”.
Più questo pensiero viaggiava tra queste persone e più aumentava il desiderio di essere come loro, di percepire, di sentire e di poter dire “Ti Amo”, di sentire sfiorare con quella mano delicata la nostra pelle, sentire dentro di noi quei brividi, quelle bellissime sensazioni, che portavano lontano dalle delusioni del momento.
Sono quelle le goccioline d’acqua che, in quei precisi momenti, dissetano e appagano dei tanti stenti, del tanto dolore di quel fuoco della solitudine che ci ha divorato per tanto tempo.
Allora incominciamo a sentirci in estasi, tra quei suoni melodioso che si propagavano nell’aria che ci circondava. Sentendo, il respiro, il battito del cuore, il tumulto dell’anima dentro di noi .
Era troppo intenso il desiderio di voler chiudere gli occhi, per un solo istante, e pensare, attimo per attimo, momento per momento, a quei movimenti di mani ,quando sfiorono delicatamente la pelle, quando affondano le sue calde dita nel morbido corpo, percependo i battiti di un cuore innamorato, che felice continuava a volare, come vola quel piccolo uccello in quell’immenso cielo, facendo capire quanto è contento per ciò che sta vivendo.
Sai, finalmente, di essere il vero oggetto dei suoi desideri. Sali al centro dell’universo, dove tutto ruota intorno alle tue mani come un bimbo quando gioca con suoi balocchi, in quel mondo tutto suo, tra quell’aria carica di semplicità e di purezza come i suoi occhi sanno sprigionare.
In quel gioco senza fine ci si ritrova sempre più vicini a quell’abbraccio, a quell’unico destino,
incominciando a scrivere, giorno dopo giorno, la nuova pagina di storia vita, la verità di un sogno virtuale divenuto realtà ……………………………………………………
autore:Domè
Contributo di
, 1 giugno 2010 05:29.
” Naufraghi alla deriva” ecco la similitudine vincente in questo tuo scritto! La solitudine, non solo temporale e spaziale, che sprona a cercare un avvicinamento reale in cerca di ciò di cui tutti abbiamo bisogno: carezze, carezze, carezze……..Lasciamo stare il virtuale, o lasciamolo per ultimo, perchè da solo non gratifica.Domenico hai scritto un’ottima prosa.In questo periodo , in Eldy, ci sono dei prosatori che ci offrono dei buoni ” pezzi” ,che superano di gran lunga le poesie che , a volte sono banali e ripetitive. A parte , s’intendono i poeti che eccellono e che noi tutti conosciamo.
Un grazie a tutti voi .I vostri commenti mi hanno fatto piacere. Riconosco che, chi in un modo ,chi in un altro ha saputo dare una interpretazione al mio piccolo “spaccato di vita”.È bellissimo costatare quanto siate capaci e attenti agli scritti che vengono postati in questo blog, che, attraverso i vostri curati e approfonditi commenti, si arricchisce ancor più Avete la mia immensa ammirazione. Il commento intelligente ,serio e approfondito, quale il vostro, è la classica ciliegina, necessaria a presentare e,a migliorare, ulteriormente, questo interessantissimo blog .un grazie di cuore è d’obbligo
Che dire? Dom?, Edis è stata esplicita, concordo! ottima prosa, e grande emozione a leggerti! Grazie!
Davvero bella Domenico, hai scritto con parole e immagini coinvolgenti il percorso e l’evoluzione di un amore. Partendo da una condizione di bisogno, di solitudine, man mano si scopre che un altro è come noi e che insieme è possibile vivere la vita non più come naufraghi ma come viaggiatori felici verso un’isola.
All’inizio, erano le parole, l’empatia, la curiosità, l’immaginazione, la complicità,e bastavano a star bene, in fondo io penso, prima dei nostri corpi sono le nostre anime ad incontrarsi, poi… non basta più..
E allora esplode il desiderio, perchè l’amore è amore nella sua interezza di anima e corpo.
Il filo conduttore della tua bellissima prosa è la profondità.
L’abisso di una solitudine esistenziale protrattasi a lungo e poi….la luce: parole in chat che guidano via via verso l’autentico sentire di un sogno a due. Infine, l’approdo in una realtà amorosa vissuta nel concreto.
Ci racconti con delicatezza ed incanto l’amore che si affaccia con inedita veste, ma si manifesta con l’intensità di un sentimento profondamente vissuto.
Una bella emozione….sempre!!! grazie!
Non so se ciò che hai scritto sia frutto della fantasia o provenga da uno spaccato di vita vissuta.
Per me che ho avuto il piacere di leggere non fa differenza.
Hai saputo dare rilievo, con uno stile delicato, ad un sentimento che sento mi appartiene, come forse ad altri che si ritrovano puntualmente quì.
La curiosità, quasi il bisogno, di dare un volto, una voce alle parole che scorrono sul monitor del computer: Amici nei quali trovo, conforto, allegria, tanta umanità ed ai quali cerco di dare parte di me.
Ma questo sentimento si accentua quando all’improvviso scopro che tra tanti c’è una persona speciale; c’è lei!
Lei che pian piano s’impossessa di me, lei che ritrovo nei pensieri, sempre presente, mi accorgo di quanto bene stiamo insieme.. Ecco che la curiosità si trasforma in bisogno, quasi endemico.
Vedere i suoi occhi, il suo volto, sentire la sua voce, poter stringere le sue mani. Si sono sensazioni che tu hai saputo così bene mettere a fioco e che io non posso fare altro che condividere.
Grazie Domè, la tua testimonianza mi fa capire che poi non sono fuori dal mondo e che in futuro………
La solitudine ha spinto quest’ essere umano a cercare conforto nelle parole e, dalle parole e’ stato conquistato. Le parole sono riuscite a squarciare il nulla che si era impossessato del cuore.Le parole sono diventate desiderio e infine una certezza. Bella prosa Domenico ,come sempre abilmente riesci a dipingere le emozioni ,arricchendo con bellissime immagini e rendendo il tutto come se fossero delle scene vive e reali davanti a noi.
La solitudine fa unire le anime. Tu descrivi questo incontro in maniera fantastica ,come al solito uno leggendoti è come vedesse i personaggi e il vissuto che tu descrivi, che dire BRAVO mi emozionano i tuoi scritti grazie .