Poesie di Eldy

Petali Profumati

petali-di-rose
Oggi le parole non vogliono uscire.
È strano! Eppure,  fino a ieri,
solo tu eri nei miei pensieri.
Ti ho raffigurata in tanti modi,
con tante parole ci siamo tenuti
compagnia, scacciando la noia e la malinconia.
Ho intravisto in te, il bello, il dolce,
avvolta da un alone di semplicità infinita,
d’ aver continuato a  pensarti intensamente,
preso sempre più,  da quel calore che, in certi momenti,
riuscivi a trasmettere.
Oggi, niente, ne parole,
ne sensazioni riesco ad avvertire.    
Eri come un vulcano che attraverso quelle parole,  
riusciva a sprigionare petali di rosa profumate
che, ovunque s’andavano a posare, 
lasciano un’immagine di te, chiara, forte e nitida. 
Da questa scia profumata, per tanto tempo 
mi sono lasciato trasportare, da non poterne fare a meno.
Adesso che succede ?
Perché neanche questo riesco ad avvertire?
Sarà stato il vento della tempesta che
soffiando forte su di te, ha spazzato via
il profumo di quei petali di rosa
che uscivano dal vulcano del tuo cuore,
allontanando sempre più,
questo sentimento stupendo,
che mi avvolse e mi condusse per tanto tempo.
Sembra che tutto sia svanito,
sembra che tutto sia finito,
non sento più il suono di quelle parole,
di quella dolce melodia che mi tenne compagnia,
in questo meraviglioso percorso che,
un lontano dì, abbiamo intrapreso .
Adesso, non so che fare, se continuare,
come un naufrago alla deriva,
o intraprendere un nuovo percorso di vita.
Autore: domè 
     

Questa poesia è stata scritta da admin, il 22 novembre 2009 at 20:53, nella categoria: altri autori. Lascia un tuo commento qui



la prima volta

LA PRIMA VOLTA

Ricordo la prima volta che ti ho visto: eravamo nelle feste di Natale e i miei genitori
avevano deciso di passarle nelle nuova casa di Spotorno che da poco avevano comperata.
La vigilia papà mi portò sulla passeggiata che nei giorni di festa era sempre affollata di persone.
In quel viavai rimasi colpita dal fatto che nonostante non fosse assolutamente freddo le signore
erano tutte impellicciate, mentre io avevo un golfino di lana sulle spalle, la gonna di jeans
e le solite scarpette di gomma di sempre.

Fu allora che ti vidi.

Ti conoscevo già ma non ti avevo mai visto cosi da vicino.
Mi avevano molto parlato di te: ti avevano descritto molto grande,
calmo, minaccioso, calmo e pericoloso allo stesso tempo,
imprevedibilmente capriccioso, capace di esplodere senza riguardi per nessuno.
Mi dissero che esigevi di essere rispettato e temuto, dicevano pure che tutti ti amavano
e che tu non eri amico di nessuno.
L’averti visto cosi da vicino mi mise un’enorme soggezione:
ero ancora una bambina e tu eri così grande!.
Mi accontentai di guardarti, ma mi ripromisi che un giorno ti avrei affrontato.
E il giorno venne.

Era d’agosto.
Avevo compiuti sedici anni proprio in quei giorni terribilmente caldi.
Tu eri li, calmo ed imbronciato, come sempre; io ero sola.
Mi sono avvicinata a te e tu per un attimo ti sei ritirato come se fosti stato colto
da un improvviso imbarazzo, ma ecco, tutto ad un tratto, silenziosamente, mi accarezzi i piedi.
Sento un brivido improvviso salirmi fino alla nuca.
Ti guardo e ti sfido.
Continui.
Mi accarezzi le gambe e piano, piano sali, mi accarezzi le cosce, mi cingi i fianchi:
sono sensazioni nuove e meravigliose. Lascio che arrivi al ventre.
Sono terrorizzata, vorrei urlare, fuggire via, ma quello che provo è bellissimo
ed è la prima volta che ho sensazioni simili.
E piano, piano, con un crescendo di brividi che confondo con la riluttanza lascio
che mi accarezzi il seno, le spalle: Oddio sono tutta bagnata,
mi sembra che tutti guardino me, ho la testa confusa, non so più cosa fare!
Ho paura! E’ la prima volta per me, ho troppa paura!
Vorrei scappare via , correre, ma sono come impietrita, terrorizzata.
Mi manca il respiro, tremo tutta e per non vederti mi copro gli occhi con le mani.
Singhiozzo e piango, disperatamente.

Ora basta!
E’ meglio che torni indietro perché qui non si tocca più e io non sono ancora capace di nuotare.

Questa volta la sfida l’hai vinta tu ………MARE!!!
ragazza-sulla-sabbiaok

Questa poesia è stata scritta da admin, il 20 novembre 2009 at 15:45, nella categoria: alfred. Lascia un tuo commento qui



una lacrima

ho inciampato in un fiore,
ero distratto, l’ho calpestato.
Mi sono chinato  per raddrizzarlo,
speravo che questo  bastasse a farlo riprendere ,
speravo capisse,
ero  distratto,
era l’unico fiore .
m’è uscita una lacrima
m’è uscita una lacrima ed caduta sui suoi petali ,
quella lacrima brilla al sole ,
in quella lacrima c’è tutto.
Mi sono chinato ancora e ho raccolto quel fiore:
lo conservo per donarlo te.
 

rosa

Questa poesia è stata scritta da admin, il 18 novembre 2009 at 10:57, nella categoria: alfred. Lascia un tuo commento qui



grigio

ho trovato un scatola di acquarelli in cantina,
li avevo scordati,
sono vecchi, rinsecchiti,
coloravo le mie giornate,
usavo il  rosa per dipingere il  futuro.
Molte le tonalita,
dal tenue della adolescenza
al rosa carico  dell’amore ,
al rosso vivo della passione,
poi verde,
la speranza di una vita serena.
Giallo come il  sole,
l’azzuro  per cieli  sconfinati
desiderio  di  immensità.
tutti i colori col tempo sono sbiaditi.
da tanto tempo non li uso, forse troppo,
sono rinsecchiti.
solo il grigio è rimasto.

alfred

anziano-2

Questa poesia è stata scritta da admin, il 17 novembre 2009 at 11:59, nella categoria: alfred. Lascia un tuo commento qui



TI CULLAVO CON LE ONDE DEL MARE

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Tornò  e sorrise
mi depose  un saluto
convinta  di recare in cuor suo
un solo pensiero

sembrava che avesse  nella mano
le sottili dita di una fanciullina
ritenni che portasse nella mano
la sua anima
ed io dedussi che il suo cuore
portasse a spasso lei

Tornò e sorrise

All’apparire
i miei pensieri sobillarono il cuore
E lui m’incalzò di desideri
sospinti dal silenzio

Sussurro’: “Accompagnami a letto
e le pupille sue viaggiarono
soggiogate dal desiderio, nelle mie

Ed io pensai alle onde del mare
che cullano  mute e placide

Ebbe un tremore,
la sua voce diventò flebile
E mentre
la  tua anima
e il tuo cuore
si esaltavano impazzendo
Tu, invocavi le onde del mare
E con le stesse onde
le mie braccia ti cullavano
autore:ducky

Questa poesia è stata scritta da admin, il at 06:37, nella categoria: ducky. Lascia un tuo commento qui



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