Ti ho aspettato molto tanto ma credo che non tornerai mai più… Forse tornerai saprò aspettare pensando al tuo sorriso.. aspetterò … ancora oggi ho il cuore che mi batte forte e sentirti lontano mi distrugge dentro vorrei piangere ma non riesco … Come posso dimenticare non posso troppo forte è stato il nostro amore … vorrei vivere ancora quei momenti tra le nuvole , e non vorrei dividerti con nessuno … mai … ma soltanto tu per me … ci siamo detti addio tante volte persi , ripresi, ma sempre cercarti … ma forse non sarà mai un vero addio . Autore: Sery.pd
Luna piena Forte un dolore viaggia dentro me.. è ancora buio,c’è silenzio tutto intorno.. Le persone dormono.. in un tepore che sa di festa.. sa di Natale. Le luminarie svallino mille colori appesi ai balconi.. le strade vuote solo mulinelli di carteccie svolazzano.. Il rumore dei mie passi sulla neve chiacciata sembra un tamburo.. amplificato dal silenzio alzo gli occhi.. in cielo una luna d’argento illumina una parte del cielo.. guardo e il fiato si fa fumo. Cosa resta di noi due adesso io qui nella mia realtà tu nel tuo mondo..rosa… insegui sogni.. hai chiuso la porta.. stare insieme non ha più senzo.. ma questo vuoto.. mi mette paura.. che ne sarà dei giorni tuoi quando mi cercherai ed io dove sarò.. perso nei giorni miei. Guardo ancora l’astro d’argento.. cosa resta di noi due adesso.. ho provato..a dire.. a cantarti nelle mie canzoni ho provato..a dirti che ho bisogno di te.. ma qui adesso..solo nella strada .. guardo la luna..ancora per te la spegnerò domani.. domani.. chissà.. sotto quale cielo sarò.. Autore: Albino
Claude Monet - La Pìe (La Gazza) - 1868/1869 - Musèe d'Orsay - Parigi
La nostra amica Armida, raccogliendo l’invito ad inviarci poesie dialettali, ha scritto questi bei versi in veneziano. Noi gliene siamo grati e li leggiamo ascoltandoci un bel pezzo di musica classica del grande Gioachino Rossini.
LA RIVA OGNI MATTINA E LA SE FERMA SUL RAMO PIU’ ALTO DEL PIN NEL PICOLO PARCO CHE GO.. QUA VISSIN.. LA SO’ FIGURETA MINUA LA SE STAGIA’CONTRO EL SOL QUANDO CHE EL NASSE DE LE VOLTE INGRUMADA LA CIAPA LA FORMA DE UN CUOR.. DE LE VOLTE LA SLONGA EL COLO ELEGANTE, IMPASSIBILE, ALTERA.. XE’ BELO VEDERLA OGNI ZORNO! ‘I ALTRI DIZE CHE LA ZE’ ‘NA “GARZETTA” MI PERO’ GHE GO DA’ UN NOME: LA CIAMO “DILETTA” RESTO A VARDARLA.. LA ME REGALA GRASSIA, BELLESSA. PO’, DE COLPO, LA SVOLA! EL RAMETO DEL PIN,.COME A VOLER SALUDARLA, EL SE SGORLA.. LA VEDO SPARIRE IN FRETTA I ME’ PENSIERI SE FA PIU’ COCOLI… ” CIAO, A DOMAN.. DILETTA!!”
Arriva ogni mattina e si ferma sul ramo più alto del pino nel piccolo parco che ho.. qui vicino. La sua figuretta minuta si staglia contro il sole quando sorge… A volte rannicchiata prende la forma di un cuore.. A volte allunga il collo elegante, impassibile, altera .. E’ bello vederla ogni giorno!. Gli altri dicono che è “una garzetta”. Io però le ho dato un nome: La chiamo “Diletta” Resto a guardarla..mi regala grazia, bellezza. Poi ,di colpo s’invola! Il rametto del pino, come a voler salutarla si scuote. La vedo sparire in fretta.. i miei pensieri si fanno più dolci ” Ciao, a domani.. Diletta!”
Il nostro amico Antonino ha voluto regalarci un’altra composizione nella lingua della sua terra, la Sicilia. I dialetti mi hanno sempre affascinata, li considero il simbolo di una cultura che sarebbe ingiusto perdere. Noi, del blog poesie, riteniamo che sarebbe un’iniziativa interessante pubblicare scritti in dialetto, mettendo, ovviamente, la traduzione. Perciò, cari poeti, datevi da fare..! Aspettiamo le vostre poesie nella “parlata” del vostro cuore. Grazie.
Batti, vecchiu miu, ‘un ti firmari, batti dintra di ‘stù piettu, batti d’amuri pì ‘sta tierra, tra suli e mari è nu jardinu, fattu apposta pì ll’amanti.
Batti forti, ‘un ti firmari, batti cchiù forti, pì l’occhi di una fimmina, ccà mi chiuiu nnà vicaria, di ll’amuri suo, pi farimi canusciri u paraddisu.
Batti, cori miu, ‘un ti stancari, batti ancora pì tutti li me’ amici, ca sunnu comu vrazza e jamme, pi ‘stu corpu miu.
Batti, batti anticchia, puru pi mmia, picchì si tu ti fiermi, mi fiermu puru ju.
Vecchio mio.
Batti vecchio mio, non ti fermare, batti dentro il mio petto, batti d’amore per questa terra, un giardino tra sole e mare, fatto apposta per gli innamorati.
Batti forte, non ti fermare, batti per gli occhi di una donna, che mi chiuse nella prigione del suo amore, per farmi conoscere il paradiso.
Batti, cuore mio, non ti stancare, batti ancora per tutti i miei amici, che sono come braccia e gambe, per il mio corpo.
Batti, batti un pò, anche per me, perchè se ti fermi tu, mi fermerò anch’io.