Poesie di Eldy

Spaccato di vita

mamam-con-figliTanto ti ho dato, tanto ti ho amato, fino al punto di mettermi contro tutto e tutti. Ho veramente creduto in te: ti consideravo  il faro della mia esistenza. Abbiamo messo al mondo tre figli,  per noi bellissimi, naturalmente,  (un  genitore  considera sempre  i suo  figli i più belli in assoluto). Insieme li abbiamo educati, con amore, con affetto, e provavamo una gioia immensa nel vederli  gioire e crescere  così bene. Li osservavamo come si divertivano a giocare, spensierati e felici nel trovarci tutti assieme, vedere nei loro occhi vispi e splendenti tutto l’entusiasmo di chi si sente forte, contento e protetto, grazie ai  genitori che gli stanno accanto. Sai, in quei momenti il mio cuore straripava d’amore verso  di loro e, nello stesso tempo, mi sentivo un po’ come loro. Sì certo, anch’io avvertivo quella sicurezza che mi dava l’averti accanto,  come una bambina che, in cerca di protezione, va a nascondersi dietro i propri genitori. Com’era bello quel periodo, tutto filava liscio, quasi mai un litigio,  anche se alcune volte c’erano delle incomprensioni, ma del tutto temporanee, facenti parte della vita quotidiana.  Alla base, comunque, c’era il rispetto, l’affetto,  la comprensione, e principalmente la coscienza e la consapevolezza di aver costruito la propria  famiglia, come l’obiettivo più importante, nella quale dovesse regnare la  pace e  l’armonia  complete,  come insegnamento ed   esempio verso i nostri bambini,  che dovevano crescere e vivere  senza traumi la loro fanciullezza. Un certo giorno, tuttavia, senza che fosse accaduto nulla di particolarmente  significativo, sei scomparso. Passò  quel  giorno senza avere tue notizie, e  lì per lì  non detti molta importanza al fatto,( ero abituata a non vederti arrivare per il pranzo: talvolta ti fermavi in quella trattoria di fronte alla fabbrica dove lavoravi).  Di  notte, però, non  eri mai rimasto fuori casa, e io la trascorsi in preda a mille orribili pensieri: ero disperata e impaurita.  Ero sola, non sapevo a chi rivolgermi, i bambini si  erano addormentati  pensando a te: “,Mamma, papà quando viene?  Mi deve dare il bacino della buona notte, mamma questa notte mi rimbocchi tu le coperte, vero? –  Papà ancora non è venuto”. Povere creature, queste furono  le  loro ultime parole, prima di piombare nel sonno. Che  fare? Non sapevo più cosa pensare,  sentivo il cuore scoppiare, nessuna ipotesi poteva placarmi.  Eppure eravamo una così bella famiglia!  O Signore!  Fai che non sia successo niente, non tanto per  me ma per i miei bambini.  I giorni si susseguirono,  all’insegna del  pianto e della  disperazione. Non furono  sufficienti  nemmeno le amorevole parole di mia madre, che per l’occasione si era precipitata  da noi. Povera donna, anche   lei ha vissuto il mio dramma, il nostro dramma, perché quei bambini hanno subito veramente un grosso trauma. (Infatti non  li ho mai più sentiti nominare il tuo nome,  è stato come se l’avessero cancellato dalla loro mente).  Avrei,  forse, potuto accettare che te ne fossi andato con un’altra donna, che avessi cessato d’amarmi: me ne mi sarei fatta una ragione. Situazioni del genere accadono con una certa frequenza, di questi tempi.  Ma non  potrò mai  accettare che te ne sia andato improvvisamente, senza un’apparente e valida  ragione. Forse  da tempo avevi deciso di recidere il nostro legame.  Se questa era la tua decisione, perché non parlarmene?  Il tuo gesto è stato proprio meschino e  inqualificabile. Hai voluto ferirmi in modo brutale e definitivo,  dimostrando di non avere un briciolo di sensibilità. Quello che mi addolorava e indignava ancora di più  era che non avessi pensato quanto ne avrebbero sofferto i bambini. C’erano anche altri aspetti  importanti, come il mutuo che  avevamo acceso con la banca,  per la casa nuova, tutti e due! Ciò dimostrava, una volta di più, la tua immaturità, che non mi sarei mai aspettata. Hai  voluto perseguire il tuo disdicevole disegno per sottrarti alle responsabilità di uomo e  di padre, per appagare la sete di libertà, che tante volte avevi decantato. A distanza di tempo, penso che gran parte di colpa di ciò che è accaduto sia mia, perché non ho voluto ascoltare chi mi voleva aprire gli occhi, all’inizio del nostro rapporto. Ero troppo innamorata per  accettare consigli del genere. Rimasi, quindi, sola a leccarmi le ferite. 
Avevo riposto tanta fiducia,  tanta stima e tanto affetto in te, e questi sentimenti mi avevano tarpato le ali, mi ero lasciata andare, totalmente dominata da te, e mi sentivo un automa. Tu ne hai approfittato e, al momento opportuno,  ti sei dileguato!
Ed io sola,  con tre figli sulle spalle, ho dovuto condurre  una vita di stenti, privandomi di qualsiasi cosa  per loro, per ché non  mancasse  il necessario e anche il superfluo.
Certo non è stato  facile. La giungla che ti circonda  non aspetta altro che farti sbranare dal primo lupo di turno. Per fortuna sono riuscita  a superare tutte le difficoltà  e ho potuto  raggiungere l’obiettivo che mi ero proposta.  Manca ancora qualche piccolo tassello poi  compito sarà ultimato. Non voglio recriminare nulla: se tornassi indietro farei lo stesso percorso. Non mi sono mai posta la domanda: Ho fatto bene oppure no?  Dopo tanti anni, per la prima volta, lo specchio riflette un’immagine che non riconosco. Guardo quei bambini che si  son fatti grandi, belli e forti e il mio cuore ricomincia a pulsare.
Sicuramente ripercorrerei la stessa strada  ancoraaaaaaaaaaaaaa, senza esitazione.
 
Autore .dome   

Contributo di admin, 11 febbraio 2010 06:30.

Altre poesie

4 Commenti