Me nono un tenpo gavea na bicicleta nera robusta coi freni a bacheta el ghe tegneva pi che a so mojere el la doprava par el so mestiere Apena nato ancora te le fasse nol ghe rivava co le ganbe basse el se meteva de traverso al palo fasea paura a tuti anca al galo Un giorno el ga incontrà nona Conceta el la menava in giro in bicicleta magari sul tarajo o in mexo ai prà xe sta così che po’ i se ga sposà L’è sta soldà ala guera quea mondiale e te pareva che proprio un generale lo ga assegnà a un reparto de ciclisti fuin volava alla Cesare Battisti Pedala ancò, pedala anca doman el gà slevà du fioi uno par man uno sul palo, l’altra su la sela contento e sensa schei te la scarsela Svejarse de bonora e via! pedala fermarse in ostaria par una bala finché la luna se ga scondesta al monte e xe rivà la notte e le onbre sconte Cossì requiematerna canta el prete se ga fermà i pedali, ma no la smete de corerme tea schena na gratada na voja de pedali in te la strada La bici la xe vecia, tacà a un ciodo la vardo, penso e me vien su un nodo a son sicuro che me nono core ancora in paradiso col Signore.
LA BICICLETTA Mio nonno un tempo aveva una bicicletta nera, robusta con i freni a bacchetta. Teneva a lei più che a sua moglie e la usava per il suo lavoro. Appena nato, ancora in fasce non ci arrivava con le gambe corte, si metteva di traverso la canna e spaventava tutti, anche il gallo. Un giorno ha incontrato nonna Concetta e la portava in giro in bicicletta, a volte sul “Tarajo” o in mezzo ai prati e fu così che poi si sono sposati. Ha fatto il soldato nella Guerra Mondiale e ti pareva, che proprio un generale l’ha assegnato ad un reparto di ciclisti e lui volava alla Cesare Battisti. Pedala oggi, pedala anche domani ha allevato due figli, uno per mano, uno sulla canna, l’altra sulla sella, ma contento anche senza soldi in tasca. Svegliarsi di buonora e via! Pedalare. Fermarsi in osteria per un bicchiere finchè la luna si nascondeva dietro ai monti, arrivava la notte e nascondeva le ombre. Così “requiemaeternam” canta il prete si sono fermati i pedali, ma non smette di prudermi la schiena dalla voglia di pedalare sulla strada. La bicicletta è vecchia, attaccata ad un chiodo, la guardo, penso e mi viene un nodo, son sicuro che mio nonno corre ancora in Paradiso col Signore.
Una mamma attende Una mamma comprende Una mamma soffre, si preoccupa Una mamma sopporta Sopporta in silenzio Sta male in silenzio. Ha il cuore con spazio infinito Comprensione infinita. Una mamma da, da tanto da tutto Una mamma non chiede Non chiede ma aspetta Aspetta per lo più senza avere. Una mamma capisce, capisce ma… non è capita
Jan Brueghel il Vecchio - Il trionfo della morte - Museo del Prado Madrid -
Dieci, cento, mille, quanti uomini ancora dovranno essere sacrificati, quanto sangue dovrà essere ancora sparso, perchè un popolo possa, riappropriarsi della propria dignità. Quanti soprusi, quante sofferenze, bisognerà ancora sopportare, prima che la coscienza, assopita, possa finalmente risvegliarsi. Come potremo guardare, negli occhi i nostri figli, noi, spesso colpevoli di indifferenza, complici di chi vuole mettere il giogo. Quanto tempo ancora dovrà passare, prima che potremo tornare ad essere nuovamente proprietari della nostra vita. Dieci, cento, mille, uomini da ricordare, da portare nel cuore, perchè la loro morte non sia stata vana.
Credo che la poesia debba riuscire a trasmettere emozioni, sensazioni, stati d’animo, la poesia non è di chi la scrive ma appartiene a coloro i quali la leggono, a tutti coloro che sanno trovare tra le righe un piccolo barlume di vita, a trovare i sentimenti che alla vita stessa fanno da corollario. Anche se non posso definirmi un poeta, spero di riuscire a comunicare parte di ciò.
Nasce il sole, un nuovo giorno, primavera di vita. Nuove speranze, sogni da coltivare, nuove emozioni da raccontare. Colori, profumi, intorno, tutto sembra parlare, narrare una fiaba, tutto sembra dire, vivi la vita senza timore, lascia che ti culli l’amore. Fermare il tempo, un dolce istante che dura in eterno, lasciarsi inzuppare dalla felicità, in silenzio ascoltare, le parole che suggerisce il cuore, affidarle al vento, che come un eco, a te ripeta ti amo, ti amo, ti amo…….
Non posso dimenticarti… non si può dimenticare il tuo sorriso, le ore passate insieme momenti che in pochi secondi riaffiorano nella mente… In ogni momento in ogni pensiero vedo ancora i tuo occhi, mi sembra ancora di sentire la tua voce le tue parole momenti che non si possono, anche volendo, cancellare… Sei lontano ma nella mia anima ci sarai sempre. L’amore esisterà sempre… nella mia mente esisti solo tu, mi accompagni anche se non ci sei ogni giorno. Ci sei e ci sarai sempre…. preferisco pensare ad un sogno che ne pensare a dimenticarti.