Mi racconto sulle dita
le cose che rimangono
pensate o forse vissute .
Foto antiche e sbiadite
dal colore della memoria
confuse col sentimento
e chimiche ormai sopite.
E’ bello pensare sereni
ai dolci incanti di ieri
senza la vana fatica
di struggenti amori eterni.
Questa poesia è stata scritta da francesca, il 22 novembre 2016 at 22:04, nella categoria: francomuzzioli. Lascia un tuo commento qui
Casa per ragnatele e polvere
sulle mani il muschio leggero
un mondo di clessidre e orologi
tic tac …tic tac… metronomo
che nulla importa alle rughe annose.
Voglio diventare vecchissimo
con gli occhi lucidi e acquosi
con la mente libera che spazia
tra i rami di antiche querce
nelle fitte righe di un libro
e ascoltare il vento del mondo
che va oltre il quotidiano sentire.
Tramonto lungo tra leggere nebbie
tra monti morbidi e azzurri
aperti sulla vita di mille stagioni.
Questa poesia è stata scritta da francesca, il 18 ottobre 2016 at 08:59, nella categoria: francomuzzioli. Lascia un tuo commento qui
Quotidiane follie
si alternano a
quotidiani terrori .
Si è persa la bussola
della rotta pensata ,
tutto si sgretola
nell’incerto futuro ,
le speranze fuggono
verso lidi lontani.
Anche l’ultimo grido
di chi si è fatto uomo
per stabilire il riscatto
dal peccato e dal male,
stremato dal dolore
rantola sofferente
“Eloi , Eloi , lamma sabactàni “.
Questa poesia è stata scritta da francesca, il 24 luglio 2016 at 19:59, nella categoria: francomuzzioli. Lascia un tuo commento qui
Il senso dell’altro
nega monolitiche solitudini .
Non è uno specchio
che risuonerebbe
nelle scure stanze
come eco sgradevole.
E’ una mano diversa
che si tende per essere,
che divide un cammino
anche sullo stesso ramo
foglia con foglia, fiore con fiore.
Guai se non ci fosse
chi divide con te
gli attimo spogli
della corsa del tempo.
Questa poesia è stata scritta da francesca, il 24 maggio 2016 at 16:05, nella categoria: francomuzzioli. Lascia un tuo commento qui
S’attarda sul ramo
scosso dal vento d’aprile
occhieggia intorno
e scende veloce sul prato.
Le piccole briciole son cibo.
Saltella circospetto e guarda
col suo capino nero attento.
Un colpo di becco e via
ritorna con il collo ritto
per controllare ancora
e tranquillo ne prende una poi una
tutte le poche cibarie
lasciate lì per sentirmi
più unito a lui
nella festa della natura.
Questa poesia è stata scritta da francesca, il 20 aprile 2016 at 13:48, nella categoria: francomuzzioli. Lascia un tuo commento qui