Amica luna,
sorta improvvisa
ad illuminare
la squallida scena
di questo pietroso deserto,
rompi il triste eppur dolce
canto della fanciulla lontana.
Notte superba, tronfia
di amori e lussurie
nei sordidi vani di miseria,
odio ispira verso gli impudichi
calpestatori di inermi.
Notte, perché rancor non mi scuote
afferrandomi per i capelli?
Iride amo, femmina ingrata,
e il suo ricordo
m’attrista e m’acquieta
nell’inutile dormiveglia
di una vana infelicità.
lorenzo.rm
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Languore di gemiti infranti
dal dolce infuriare del mare,
sbattuto dai prorompenti marosi.
Iride, supina, ascolta
l’incanto d’amore
che il seno le scioglie,
quasi arrestando
I battiti sordi che prima
scuotevano il fragile petto.
Piange, dimentica.
Domani, al lindo chiarore
dell’alba, scuotendo
le membra intorpidite
dal riposo senza riposo,
si chiederà se la vita
sia degna d’esser vissuta.
Cornici di alghe infiorate,
dal rinfrescante, smanioso
profumo, siatele compagne
nella notte senza fine.
Il sole, col fiero cipiglio,
luce ridonerà alla sua anima,
appagata nel desiderio snervante.
lorenzo.rm
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Amore di testa, amore di cuore
Mi sei nata nel cervello,
che ha tessuto le tue lodi,
l’acume, la scienza, il vissuto,
lasciando intravedere
barlumi di sensibilità, dolcezza,
prodromi di affetto.
Così, dalla mente,
mi sei rimbalzata nel cuore,
che ha dato stura a
ineluttabili verifiche
incendiandomi infine i sensi.
Non fu tutta illusione,
e, in conseguenza, tutta delusione.
Occorreva un esame e l’ho condotto.
Anche tu, peraltro, l’hai compiuto,
com’era giusto.
E’ stato emesso un verdetto,
in conclusione, condiviso.
Scendi dal mio cuore, dunque,
che s’è stancato di portarti,
e ritorna al cervello.
E dal cervello svanisci,
dileguati nel limbo dei sogni,
dei fatti irreali e irrealizzabili.
Scompari, ti prego.
Mi hai stupito, attratto, respinto.
Ci siamo svegliati come biglie
di segno contrario.
Vivremo ambedue, ma non
unisoni, simbiotici.
La terra gira, il mondo corre.
Non rimanga l’alito
di un benché minimo rancore.
Lorenzo.rm
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Vuoto è il cielo,
c’è il sole, dovrebbe esserci,
ma sembra notte.
Attorno a me non ci sono forme
ma sagome scure:
uomini e donne, animali, piante, fiori,
tutto scomparso, non c’è nulla di nulla.
Il mio sguardo si fissa nel vuoto artificiale,
lo giro a 360 gradi ma non percepisco alcunché.
Ripiego in me stesso e la sensazione di vuoto,
di buio si accentua, accompagnandosi
ad un senso di impotenza e di angoscia.
Eppure anelo a risollevarmi, a scoprire
qualcosa di positivo, che mi restituisca
la perduta serenità.
Qualcuno/a mi può aiutare? Lo/a ringrazierò,
gli/le sarò grato per sempre, gli/le sarò amico,
integrerò le sue forze, sarò il suo servo fedele.
Guardo al cielo, innalzo le braccia in segno
di abbandono e di preghiera.
Amavo, amo, ma adesso il mio cielo è buio.
La mia speranza non ha risposta. Ma non voglio
cedere alla disperazione, alla rassegnazione.
Lorenzo.rm
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DONNA, COMPAGNA, MAMMA
Nasci e vale ancora per te
l’antico detto della mia gente,
quando, dopo una notte insonne,
dicevano:”Notte persa
e per giunta femmina”.
Perché anche oggi non sei
ritenuta preziosa quanto
il maschio? Perché, pur avendo
tesori infiniti di intelligenza,
sensibilità, forza morale e fisica?
Così è per retaggio di antichi
pregiudizi, di antichi rancori
contro di te. In fondo sei nata
da una costola e hai ceduto
all’infido serpente condannando
il genere umano alla perdizione.
Ma, dopo Gesù, non si può
più giocare con te. Sei la migliore
compagna possibile. Già, compagna.
Non più in subordine, alla pari con
l’uomo. Ma non è vero, lo sai. Vieni
sempre dopo, anche se non in modo
visibile. Non gli cammini dietro come
in antiche, ignobili civiltà.
Sei rispettata e dai consigli. Comandi
anche, seppur fra quattro mura.
E’ vero, inoltre, che hai una potenza
infinita, sei bella, hai fascino. Sei
spesso l’amore insostituibile per
chi ti conosce e ti apprezza.
Quando sei mamma, poi, c’è la
catarsi. Diventi il centro dell’universo,
l’ombelico del mondo. Sei tutto, unica
per i tuoi figli. E le tue forze si espandono,
tutto coprendo, e il mondo e l’intera
volta celeste. Ogni cosa dipende da te,
nel bene e nel male. Il tuo sguardo
è ardito, il tuo passo sicuro. Sei
quello che vuoi. Un’isola stupenda
per tutti, anche per il tuo compagno.
Sei mamma, diventi anche la sua.
Piangerà per una qualche sua privazione.
Ma gioirà per l’immenso regalo
che il cielo gli ha donato.
Lorenzo.rm
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