Sei quì……
nel mio cuore, nella mente, nell’anima,
sempre presente mi accompagni,
dall’alba al tramonto,
la notte entri nei miei sogni,
non mi lasci mai
che esisti, non volar via,
sei l’eesenza della vita…..
la mia vita.
autore:elisa3.mi:
di admin, il 1 dicembre 2009 20:27. - Commenti
il micino
piove,
nuvole grige vanno,
gocce,
il vento le spinge sul viso,
freddo,
la mani gelate,
il capo scoperto,
cammino senza meta,
senza sapere.
la gente corre.
un gattino dentro una scatola di cartone,
piange, ha fame,
lo raccolgo,
trema,
mi scalda le mani,
è un battuffolo caldo,
cerca amore,
cerco amore.
abbiamo trovato il calore,
in una fredda giornata di pioggia. 

di admin, il 19:00. - Commenti

Tanti pensieri mi vengono alla mente, pensieri, solo pensieri, ben precisi nei particolari, da farmi stare male.
Penso solamente che mi sento sola, sento un senso di vuoto in me, non riesco a capire perché questo avvenga, perché in un momento particolare come questo devo avvertire queste brutte sensazioni? Capita spesso sotto le feste, in quest’ atmosfera natalizia, dove si approfitta dell’occasione per ritrovarsi tutti insieme, questo non doveva accadere, eppure, purtroppo, a me, viene a mancare quel calore, vorrei sentirmi meno sola, ritrovare la serenità di un tempo, dividere la mia vita, il mio spazio con qualcuno, essere capita, considerata e naturalmente amata.
Forse in me è arrivato il momento di effettuare una svolta: certamente c’è stata una trasformazione radicale che mi sta allontanando da quel brutto periodo, dove mi ero lasciata andare, dedicando mi con maggiore attenzione alla casa, alla famiglia, ai miei tesori,.
Sicuramente, adesso, ci sarebbero i presupposti per iniziare un cammino in due.
Ecco perché sta prendendo sempre più forma l’idea di dividere il tempo, lo spazio e le soddisfazioni attraverso un rapporto d’amicizia chiaro e sincero.
I figli crescono, le loro esigenze li portano lontano, dedicando sempre meno tempo ai genitori. Certo! Questo è più che giusto, nessuno dice o pretende il contrario.
È normalissimo che ciò avvenga, devono pur pensare a costruire la loro famiglia, questa non è una regola, ma è il classico ciclo della vita, al quale un po’ tutti si devono misurare.
E noi? Che ne sarà di noi?
Noi, che sempre più ci ritroviamo nella quasi totale solitudine, in questo angolo, in questo spazio troppo vuoto, immenso, difficile da colmare.
Aggiungi che, per un destino infame, il compagno di vita è venuto a mancare, allora cosa rimane?
Solo il vuoto, la malinconia, il sentirsi sempre più soli con i nostri pensieri pieni di nostalgia.
Il fatto di avvertire tutto ciò ti pone in una posizione di vantaggio, il sentire ciò che ti manca, esporlo in maniera così chiara, sta a significare che, dentro di te, qualcosa sta per trasformarsi accrescendo ancor più questa tua convinzione.
Nella tua mente traspare un mondo nuovo, l’orchestra si mette a suonare la musica che vorresti ascoltare, finalmente, incominci a percepire le prime note, la senti dentro di te, vuoi che accada, con grande desiderio, ciò che avverti in questo particolare momento.
Che aspetti!Non indugiare! Lasciati andare!
È l’ora di guardare avanti, finalmente, adesso lo puoi fare.
Sono felice per te che stai riscoprendo questo piacere, è bello accarezzare queste piccole e gioiose sfumature .
Vederti in questo stato è il massimo delle aspirazioni che una donna può desiderare .
Pensa quanta gente si trova nella tua stessa condizione e, pur avvertendo quello che avverti tu, non riesce ad aprirsi, non riesce a comunicare, soffrendo in silenzio, senza mai avere il coraggio di allungare la mano.
Tu sei fortunata, tu sai gridare alla vita, a questa luce infinita, a questo grande dono che hai avuto,
chiedendo a gran voce amore, amicizia e considerazione come donna.
È bello potersi dare senza ragionamenti mentali, senza freni, lasciandosi trasportare dai veri sentimenti che, poi, sarebbero e dovrebbero essere quelli che ci servono per andare avanti in questa valle, fatta, non solo di gioie ma, anche, di dolore più o meno intenso.
È bello quando si ama, quando si ha qualcuno a cui affidarsi, darsi completamente senza riserve.
Alzarsi la mattina con il bacio del buon giorno, non per consolidata abitudine, ma con trasporto amoroso.
Sapere che, anche se fuori piove, tu sei qui, accanto a me, con il tuo amore che illumina la grigia giornata.
Certo, sarebbe bello che tutto quello che ho descritto, un giorno si possa realizzare, certo non vi sarebbe sogno migliore ma, “tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare”. Come tutte le cose, ci vuole tempo, sarebbe bello possedere la classica “bacchetta”, facendola funzionare al momento opportuno.
autore :domè
di admin, il 06:01. - Commenti
Forse il timore
delle parole da dirsi
come bavaglio facile
davanti al Maestro.
Ero come bimbo
che ascolta
novella da adulti
e Lui
nella sua semplice veste
lentamente
faceva scorrere parole
come lucenti zampilli.
Lampi della mia mente
ad ogni dire,
emozione
più dell’essere che del sentire.
Ghiaccerei quei momenti
spicchi della mia storia
per vivere ancora un poco
con Lui
un altro tratto
della sua letteraria sapienza
autore:francomuzzioli
di admin, il 02:48. - Commenti
Ho ancora negli occhi le corsie dell’autostrada, in gola il fumo per l’ennesima sigaretta fumata,
ho guidato per ore, finalmente ci sono.
Ecco la mia vecchia casa immersa nel buio della notte, circondata dell’erba ghiacciata tutto intorno, quante emozioni, dopo anni di assenza.
Prendo la chiave della porta nel solito posto, la vecchia crepa nel muro, apro,
un odore di chiuso m’investe, non ci abita più nessuno qui da tanto tempo,
entro non c’è corrente, accendo la torcia tascabile, guardo intorno tutto è come lo lasciai.
Apro la finestra che da sul giardino sul retro, intravedo qualche stella,
cerco la mia speciale, eccola..è sempre li col suo brillio eterno.
Sul vecchio tavolo, al centro della stanza, capeggia un piccolo mazzo di fiori freschi, sotto c’è un biglietto, è per me, continuo a guardare, sul muro il vecchio scaffale ancora coi miei libri di scuola e gli enormi rotoli dei fogli da disegno, più in la, appesa ad un chiodo, la foto di mio mio padre, sembra osservarmi, quasi sorridere, più in là, la vecchia cucina e il lavello, la credenza coi suoi cassetti pendenti e nell’angolo il mio vecchio lettino ancora col materasso di spugna.
Io sono nato qui, questo era il mio piccolo e immenso mondo, una stanza tutto in uno, solo il bagno è esterno.
Fa un freddo cane, il riscaldamento qui, nelle fredde giornate d’inverno, era solo il braciere..
Mi siedo, leggo il biglietto scritto per me, è di mia sorella, povera vecchia da quanto tempo non ci vediamo:
Caro fratello, ho fatto tutto quello che mi hai detto per telefono, come sai io vivo con Lella,
dice che non posso stare più da sola, ormai sono vecchia e i miei ottantadue anni si sentono,
ho sempre la bronchite e le cataratte che non mi fanno vedere bene.
Ti aspetto sempre perché vorrei tenerti un po con me,
tu me lo prometti sempre, ma non vieni mai, mi hai detto che riparti subito, che non fai in tempo a venirmi a salutare, sei sempre di corsa, avrai i tuoi buoni motivi!
Nella credenza c’è il caffè, è la marca che ti piace, la moka è al solito posto..
Lella ti ha rifatto il letto, mettiti le coperte che è umido, ricordati di chiudere la bombola del gas e non fumare sempre che ti fa male..ti voglio bene! bada sempre a te, ti abbraccio .
Un nodo di pianto quasi non mi fa respirare, mi alzo preparo il caffè e l’aria s’inonda del suo profumo, lo sorseggio è nero bollente sa di antico.
Guardo l’orologio, sono le tre di notte, mi tolgo il giaccone, poi l’ascellare, li metto sulla sedia che fa da comodino accanto al letto, sento le lenzuola profumate di bucato, mi stendo, è freddo,
tanto che sa di bagnato.
Sono molto stanco che non riesco a chiudere occhio, con la pila osservo la foto di mio padre, classe 1888, se ne andò in una calda sera di luglio del 1967.,proprio qui,
in questa stanza, su questo letto, mia madre lo seguì alcuni mesi dopo,
ricordo quei giorni come se fosse ieri,
Ricordo la loro mancanza e i miei disperati giorni di solitudine in cui continuavo a cercarli
ero solo un ragazzo di dieci anni.
Una notte in sogno vidi mia madre,.mi disse di non soffrire troppo per la sua mancanza lei sarebbe stata sempre accanto a me anche se non la vedevo
Ricordo le parole di mio padre,un giorno sotto l’ombra di un grande pioppo guardando l’acqua del ruscello che passava proprio dietro casa. Disse:( la vita è come l’acqua di questo ruscello, scivola via e non torna mai indietro) io non capivo, guardavo l’acqua scorrere, ma non capivo e lui, con una carezza mi sussurrò, (un giorno da grande capirai)
Continuo a non chiudere occhio, mi alzo è troppo freddo qui, rifaccio il caffè, guardo l’orologio sono le quattro del mattino, decido di lavarmi il viso, l’acqua è ghiacciata, la sento gelarmi il viso, ma poi sorrido è l’acqua di casa mia
Fuori le stelle brillano ancora, la mia stella è sempre li,.. l’osservo come facevo da bambino,
mi siedo e scrivo due righe a mia sorella-
Grazie di tutto, mi dispiace di non avere tempo, anch’io ti voglio tanto bene e ti abbraccio forte forte, lo so che hai la bronchite, e Lella ha ragione, non puoi stare da sola,
sei caduta già due volte,perciò, fai la brava, lo so che ti manca casa e i tuoi gatti,
ma con tua figlia stai bene e non ti manca nulla.
Io riparto fra pochi minuti , ho pensato, visto che fra pochi giorni è Natale, di lasciarti un piccolo pensiero. Questo è un assegno da un milione, cinquecento mila lire sono per te,
l’altra metà dalla a Lella, suo marito è senza lavoro, gli faranno comodo, ti lascio le foto dei miei ragazzi, mi sono ricordato, sono cresciuti ma li riconoscerai, ti voglio bene!
non litigare com’è tuo solito con Lella, ti abbraccio e ti prometto che prima o poi verrò a stare qualche giorno con te. un bacio tuo fratello.
Riguardo l’orologio, quasi le cinque , è ora di andare, rimetto l’ascellare e il giubbotto,
riprendo la ventiquattrore, chiudo la bombola del gas, quasi lo scordavo,
chiudo la finestra, ma prima do un ultimo sguardo alla mia stella speciale,
sono sulla porta, ancora un sguardo intorno, osservo di nuovo la foto di mio padre, adesso si, mi sorride., alzo la mano a mo di saluto, ho negli qualcosa che brilla e nella mente, nascosta fra mille pensieri quella frase. LA VITA è COME L’ACQUA DEL FIUME SCORRE VIA E NON RITONA INDIETRO so che non tornerò mai più qui, ma venirci adesso non è stato inutile.
Rimetto la chiave al suo solito posto, nella crepa sul muro, chiudo il cancello, solo il rumore del motore rompe il silenzio, riparto,
torno a casa come sempre alla fine di un lavoro.
Autore:francesco7.pv:
di admin, il 30 novembre 2009 12:01. - Commenti