Noi umani,
siamo come falene
in cerca della luce;
come falene
caparbie e disperate,
che la luce anelano
e dalla luce,
raggiungendola,
si lasciano
ammaliare
Ma è una luce artificiale, falsa,
abbaglia, fa ardere, scotta e poi
incenerisce.
Consideriamo, invece, la farfalla impalpabile,
variopinta, solare,
che della luce del giorno fa la sua vita,
che si libra,
in una duratura e quieta serenità.
Autore: Erato.rm
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Non imprigioniamo con parole un sentimento
che cos’è?
che importa
esiste.
Non cerchiamo di dargli un nome per forza
esiste e basta.
Lasciamolo fluttuare libero, nell’etere.
Ha un profumo suo,
ha una musica sua,
è impalpabile
è delicato.
Esiste.
Conta questo soltanto.
Ma non cerchiamo di dargli un nome
prendiamolo così,
custodiamolo con cura e con riguardo,
è tanto fragile
è raro,
lasciamolo libero di vagare
di sognare…
Non imbrigliamolo in schemi,
ha un posto speciale
e non è che per noi.
Autore: Erato.rm
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Un segno
dammi un segno…
Un semplice ciao basterebbe
a cambiare la giornata,
illuminandola,
e fugare le nebbie della tristezza.
Un segno
piccolo, piccolo,
impercettibile,
timido, silenzioso ed impalpabile,
leggero come farfalla…
ma un segno,
che io sola
riconosca.
Autore: Erato
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Ciao
Ciao, ho il suono di questo tuo “ciao” nelle orecchie.
È un ciao come una timida carezza, un po’ esitante, un po’ dubbioso, discreto, un po’ rauco.
È spesso così il tuo ciao, non è mai aggressivo, cantante, non si impone, ha paura di disturbare.
Domanda timidamente permesso; posso? mi concedi di entrare?
Non dici mai il tuo nome! Dici ciao, ci sei?
Dici ciao, ci sei un poco per me?
Dici ciao, solo ciao, non c’è bisogno d’altro;
dici ciao e poi, con frasi banali e quotidiane, cerchiamo di nascondere la nostra emozione e la nostra ritrosìa.
Mi sorprende inaspettato, strappandomi a pensieri o attività ripetitive e crea un’oasi di pace in me, serena e mite;
remissiva.
È bello il tuo ciao, mi scalda il cuore.
Fa sì che la mia giornata sia più luminosa.
Mi piace il tuo “ciao”.
Grazie di dirmelo.
Autore: Erato.rm
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Forse mi piacerebbe guardare
nei tuoi occhi.
Vedere al di là dell’iride
quello che vedono, che paesaggi nascondono.
Forse mi piacerebbe sentire
il timbro della tua voce.
Se è acuta, grave, tremante, imperiosa o beffarda;
sentire se la tua voce è suadente e vellutata come le tue parole.
Forse mi piacerebbe conoscere
il tuo profumo, il tuo odore.
Se è penetrante, pungente o se sa solo di buono
e riconoscerlo fra mille.
Ma forse non vorrei provare
il tocco delle tue mani:
mi scotterei
e ne avrei paura.
Autore: Erato.rm
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