Lentamente svanisce tra solitarie parole gettate nel vento di giornate ormai morte. Coriandoli di saggezza svolazzavano attorno e si coglievan sereni le esperienze degli altri. Come nebbia autunnale d’un oblio non cercato or sparisce il cammino per tant’anni percorso. Forse è stata illusoria la costante allegrezza dei pensieri comuni. Vanno parole e amici oltre il fuoco dell’occhio e sfumano inani nel biancore del vuoto.
Solitudine dettata, solitudine dovuta, solitudine voluta Solitudine è la tua compagna. Vivi in un regno chiuso a estranei Un regno che ti circonda di pace e silenzio. Beato silenzio che da tranquillità alla tua mente così esausta Mente alla ricerca di nessuno Mente che vuole ritrovare se stessa.
Antonino ci manda questa poesia con la speranza che faccia riflettere chi la legge.
E intanto se ne vanno, e noi ipocriti quì a parlare, una falsa etica ci guida. Intanto vanno via, e noi indifferenti, chiudiamo gli occhi, per non vedere, tappiamo le orecchie, per non sentire, le loro urla. Gente senza domani, bambini mai cresciuti, vanno incontro alla morte, vanno incontro alla pace, mai avuta. Unica via d’uscita, dalla disperazione. Un’arma resta sempre tale, chimica o convenzionale, ma l’ipocrisia umana non ha confini, tutto serve a giustificare, falsi ideali a mascherare, bassi interessi. Intanto continueranno ad andar via, e noi quì sempre a parlare.
Strani pensieri, attraversano la mente, strani desideri, partono dal cuore, a volte non è facile accettarsi. Si cerca inutilmente, di sopperire alle carenze, alla propria insufficienza, sempre a combattere, contro chi fa ombra, chi mette in pericolo, un’effimera vita, fatta solo di illusioni. Così il nostro ego, si gonfia, gioisce, quando, al fine, sarà sconfitto l’avversario.