Lentamente svanisce
tra solitarie parole
gettate nel vento
di giornate ormai morte.
Coriandoli di saggezza
svolazzavano attorno
e si coglievan sereni
le esperienze degli altri.
Come nebbia autunnale
d’un oblio non cercato
or sparisce il cammino
per tant’anni percorso.
Forse è stata illusoria
la costante allegrezza
dei pensieri comuni.
Vanno parole e amici
oltre il fuoco dell’occhio
e sfumano inani
nel biancore del vuoto.
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Una voglia di rima alternata mi porta a scrivere un sonetto alla maniera dei duecentisti
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Mi pongo il problema
nel recesso del cuore
o nelle vene vibranti
di linfa non spenta.
Desiderio strisciante
di morbide carni
di anfratti ombrosi
nel tiepido sogno
di antiche pulsioni.
Le vecchie passioni
sbiadite e indifese
riaffiorano lente
nel tedio del giorno.
L’amore anziano
si scopre tra i lini
di morbidi sogni
di giovani intenti,
si accascia in affetto
si spegne in un bacio
di dolci ricordi
e brevi illusioni.
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Sono solo acciacchi
che cogli al risveglio ,
voglia di respirar forte
raccogliendo quell’aria di sole
che si spande al di fuori.
Fronde profumate e leggere
si muovono e danzano dolci
alla brezza del mattino .
Un altro giorno…….bene!
Si arriverà a sera
tra scandite abitudini
nel modesto desiderio
di piacevoli pasti
ed allegre amicizie.
Tutta questa la vita?
Esserci in fondo
nel tramonto del cuore
cogliendo l’attimo
che si espande e dilata
dando un senso alla vita.
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Mater dulcissima
tra le pieghe dei ricordi
sei nella mente e nel cuore
come struggente vincolo
di momenti bambini
di sorrisi desiderati
di abbracci non scordati.
Mater dulcissima
il tuo vecchio figlio
ti implora ancora
al di là delle barriere
del tempo e della morte
di coglier, là dove sei,
il mio straziante augurio
la mia perenne gratitudine.
Piccola composizione di un vecchio figlio alla sua mamma, ormai lontana, nel giorno della sua festa.
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