Alla mia piccola
Ciao amica mia, regina dei sogni miei,
conosco il tuo cuore che batte per me,
conosco i tuoi pensieri come fossero i miei,
il tuo passo inconfondibile accanto al mio,
ma tu aspetti la felicita più grande
quella che io non posso concederti,
quella che solo un uomo libero può darti.
Come vorrei avere la tua eta’ per portarti all’altare
vestita di bianco, col bouchet da gettare alle amiche,
e chi sarà’ la fortunata che la raccoglierà?
cara dolce compagna della chat
la tua vita si e’ incrociata con la mia,
sei per me la cosa più bella che poteva capitarmi,
sei la meraviglia che si insinua nei miei occhi
ed io come novello romeo, amo la mia Giulietta.
amo questa bimba innocente come giglio,
amo questo visetto sbarazzino eppure triste,.
sai che sarò’ con te finché lo vorrai,
finché il tuo cuore batterà’ insieme al mio,
la mia speranza che tu trovi la tua strada
batte in me, anche se vorrei essere io
a starti accanto, a farti felice appieno.
mi hai fatto un regalo indimenticabile,
ti ringrazio con TI AMO, TI AMO, TI AMO
autore:sorgigio
di admin, il 30 novembre 2010 04:45. - Commenti

PERDONAMI
Sono immobili e mute stasera la luna e le stelle,
appena velate da profonda aria di tristezza;
svanisce la speranza in vano, pietoso tentativo
di fugare ansie e dolori da mente e cuore inquieto.
Privo di sicuro ancoraggio in questo immenso mare,
naufrago novello, rifletto con la mia eterna solitudine,
idee e pensieri, ridotti ormai a doloroso rimpianto,
ricercano invano, nell’aria incantata della notte
improbabile tiepido calore di smarrito affetto.
Un vociare stizzito e insistente rompe quiete e silenzio,
ricorda l’amore vissuto e crudelmente mi avverte
che non ti vedrò piu fluttuare su letti di nuvole leggere
dietro il canto stridulo di stormi di gabbiani bianchi.
Affiora quindi violento il ricordo di un errore fatale,
accarezzavo un sogno, non mi accorgevo
che era solo un desiderio troppo ambizioso
Mi illudevo e fingevo di volare alle prime luci del mattino,
ingenuo, volevo affidare i miei pensieri ad un soffio di vento,
allo stormire delle foglie, per portarti una carezza nei capelli,
mille baci sulle guance e il mio affetto nel palmo della mano.
Perciò perdonami se il fruscio delle foglie non lascerà più
su frammenti di cielo sussurri e sospiri di un amore tardivo.
E Concedimi perdono se non cercherò più sulle guance
impronte di baci, ormai sbiadite dal tempo impietoso.
E pazientemente perdo nami se alle prime ombre della sera
quando parlo alla luna mi sfiora ancora un sogno.
E’ solo una lieve illusione che da spazi infiniti,
da eterne luci serali, possa io riprendere la forza
per riuscire a lenire vecchie ferite profonde.
Adesso tutto è fermo e senza tempo e ovunque silenzio,
le cose e gli spazi sembrano di pietra
vivo in una realtà metafisica confinato quasi
in un quadro di De Chirico o Morandi.
Non vedo piu Le barche verdi e le vele allegre della baia.
Non ti vedo passeggiare sulla spiaggia ai limiti dell’acqua.
Ti vedo attenta a non cancellare le orme profonde
lasciate sulla sabbia, speri forse che potrebbe trovarle
e seguirle un uomo piu fortunato di me.
Non cercare più il mio cuore con i tuoi occhi di fuoco,
mentre brucia la mia anima a brandelli.
E perdonami se il sogno si è fatto rimpianto
e ciò che è cancella lo splendore di un amore vero.
Perdonami se ho usato per te parole dolci, soffici e leggere.
Perdonami………. Per non aver capito
Perdonami ……….per non averti dato ……..
Perdonami………..
di admin, il 29 novembre 2010 17:32. - Commenti
Un pavone ?

Ecco, arriva,
più tronfio che mai,
con il suo seguito,
di vuoti a perdere.
Sguardo fiero,
portamento austero,
il pavone apre la coda,
arruolar nuovi adepti,
è il suo intento.
Ingrossar le fila , con chi,
sempre pronto ad applaudirlo,
non ha remore nel prostrarsi.
Il pavone, sempre pieno
di sè , mette in mostra
il suo vuoto, la totale
assenza di morale,
camuffandola a guisa di virtù.
Beato vive nella
propria corte,
indifferente ad etica,
sentimenti o ideali,
attorniato da fedeli,
piccoli esseri umani.
Da essi , falsi,
ipocriti adulatori,
ama farsi osannare,
per poter, il proprio io,
far lievitare.
Autore: Antonino8.pa

di paolacon.eldy, il 02:19. - Commenti

la cariola
Nel lontano 1965 partimmo per Milano, io con la mia famiglia,
dei parenti ci avevano trovato casa.
Dalla Puglia con fervore arrivammo a Milano centrale, scesi
dal treno guardavamo in giro, e soprattutto in alto nelle arcate
della stazione. Pensavamo di aver sbagliato fermata, infatti mio
padre esclamò..!! dove siamo in una galleria ?
No tranquilli non avevamo sbagliato eravamo a Milano.
Chiedemmo a un tipo con camice che sembrava un bidello,
scusi signor bidello sa dirci come possiamo raggiungere p.ta Vittoria?
Il tipo rispose ; intanto non sono un bidello ma un porta bagagli,
dovete prendere il tram 25 appena qui fuori la stazione.
Usciti salimmo sul tram indicatoci, all’epoca cerano i bigliettai.
Finalmente il tram parte eravamo tutti stanchi non vedevamo l’ora
di arrivare a casa, nel frattempo il bigliettaio ad ogni fermata
continuava a dire che la corsa del tram terminava a largo Cairoli.
Io e i miei famigliari, non conoscendo ancora Milano non capivamo
cosa diceva il bigliettaio, tra noi ci chiedevamo cosa volesse dire
di questa larga cariola. Intanto il tram continuò la sua corsa,
giungendo alla fine in largo Carioli.
Vediamo che tutti i passeggeri scendono, invece la mia famiglia
rimane sul tram. Naturalmente il bigliettaio c’invita a scendere
perché la corsa finiva.
Noi arrabbiatissimi chiedemmo come fare per raggiungere la zona
di p.ta Vittoria, dove troviamo adesso questa larga cariola che ci
accompagna a casa ?
La risposta dell’uomo…!! ma no cosa dite non c’è nessuna cariola,
siete in una p.zza chiamata largo Carioli, dovete riprendere il prossimo
tram con lo stesso biglietto raggiungerete la vostra destinazione.
Certo che a pensarci oggi, avevamo proprio fatto una bella figura.
In casa misi un quadro con un disegno di una cariola per non
dimenticare questa avventura, quando guardo il quadro mi scappa
sempre da ridere.
Spero, di avere fatto ridere anche voi .
Carissimi amici ho cercato di trasferire fedelmente ciò che avvenne in quel lontano 1965.Capisco che, a voi, potrebbe sembrare strano quella forma espressiva poco scorrevole e piena di errori Ci tengo, comunque, a farvi presente che ho cercato di mettere in risalto il modo di esprimersi di mio padre, con l’intento, di colorare e rendere più piacevole questo mio racconto .
Grazie per l’attenzione, vi saluto tutti. Ciao
Autore: Miki
di admin, il 28 novembre 2010 18:57. - Commenti
AMICA

NELLA STANZA DEI MIEI RICORDI
NON AVEVO MAI INCONTRATO UNA AMICA.
ORA HO INCONTRATO UN ANGELO
ANZI UN TESORO,
MI HA TRASFORMATO,
MI HA RESO CONSAPEVOLE
DELLA VERA AMICIZIA.
LA DISPONIBILITA ,IL RISPETTO,
L’AFFETTO E IL SACRIFICIO,
SONO LE REGOLE CHE SOSTENGONO
L’AMICIZIA.
TUTTO SI E’TRASFORMATO IN ME
MI SENTO PIU’ SERENO.
RESPIRO IL TUO PENSIERO E
ASPETTO CON ANSIA UNA TUA PAROLA.
GRAZIE AMICA MIA ANGELO MIO.
SEI IL COMPLETAMENTO DELLA MIA VITA.
Autore Fernando
di paolacon.eldy, il 27 novembre 2010 09:39. - Commenti
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