Un filo d’erba tra le labbra,
Una bellezza che sta sfiorendo ma mai sparirà
e dà ancora sensazioni,
Dita affusolate su mani rosa,
gesti e voce d’altri tempi.
capelli sciolti mossi dall’aria.
Seduta coi bimbi sul prato li osserva giocare gioiosi e vocianti
grida di bimbi : suona stridulo quel nonna gridato dai bimbi:
irriverente!.
Fianchi da cingere ancora in voluttuose danze.
Caviglie esili e nude di chi sa essere leggiadra.
Incrociamo i nostri sguardi più e più volte
forse per il caso o forse volutamente, e ogni volta
intravvedo un sorriso di Gioconda: misterioso, ammiccante,
Le nostre giovinezze sono lontane
ma l’emozione è sempre come allora.
In mano ha una margherita per metà sfogliata.
Accenno un sorriso, il sole mi acceca e storco la bocca
per un imminente inopportuno starnuto.
Troppo puerile, indelicato: mi alzo e mi allontano.
prima sistemo alla meglio il plaid come fosse un invito,
come …alcova !
Troppo sfrontato?
Eppure io ho inteso segnali….
Quando torno mi accoglie il silenzio.
Solo i petali ordinati di una margherita recanti un messaggio:
MARGHERITA@…………..IT
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È già primavera inoltrata e sono ancora avvolto in questo alone di tristezza, per questa pioggia che scende con insistenza. Né un cenno, né uno spiraglio che possono farmi pensare che, da li a poco, qualcosa stia per cambiare. Mi ritrovo con la mente vagabondando tra i miei ricordi, raffigurandomi posti, luoghi, immagini che possano darmi un quadro simile o uguale a questa situazione che, a mala voglia, continuo ad osservare. Mi viene facile passare in rassegna quelle sequenze, sono come delle diapositive che il proiettore mentale trasmette lentamente, tanto d’ avvertire delle piccole sensazioni di angoscia e dispiacere per ciò che, oggi, come allora, devo sopportare. Certo, non è bello costatare quanto sta accadendo e, sulle ali di questi tiepidi ricordi, mi assopisco e mi lascio andare, distogliendo la mia mente i miei pensieri per quanto mi affligge, in queste giornate piovose e grigie.. Che cosa sta succedendo? Sembra che tutto si stia rivoltando contro, pare che non esistono più stagioni, da ritrovarci in balia di questo tempo che continua imperterrito a fare i capricci, come un bambino viziato e dispettoso. Questi sono i pensieri che mi roteano nel cervello, mentre aspetto con ansia quel dolce momento. Aspetto l’amico vento che ,venendomi così triste e disperato, venga in mio aiuto, spazzando con la sua maestosa forza le nubi e rasserenando il cielo. È brutto essere costretto, per questa situazione bizzarra, di dover cambiare programma. È da una nottata che mi affaccio alla finestra sperando che tutto ciò finisca presto. Invece, questa pioggia maledetta sembra che mi voglia fare un dispetto continuando a cadere indisturbata .Mi viene un dubbio, fuori del normale, come se qualcuno “Lassù” non vedesse di buon occhio questa relazione. Forse è un segno del destino che non debba starle vicino, non debba aver la possibilità di vederla, come felicemente faccio tutte le mattine, in questo pullman comodo e silenzioso che ci accompagna da casa verso il lavoro. Oggi, sicuramente, non potrò vederla, È meglio che mi rassegni. Probabilmente arriverà in ufficio accompagnata dal marito, ed io non potrò starle vicino, mi devo accontentare d’osservarla da dietro il separé, da qua, di quel vetro opaco e sporco, di quella stanza grigia e piena di colleghi . Questo tempo maledetto mi ha tolto l’occasione di poter scambiare quattro parole col mio clandestino amore.
Autore:domé
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Quanti giorni, non riesco più a contarli.
Questo immenso silenzio mi allontana ancor più da te.
Come un sudario scende a coprire ogni istante della mia vita, popolandola di ombre, riesumando paure credute ormai sepolte.
Qual è il senso di tutto ciò, questo sentimento che ci accomuna.
Noi due, così vicini ma tanto lontani, uniti da un sottile filo che il più lieve alito di vento potrebbe spezzare.
Questa trepidante attesa per un nuovo incontro, parole che non hanno suono, sguardi mai trovati.
Immergersi allora nel mare dell’irrazionale, dove è facile cedere all’immaginazione.
La carezza di una mano tra i capelli, languidi sguardi, labbra di fuoco che trasmettono vampe d’amore.
Sentire il calore di un corpo, il profumo della pelle.
Avvinto, quasi prigioniero di un sentimento che prende del tutto e sembra non voler lasciare scampo.
Poi il ritorno alla realtà mi riporta in questa buia stanza, ad una vita dai toni sbiaditi che solo tu puoi ravvivare.
o, non c’è tristezza, solo speranza nella condivisione di un amore che non posso più tenere solo per me, ma che sento di dover donarti.
La speranza che ciò possa avverarsi, che non debba scrivere la parola fine di questa storia e andar via, come un guitto, dopo la recita al calar del sipario.
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Pronto chiocciolina mia !!
Ancora tu ?
Si dimenticavo,
questa sera nn cenare
vieni da me.
Ti sorprenderò con
fiammate e scoppiettii
sotto il chiaror di luna.
Il mio barbecue già
Posizionato
nel pergolato
infiammato a carbonella,
attende.
La luna ormai alta
illumina il tutto.
Il suono di un clacson
irrompe il silenzio.
Si e lei…
Ciao chiocciolina mia,
hai messo i pantaloni
bianchi.
Ti sporcherai tutta.
Un lacrimone scivola giù
sul suo bel volto.
L’asciugo con un mio bacio
lei mi sorride.
La brace rovente
due costate
noi due,
il chiarore della luna
ci accompagna
in una
serata d’amor .
Autore: Miki
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E’ giunta alfin la notte su questo cuore stanco,
sono appoggiato alla finestra e guardo il mare,
onde leggere si infrangono sulla spiaggia, ombrelloni chiusi,
voli di gabbiani che lasciano questo cielo nuvoloso,
e la fine dell’estate, ma e’ anche la fine della mia estate con te,
l’autunno si sta affacciando prepotente nella mia vita
i primi freddi cercano di cancellare pensieri dolcissimi
pensieri che parlano di sole, di mare, d’amore.
Le foglie gialle cadono, il bosco si spoglia, a terra solo foglie secche.
Alberi che mostrano solo rami secchi al vento, al cielo,
come il nostro amore che si sta freddando, con l’inizio dell’inverno.
Eccolo l’inverno
che tutto secca, poi la neve, neve sulla terra, neve sul cuore,
vento che fa tremare anche i rami più forti, ma ormai non temo più.
La pioggia che scende copiosa bagna il mio povero corpo infreddolito,
ma niente e’ cosi’ terribile come la fine del nostro amore.
ora la pioggia si tramuta in neve, neve che scende pian piano,
Sono seduto con la schiena appoggiata ad un albero,
guardo la neve che scende, la pianura si ricopre di bianco,
mi sta coprendo pian piano, io sto fermo, immobile,
ora distendo le mie stanche membra, ho un soffice letto di neve,
so già’ che mi addormenterò’, non riaprirò’ più i miei occhi sulla vita,
la neve cade sempre più forte, mi copre, mi porta la morte
allora ci sono, abbandono la vita, abbandono l’amore, abbandono te,
ciao piccola dolce, tenera, fragile e indifesa amica.
Autore:sorgigio
Questa poesia è stata scritta da sorgigio.fi-to-mi-bo:. Lascia un tuo commento qui