
Uno sguardo in quel cortile,
mani di un bambino
che si muovono frenetiche.
Ricordi riemergono
da una fanciullezza spensierata
che, da questo cortile era passata,
oggi, d’apparir diverso,
dove si riflettono
in un quadro immacolato
caroselli di pensieri che
seguitano a girare, aggredendo
con immagini nitide e chiare,
rimettendo in gioco questa mente
verso un tempo ormai andato..
Inaspettata sensazione, trasporta
lontano questa paura di vedere.
mentre, appoggiato alla parete,
continua ad osservare quel bambino
che, indisturbato, prosegue nel suo gioco,
Una lacrima scende in quel viso,
stringe gli occhi, s’incammina col suo passo,
ormai, stanco e dolorante,
lasciando tutto alle spalle
autore :domè
di admin, il 19 dicembre 2009 14:42. - Commenti
https://youtube.com/watch?v=Q9htKeQOsM0%26hl%3Dit_IT%26fs%3D1%26%22+type%3D%22application
di admin, il 18 dicembre 2009 20:31. - Commenti

Perché non vai dai tuoi zii a trascorrere il natale, la voce della mia sorellastra mi urlava nelle orecchie. Io vado a casa di tua sorella a fare il natale. Il marito, lo sai, non ti gradisce. Il paese dei miei zii, distava a nove chilometri dalla città, lungo la strada feci l’autostop chiuso nel mio giubbotto di panno, tremavo dal freddo, nessuno si fermava, poi, un’anima buona mi caricò in macchina. Le strade del paese erano piene di luminarie, la gente, visto l’ora, si affrettava sulle bancarelle del mercato, si scambiavano gli auguri, li vedevo infagottati nei loro cappotti con pacchi e pacchettini. Gironzolai per un po’, poi, il freddo, la fame, decisi di andare a casa di un mio zio. Mentre camminavo vedevo gli alberi di natale addobbati di nastrini colorati di luci, di mille colori che facevano l’occhietto ai passanti da dietro i vetri dei balconi, da lontano, vidi un mio parente, lo salutai con la mano ma questo fece finta di non vedermi mentre s’infilava in fretta nel portone. Mi fermai di botto, stupito, poi, capii: a natale ognuno con i suoi, io, ero di troppo. Nessuno mi aspettava, nessuno mi aveva invitato.Feci dietro front, non sapevo proprio dove andare, una tristezza immensa spaziava dentro di me, fu così, che decisi di recarmi a cimitero, dov’era sepolta mia madre. Ormai era tardi, gli ingressi erano chiusi. Mi arrampicai sul grande cancello facendo attenzione a non farmi male, lo scavalcai. Le luci dei ceri, le lampadine e tutte quelle foto sulle lapidi mi facevano paura, tutti sembravano osservarmi. Tremavo come una foglia per il freddo pungente, quando, seduto sulla tomba di mia madre scoppiai in un pianto disperato, avrei voluto dirle tante cose, sentire la sua voce rassicurante. Mi addormentai cosi, su quella fredda pietra di marmo. Mi svegliò una pioggia di acqua e neve a sera inoltrata, quel buio metteva paura, cosi scappai via di li. A casa mia sorella non era ancora tornata, lei credo, mi sapeva a casa di qualche mio zio La porta era chiusa a chiave, cosi mi misi nel sottoscala dietro la casa, era natale, mi addormentai in un cartone pensando che, molta gente osserva le regole dell’amore come si guardano le stelle da molto molto lontano.
Autore .angel.1vr
di admin, il 13:10. - Commenti

Ho lasciato gli altri a festeggiare, mi sono messo un pò in disparte, seduto accanto al camino, non so il motivo di questa tristezza, eppure ho voglia di stare da solo. Fuori dalla finestra, il bianco candore della neve illumina l’aria, il cielo è trapunto di stelle, l’osservo incantato come facevo da bambino, eppure sono passati gli anni, ricordo che mi chiedevo come fanno le stelle, la luna, il sole ad essere sospesi in quella volta immensa. Le stelle, lontane indifferenti e splendite. le mie amiche migliori, che mi hanno tenuto compagnia in notti interminabili. Il fuoco scoppietta nel camino, sento il suo calore avvolgermi il viso le mani, sto bene qui, mentre mi perdo con la mente a giorni lontani. Quella notte era gelida più delle altre, tutto intorno un bianco candore di ghiaccio, camminavo lungo la strada e mi teneva mia madre per mano. Nella chiesa un caldo tepore e profumo d’incenso, con gli occhi sgranati guardavo il presepe col bue e l’asinello, mancava poco alla mezzanotte, poi lo vidi arrivare dal fondo della chiesa, adagiato su un bianco cuscino, era il bambino, mentre un coro di voci cantava, tu scendi dalle stelle. Mia madre mi prese in braccio, mi strinse forte, promettimi, disse, che sarai più buono. Guardavo con occhi stupiti quel mondo incantato fatto di luci colorate e quel presepe ormai popolato. Ha, ma tu sei qui, dai vieni di là che tutti ti aspettano, la voce di mia moglie mi porta alla realtà. Arrivo rispondo, senza voltarmi, mentre mi asciugo una lacrima che mi solca il viso. Riguardo le stelle, quel candido bagliore mentre una voce mi sale dal cuore, BUON NATALE..dice. Adesso sorrido, sono pronto a brindare, lascio il camino, col suo fuoco scoppiettante, chiudo la porta piano, la magia si è avverata, ho sognato un mondo lontano dove mi teneva mia madre per mano.
Autore :angel 1.vr:
di admin, il 12:36. - Commenti

Babbo, mi spieghi bene cosa è il Natale?
Perchè lo vuoi sapere, piccolo?
Tanti miei compagni di scuola dicono cose diverse!
Per esempio?
Che Gesù non esiste……
E poi?
Altri dicomo che è la festa di tutti…
Si piccolo mio, il Natale è la piu grande festa del mondo cristiano.
Allora papa, se è festa grande tutti devono essere felici?
Certo caro a Natale sono tutti felici!
Papa a Natale tutti fanno regali ?
Certo tutti!
Papa. alcuni miei compagni di scuola hanno detto che non riceveranno regali .
Forse sono di un’altra religione ?
Non lo so papa, hanno detto che i loro papa saranno licenziati dal lavoro!
Papa? perchè i padroni licenziano i papa dei miei compagni?
Papa? perchè li licenziano a Natale?
Papa? perchè non mi rispondi?
Papa? perchè piangi?
di admin, il 17 dicembre 2009 12:05. - Commenti