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Un tempo i bisnonni
erano quadri appesi in salotto
monumenti domestici
di un lontano passato.
Affondati in vetuste poltrone
odoravano di vecchio
e a volte di tabacco
non davano baci
ma carezze sul capo
e il loro sorriso era leggero
per non mostrare
traballanti dentiere.
Erano lì in prestito
come le foglie d’autunno .
Guardavano fissi e vuoti
il loro corto futuro
con le mani nascoste
sotto colorate coperte.
Può esser che ci siano
giovani bisnonni ?
no ! è un ossimoro
una contraddizione in termini
allora perché mi hanno detto
che sarò presto bisnonno ?
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Si rompe lo specchio
e frazioni di immagini
come foglie al vento
si disperdono attorno.
Un puzzle che non componi
per non essere immagine .
Uscire dal recinto
di certezze domestiche
in solitudini schiave
di necessari ritmi.
Scrollarsi di dosso
un io ingombrante
e riguardare il mondo
con gli occhi degli altri
per non esser nel guscio
solo
come larva dormiente
nell’attesa di un volo.
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Le ossa spezzate
tra schegge impazzite
nelle polveri d’odio
dei mercanti di morte.
Ardono le pire
per sadiche credenze di potere
e tutto si tiene
nelle voci degli dei
per i quali si uccide , lungo
le strade del tempo e della storia.
Martiri donne , vite inermi
gettate di infanzie stupite.
Bocche spalancate nel grido
ultimo di vita
fischia il proiettile e via
altro fiore reciso.
Ma capirà l’uomo la natura di pace?
Proverà orrore nell’inutile fine ?
Soffro tutte le sofferenze del mondo.
Piango tutte le lacrime delle madri.
Urlo tutto il disprezzo dei padri .
Ma sarà sempre poco
nell’ignavia del giorno dopo giorno
e rimarrò con il pugno chiuso
nella speranza di un nuovo Messia.
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Maria Mater Dei
sul tuo seno egli , terra ,
succhiò il frutto
di impossibile fato.
Uomo tra gli uomini
natura d’ossa e carne.
Forse , Mater dulcissima ,
scambiasti l’Angelo
con il primo pensiero
senza mediazione d’amore.
Nato per naturali vie
dove tutto ha inizio
per rispettar la regola
che conduce ogni cosa .
Mater, come tutte le madri
donasti il tuo ventre
alle peripezie del mondo
figlio tra i figli.
Egli parlò lungo le strade
e il vento portò avanti
messaggi mai dettati.
Sconvolse l’acque
di remoti tempi.
L’eco tuonò
nel rimestar dei verbi.
Profezie e previsioni
si confuser col vero.
Surgesti ad esempio
nelle icone e nei canti
umile tra le umili.
E fosti col tuo grembo
a generare l’uomo
che chiamasti Gesù.
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