Parole senza suono, che non fan rumore, parole silenziose, lentamente scorrono, si inseguono, si susseguono, sul freddo schermo, di un grigio computer.
Parole nelle quali cercar calore, nelle fredde, solitarie sere, parole per colmare, i vuoti del cuore.
Parole di conforto, speranza di amicizia, nuova compagnia, per chi si trova solo a combattere, le battaglie della vita.
Parole che ilustran, stati d’animo, che sanno di poesia, sanno di sentimenti umani, nel bene e nel male.
Parole scritte per mezzo di una fredda tastiera, ma chi le detta è quasi sempre un cuore. Autore:Antonino8.pa
NB:Desidero dedicare questo mio pensiero al caro amico Fernando, con sincera stima.
Se dovessi immaginare la profondità, penserei al tuo sguardo. Se dovessi cantare la gioia vorrei vedere il tuo sorriso radioso. Se dovessi gustare la dolcezza accarezzerei le tue labbra morbide che cantano solo per me.
Se dovessi descrivere la generosità vorrei parlare del tuo cuore grande. Se dovessi ammirare la bellezza dovrei scoprire la tua interiorità.
Un anno insieme, quante parole piene di significati, quante emozioni dai mille colori, vissute con autentica intensità quanto calore, quanti sorrisi, quanti abbracci…
Ma che cos’è se non un grande Amore?
Un sentimento inaspettato, autentico, che si conferma ogni giorno nel cammino che facciamo insieme….
Ci sono strade impervie, altre molto più lineari e poi dolci pendii nei quali perdersi per ritrovarsi più sicuri, più vicini, più motivati ancora.
Se dovessi dipingere la felicità, bè, allora disegnerei noi due insieme, mentre mano nella mano, guardiamo un punto dell’orizzonte azzurro, molto lontano..
Se il sorriso vale più di mille parole.. , il tuo non ha parole ma.. saranno brillanti stelle cadenti da raccogliere ai tuoi piedi . Può durare anche un istante , ma il ricordo è eterno . Guardandoti allo specchio lo manderai in frantumi e, dai suoi cocci, si formerà un mosaico. E il tuo sorriso vivrà per sempre superando ogni ostacolo . Mi rammarico ma non t’invidio , mentre tu sorridi le mie fantasie viaggiano nel tempo, come rondini a primavera , ma non sarà più la mia di primavera..!! e nel cuor mio ti terrò in silenzio . Autore:Miki
La neve era già alta, a fatica si andava avanti in fila indiana, quindici uomini, chiusi nelle bianche divise. Altri tre uomini, erano di copertura a circa un kilometro dietro dietro di noi. Le coordinate del satellite ci avevano portato fuori strada, forse a causa di una tempesta magnetica, quando ce ne rendemmo conto, eravamo in un vasto pianoro, nel mezzo del nulla. Il vento soffiava forte sferzava i nostri visi, i fiocchi di neve ghiacciati si appiccicavano sulle visiere degli elmetti. Qualcuno imprecava, il freddo era pungente poi quel vento aumentò di densità, i nostri gorotex tutto ad un tratto sembrava non ci proteggessero più da quel gelido freddo. La bufera ci sorprese così, la neve fittissima ci impediva la visuale, gli uomini davanti a me erano quasi ombre che si muovevano, non avevamo riparo alcuno, intorno a noi solo un manto bianco, mentre la sera stava scendendo piano. La radio gracidava, poi la voce.., erano quelli di copertura. Siamo seguiti, forse sono trenta uomini, sono a circa tre kilometri dalla vostra posizione. Sapevamo di non essere nel quadrante di sicurezza sapevo che dovevo dare l’ordine di fermarsi.. sapevo che la neve avrebbe cancellato le nostre tracce sapevo che forse sarebbe stata anche il nostro nemico più temuto. Diedi l’alt, tutti mi guardarono stupiti, tutti sapevano dei nostri inseguitori.. tutti sapevano che li in quel vasto pianoro, non avevamo riparo sia dalla neve sia in caso di attacco.. . Signore siamo scoperti, la voce del tenente, Non possiamo andare avanti, in queste condizioni, risposi, ci fermiamo qui, divida gli uomini in gruppi di cinque, ogni gruppo deve distanziarsi di circa venti metri, a formare un triangolo. Ogni gruppo userà i propri zaini a mò di muro , scaveremo nella neve il nostro riparo aspetteremo qui gli uomini di copertura, sanno la nostra posizione, aspetteremo che questa bufera di neve si plachi, è buio anche i nostri inseguitori dovranno fermarsi non credo abbiano un addestramento migliore del nostro. Raduni gli uomini. Il vento misto a neve imperversava, a stento riuscivo a vederli li davanti a me. Dobbiamo attendere che si plachi questa bufera, siamo inseguiti ma la neve ha cancellato ogni nostra traccia, questa è la notizia buona, la cattiva è che passeremo qui la notte, vi dividerete in tre gruppi di cinque, userete i vostri zaini per costruire una specie di muro, dietro al quale scaverete delle buche nella neve. Vi ci stenderete dentro, e vi coprirete con i teli, a turno uno di voi vigilerà affinche nessuno ceda al torpore , se vi addormentate morirete congelati. Massaggiate più che potete, mani e piedi, resteremo in contatto visivo..in bocca al lupo a tutti. La neve scendeva violenta, nel giro di un’ora aveva coperto la nostra presenza, eravamo ormai parte del manto bianco Nei nostri rifugi improvvisati, le estremità del corpo erano aghi pungenti, il freddo ci attanagliava, la stanchezza fisica faceva il resto, quella mentale di non cedere al torpore era il nemico da sconfiggere. Passarono minuti poi ore, i ragazzi di copertura ci raggiunsero sfiniti, anche loro scavarono le proprie buche.. . Intorno solo il rumore del vento che sibilava, la notte ci ghermì, passarono così altre due ore.. poi il vento si calmò, I fiocchi di neve adesso scendevano piano, piano come i nostri movimenti, eravamo intorpiditi ma salvi, cartina alla mano facemmo il punto della nostra posizione, il quadrante di sicurezza distava da noi a circa tre o quattro ore di marcia. Lentamente ci rimettemmo in cammino, dei nostri inseguitori neanche l’ombra, forse avevano rinunciato.. . L’alba rischiarò quell’immenso manto bianco, il satellitare riprese a funzionare.. raggiungemmo il quadrante di sicurezza, i civili ci accolsero con entusiasmo ed affetto, ci ristorarono.., due ore dopo, le pale degli elicotteri volteggiavano verso casa , tanti civili erano rimasti nelle loro case, tanti avevano deciso di tornare a casa con le proprie famiglie.. . Io osservavo dal portellone il paesaggio sottostante, sorridevo, avevo svolto il mio lavoro.. . Un buon lavoro, la voce del comandante, la proporrò per un encomio solenne . Autore:Albino
Pablo Picasso: “Weeping Pablo Picasso: “Weeping Woman” ( donna in lacrime ), 1937, Tate Gallery, LondonWoman” ( donna in lacrime ), 1937, Tate Gallery, La donna in lacPablo Picasso: “Weeping Woman” ( donna in lacrime ), 1937,
( donna in lacrime ), 1937, ……………………
pp( donna in lacrime Pablo Picasso)
Vorrei essere una lacrima, dai tuoi meravigliosi occhi cadrei lentamente, per accarezzare dolcemente il tuo viso, per poi morire sulle tue labbra. Autore:Carmen3.na