Poesie di Eldy

LA POESIA SUFI

miniaturaLA POESIA SUFI
Breve viaggio attraverso questa meravigliosa e poco conosciuta poesia. Alla scoperta dei suoi apparenti segreti , ai sui continui messaggi d’amore, alle visione ultraterrene e divine di questo sentimento –

La poesia dei Sufi intende esprimere l’Amore divino, la vicinanza con l’Amato o il Diletto, l’estinzione, la permanenza  in Lui, il mistero che é oltre il dire oppure il senso di distacco, di separazione dall’Amato
Con versi rimati, ritmati, melodici, l’intimità più profonda ne viene toccata.
Il poeta sufi non è tanto interessato ad una letteratura fine a se stessa, egli cerca il Vero ed esprime così la sua piena realizzazione. Il mezzo per comunicare l’incomunicabile é la sua poesia. Poesia composta di parole spesso pronunciate in stato di ebrezza , di frasi estatiche inebriate da un vino dolce che portano chi le pronuncia e chi le ascolta a quel limite estremo che c’è fra l’umano e il Divino, e ancora oltre, dove il sale, lo zucchero o il miele disciolti nell’acqua diventano l’acqua
I Sufi sono maestri del velamento e dello svelamento, del simbolismo e della metafora, velano l’essenza ed al tempo stesso la svelano..Essa ha origini antichissimi. Si crede che i primi ad usare questa forma di espressione poetiche furono i beduini del deserto, i quali avevano una predisposizione naturale , dovuta , anche e , sopratutto, al loro stile di vita .
Ecco alcune meravigliose poesie, tra le più note e le più amate , che rappresentano meglio la vera, la grande, la sublime poes

L’ALLEGORIA DELLE FARFALLE
Meravigliosa poesia, di Attar, grande poeta Sufi…, è tra quelle più note ed amate.
E’ importante leggere gli ultimi versi… con attenzione. Essi, a prima vista, potrebbero sembrare un po’ misteriosi, ma poi, invece, rivelano ai nostri cuori il messaggio che il poeta ha voluto inviarci…
Il messaggio, infatti, stavolta non appare tanto sibillino ma, volendo, è suscettibile tuttavia
di diverse altre interpretazioni.
ALLEGORIA DELLE FARFALLE
di Attar –

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Una notte le farfalle si riunirono
in assemblea, volevano conoscere
che cosa fosse una candela. E dissero:
“Chi andrà a cercar notizie su di essa?”

La prima andò a volare intorno a un castello
e da lontano, dall’esterno vide
una luce che brillava. Tornò
e con parole dotte la descrisse.
Ma una saggia farfalla – presiedeva
lei l’assemblea – le disse:
“Tu nulla sai”.

Ed un’altra partì, si avvicinò
arrivò sino a urtare nella cera.
Nei raggi della fiamma fece svoli.
Tornò, raccontò quello che sapeva.
Ma la farfalla saggia disse: “Tu,
tu nulla più della prima hai conosciuto”.

Un terza si mosse infine, ed ebbra entrò
battendo le ali forte nella fiamma
tese il corpo alla fiamma, l’abbracciò
in essa si perdette piena di gioia
avvolta tutta nel fuoco, di porpora
divennero le sue membra, tutte fuoco.

E quando di lontano la farfalla
saggia la vide divenuta una
cosa sola con la candela, e tutta luce
disse: “Lei sola ha toccato la meta, lei sola sa”.

Chi più di sé è dimentico
quello tra tutti sa.
Finché non oblierai
il tuo corpo, la tua anima,
che cosa mai saprai
dell’Amata?
…………………………………………………………………….
UN MIRABILE ESEMPIO DI POESIA SUFI…
dove la sua poetica scavalca ogni barriera culturale e religiosa

Se il  Cielo non fosse innamorato
Jalaluddin Rumi *

302103jpg1Se il cielo non fosse innamorato
il suo seno non sarebbe dolce.
Se il Sole non fosse innamorato
il suo volto non brillerebbe.
Se la Terra e le Montagne
non fossero innamorate
nessuna pianta germoglierebbe
dal loro cuore.
Se il Mare non conoscesse l’amore
se ne starebbe immobile
da qualche parte.
Se il Cielo, le Montagne, i Fiumi e
ogni altra cosa nell’universo
fossero egoisti e avidi
come l’uomo e come lui cercassero
di conquistare e accumulare cose per sé,
l’universo non funzionerebbe.”

Jalal Al-Din Rumi,
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MORIRE D’AMORE
di FARID

Nel nostro linguaggio usuale sentiamo spesso l’espressione “morire d’amore“. Molto nobile ed universale è però la sua origine e qui… in pochi versi ci viene poeticamente e genialmente descritta
L’Amore… il vero Amore… non è spensieratezza…ma assoluta dedizione… di sé… ed oltre sé…
E’ la totale intima unione di anima e corpo degli Amanti al punto di diventar una cosa sola…
L’inizio dell’Amore, infatti, non è forse ansia… paura… perdimento di sé?
E la fine dell’Amore…non ci appare davvero come la perdita di una parte di noi…
come un morire?
Se non sei pronto a morire per il tuo amore…allora… il tuo è… proprio Amore?
Una verità assoluta e profonda, un insegnamento universale ed eterno ci giunge dai versi rivelatori e folgoranti di questo poeta mistico di quasi mille anni fa.
Ibn al-Fàrid (1181-1235)
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MORIRE D’AMORE
images4E’ Lui l’amore! Vive solitario perché
il suo riposo è fatica, un male il suo
inizio e la sua fine una morte.
Se vuoi vivere felice, sii martire d’amore
se no lascia l’amore a quelli che sanno
amare. Chi non muore davvero del suo amore
di vivere d’amore non avrà la ventura.
miniatura2Elaborato da :boba. 52

Questa poesia è stata scritta da rob, il 11 aprile 2011 at 16:59, nella categoria: boba52. Lascia un tuo commento qui



IL “DinAnimismo

                                                                              IL “DinAnimismo”
 (Movimento Poetico/Artistico Rivoluzionario Delle Anime), fondato dal poeta e scrittore Zairo Ferrante, è stato già ufficialmente zairoferrantericonosciuto come avanguardia da una parte della critica letteraria, raccoglie le opere e vanta le collaborazioni ed il sostegno di numerosi Artisti (Alcuni anche molto noti) sia Italiani che Esteri ed ha come obbiettivo quello di riavvicinare l’Arte e specialmente la Poesia all’Uomo, in quanto pura ed essenziale voce della sua Anima. Il movimento si prefigge di divulgare una poetica ed una produzione artistica ispirate a principi di matrice ” romantico-umanistica “, con lo scopo di sostenere ed accompagnare l’Uomo in questo periodo di transizione “futuribile”, caratterizzato da enormi cambiamenti e scoperte tecno-scientifiche che, se non saggiamente “adoperate”, possono, in un certo senso, privare la Società della sua più grande conquista, che s’identifica con l’acquisizione del”senso critico”.
Dinanimismo è un termine nato dalla crasi delle parole “dinamismo” ed “anima”, per cui è possibile intenderlo anche come moto introspettivo dell’Anima da contrapporre alla dilagante superficialità dei nostri giorni.
Il dinanimismo ha solo ed esclusivamente un carattere culturale-artistico-letterario, pertanto, in linea con una promozione culturale “trasversale” e “paritaria”, è aperto a Tutti, non è riconducibile a nessuna fede politico-religiosa e non risponde, in alcun modo, delle azioni e decisioni politiche, religiose e culturali degli artisti che, in modo diretto o indiretto, ne possono far parte.
Inoltre, onde evitare spiacevoli malintesi, si possono considerare “ufficialmente” dinanimisti solo ed esclusivamente gli Artisti  e Scrittori che – in modo aperiodico, gratuito, consenziente e non vincolante – sono stati presentati sulle pagine ufficiali del movimento. Pagine tutte riconducibili al seguente link:
http://e-bookdinanimismo.myblog.it/
                                                                                       Sulla cattiva strada
  Dedico questa a chi ruba il pane, al barbone dietro l’angolo, a chi vive ai margini di un semaforo, a chi vende il proprio corpo per 870834466sopravvivere, a chi – malato di solitudine – si droga per curarsi, a chi vive in ginocchio, a chi è sudicio e per strada viene scansato…a tutti gli “amici” che, a causa della mia ipocrisia, hanno scelto la loro personale “cattiva strada”.
Ma posso davvero essere sicuro che sia stata una scelta peggiore rispetto alla mia “buona strada”?  (Zairo Ferrante)

 

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L’uomo robot

Vaga l’uomo-robot
in questo inizio
di millennio ma
fine di progenie,
vecchia e superata.

Vola l’uomo-robot
tra aurore siderali,
porte temporali e
ruscelli radiopachi
d’intelligenze  neocreate.

Tra molecole di bario
al vento regalate,
vive l’uomo-robot,
che si nutre della scienza
a trasmissione ultravioletta.

Combatte l’uomo-robot
con tiranni sanguinari,
che han per padre
il dio danaro e per
madre il gran mercato.

Sopravvive l’uomo-robot
in questa fine di progenie,
wip-robomanin questo inizio dell’eterno.
Tra più soli artificiali e
viaggi interspaziali.
 Ed insegue l’uomo-robot,
la sua anima ormai ceduta
ai diavoli mascherati,
con promesse ben’agghindate
per un futuro immacolato.
 
E si dispera l’uomo-robot
per la sua anima che ha perduto,
per la ricchezza vanificata,
ché solo un robot – e non un uomo –
all’eterno ha consegnato.
 

A ME CHE SON DI-VERSO
(inedito)
A me che son di-verso
qualche verso mi decanto,
per sberleffo
e dis-canto del normale.
A me che sono gay
quando, solo, cerco e trovo
mozartla carezza di un amico.
A me che sono cieco
quando, forte, chiudo gli occhi
nell’amore della Donna,
assaporando quel suo bacio.
A me che sono down
quando, perso, nell’abbraccio di mia madre
dolcemente allungo gli occhi,
che si perdon’in un sorriso.
A me che son barbone
quando, al freddo, d’una panchina
mangio pane e bevo birra.
 
E decanto qualche verso
a Chi semina parole
per il mondo degli Uguali.
A Chi in silenzio,
per amore del di-verso,
si vergogna del normale.
 
E SCORRONO I POETI
inedito di Zairo Ferrante
E scorrono i Poeti
447023020come fiume argento vivo
a perdersi nel mare.
Molti sono già passati
Alcuni sono passanti
Qualc’altro, e questo sono io,
è morto giovane.
E frugano i Poeti
tra le lacrime della gente.
A loro poco importa
quando piegano,
a fatica,
le parole nel recinto d’una pagina.
Ed ecco ché li deridono,
quando parlano i Poeti.
Perché non sono nulla
se si esclude la loro voce.
Perché contano meno,
quando in silenzio,
della gente
un poco…,
portan la Croce.
 
Dedicata ai Poeti, a Chi fa poesia, a Chi
la poesia la vive nel silenzio del Cuore.
*Quadro: “Mendicante” di Carofalo Vincenzo
GIARDINO
(inedito)
 
Meandro, anfratto,
estratto sublime
di vita passata.
18447369292Vissuta.
Nelle pieghe
d’una solitaria
realtà.
E’ fantasia,
che una Donna spiega
come viola ed elettrici
capelli, come onde
sulla spiaggia
nero seppia consumata.
Un giardino.
Luogo lontano,
realtà assai vicina,
dove il rancore
a poco a poco
si consuma
e la paura
lentamente
si dissolve.
Nelle pieghe di un
ricordo,
nelle curve di speranza,
nell’incontro di un Amore.
 
LA PORTA
 
Si chiude, resta lì ferma, sospesa.
Nel limbo degli indecisi
nel mondo degli afflitti.
Si apre, resta lì ferma, sospesa.
Naufragata in un mare calmo,
non va alla deriva,
non ritorna sulla spiaggia
come farebbe una barca senza marinaio.
Resta lì nuda, ferma, sospesa.
Come sull’orlo del precipizio,
come sorretta da un vento lontano.
Quasi cercasse conforto in una voce
quasi aspettasse l’invito a farla finita.
Invece no.
Resta lì, ferma, sospesa.
Poi si apre, si chiude e di nuovo lì,
quasi soffrisse nella sua indecisione.
Poi una mano la apre,
poi più nulla,
la stessa mano la chiude.
E solo un tonfo si infrange sul mare di silenzio,
quasi a voler ricordare quella porta cullata
dal vento e poi chiusa dall’uomo.
Come vita cullata dall’amore
e poi spezzata dal destino.

*Poesia tratta dalla raccolta “D’amore, di sogni e di altre follie” di Zairo FerranteVIAGGIO NEL SILENZIO
 di Zairo Ferrante

Soltanto sospinto dal vento
io sento il suo canto
e d’incanto mi perdo nel sole.
È mattino!

LO SCONOSCIUTO

F-U-T-U-R-O: Parola veloce,
fatta di F come Effimero,
fatta di T come Troppo veloce,
veloce come il Razzo della R.
Ti travolge.
Parola, ai giorni nostri,
neppure pronunziata e già passata, vecchia.
Continuamente ci travolge, il futuro
con le sue novità, le sue comodità
e spesso con le stesse
ci spaventa.
Paura. —-

Elaborazione fatta da: Boba.52
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Dal sito ufficiale di :Copyright©zairoferrante

Questa poesia è stata scritta da rob, il 2 aprile 2011 at 13:57, nella categoria: boba52. Lascia un tuo commento qui



UN PENSIERO PER UNA CARA AMICA SCOIATTOLINA

 In un solo momento accade ciò che nn vorremmo accadesse mai.Pultroppo, il destino è come un mare che, improvvisamente, come una furia ci sommerge e ci annulla. Coraggio ,fatti forza amica nostra ,speriamo che tu possa trovare il coraggio di nn chiedere a Dio il perche. Te l’ha tolto, ma ringraziarlo per avertelo dato. Un caloroso abbraccio da .Boba,Domenico,Tony…

Questa poesia è stata scritta da rob, il 4 febbraio 2011 at 12:48, nella categoria: boba52. Lascia un tuo commento qui



HERMANN HESSE

HERMANN HESSE
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HERMANN HESSE nasce il 2 luglio 1877 a Calw, nel sud della Germania.
Riscuote un notevole successo con il racconto “Peter Camenzind”.
Con lo scoppio della prima guerra mondiale, Hesse inizia la sua crociata pacifista. La stampa tedesca lo dipinge come un “traditore della patria”.
Nel 1919 si trasferisce a Montagnola. Inizia a dipingere.
In Ticino scrive la sua opera più famosa (“Siddharta”), oltre a numerosi altri libri di successo: “L’ultima estate di Klingsor” (ambientata proprio a Montagnola), “Narciso e Boccadoro”, “Il lupo della steppa”, “Il gioco delle perle di vetro”.
Nel 1924 ottiene la cittadinanza elvetica. Durante la seconda guerra mondiale aiuta molti ebrei a fuggire dal regime nazista tedesco.
Nel 1946 riceve il Premio Nobel per la letteratura. Hesse muore a Montagnola il 9 agosto 1962.
Un’abitudine, quella di spostarsi a piedi, vagabondando assorto per paesaggi anche ignoti, che gli valse il soprannome di “eterno camminatore”.
“Rifiutava i dogmi, le visioni preconfezionate della realtà”
E’, forse, questo suo spirito indipendente è uno dei motivi per i quali Hermann Hesse continua a rimanere un classico anche tra i giovani. Hesse ha un grande fascino e forza d’attrazione per le nuove generazioni.Essi vedono la sua opera come una sfida a riflettere sulla propria identità e sulle sempre attuali domande sul senso della vita. In un’epoca di crescente disorientamento nell’opera di Hesse si uniscono con una visione del mondo aperta al futuro etica e estetica, tradizione e modernità.
Tale è ad esempio diventata la vicenda di “Siddharta” nella quale il protagonista, un figlio di un ricco bramino indiano, cerca la felicità interiore ed un suo percorso nella vita al di là di qualsiasi conformismo.
“Hermann Hesse è stato capace di trasmettere messaggi universali, sempre validi”
“Ad esempio, in una società che promette tutto a tutti, è facile perdere se stessi. Urge dunque riconoscere i propri limiti senza tuttavia avere alcun timore a percorrere la propria strada”.
Hermann Hesse è l’autore tedesco più letto e tradotto al mondo.
Ha vissuto gli ultimi 43 anni della sua vita a Montagnola.
È sepolto nel cimitero del villaggio ticinese. Già quando Hesse era ancora in vita, i suoi libri erano diffusi in tutte le lingue di culture importanti. Ma solo negli ultimi trent’anni la sua opera ha avuto una risonanza che non ha paragone nella storia delle letteratura tedesca. Hesse è considerato lo scrittore di lingua tedesca più tradotto dopo i fratelli Grimm. Soprattutto in America ed in Asia ha milioni di lettori.
Brevi cenni biografici:  Clicca col mouse  al sito  ( http://www.hermann-hesse.de/it/literatur/frameliteratur.shtml )
Alcune delle sue più belle poesie:
Farfalla Azzurra
Piccola, azzurra aleggia
una farfalla, il vento la agita,
un brivido di madreperla
scintilla, tremola, trapassa.
Così nello sfavillio d’un momento,
così nel fugace alitare,
vidi la felicità farmi un cenno
scintillare, tremolare, trapassare.
Perché ti Amo
Perchè ti amo, di notte son venuto da te
così impetuoso e titubante
e tu non mi potrai più dimenticare
l’anima tua son venuto a rubare.
Ora lei è mia
del tutto mi appartiene nel male e nel bene,
dal mio impetuoso e ardito amare
nessun angelo ti potrà salvare.
Senza di te
Il mio cuscino mi guarda di notte con durezza
come una pietra tombale;
non avevo mai immaginato che tanto amaro fosse essere solo
e non essere adagiato nei tuoi capelli.
Giaccio da solo nella casa silenziosa,
la lampada è spenta, e stendo pian piano,
le mie mani per afferrare le tue,
e lentamente spingo la mia fervente bocca verso di te
e bacio me fino a stancarmi e ferirmi
e all’improvviso son sveglio,
e intorno a me la fredda notte tace,
luccica nella finestra una limpida stella,
o tu dove sono i tuoi capelli biondi,
dov’è la tua dolce bocca?
Ora bevo in ogni piacere la sofferenza e veleno in ogni vino;
mai avrei immaginato che fosse tanto amaro
esser solo esser solo e senza di te!
Canzone di viaggio
Sole illumina il mio cuore,
vento disperdi le mie pene e i miei lamenti!
Piacere più profondo non conosco sulla terra
se non di andare lontano.
Per la pianura seguo il mio corso,
il sole deve ardermi, il mare rinfrescarmi
per condividere la vita della nostra terra
dischiudo festoso i miei sensi.
E così ogni nuovo giorno mi deve
nuovi amici, nuovi fratelli indicare,
finché lieto posso tutte le forze celebrare,
e di ogni stella diventare ospite e amico.
Il mio Amore
Tace e si ricorda con pensieri pieni di tristezza
dei suoi morti lontani.
Lo ho offerto a parecchi, nessuno però lo ha voluto.
L’ho messo in vendita in tutte le vie,
nessuno lo ha voluto – non sa ridere!
Cosa devo fare col mio amore?
Lasciare lo voglio ai miei morti.
Canzone d’amore.
Per dire cos’ hai fatto
di me, non ho parole.
cerco solo la notte
fuggo davanti al sole.
La notte mi par d’oro
più di ogni sole al mondo,
sogno allora una bella
donna dal capo biondo.
Sogno le dolci cose,
che il tuo sguardo annunciava,
remoto paradiso
di canti risuonava.
Guarda a lungo la notte
e una nube veloce
per dire cos’ hai fatto
di me, non ho la voce.
Elaborazione  fatta da  boba52

Questa poesia è stata scritta da rob, il 29 gennaio 2011 at 18:02, nella categoria: boba52. Lascia un tuo commento qui



Speranze o Illusioni

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Speranze o Illusioni
Mi sento soffocare.
E’ ormai molti mesi che vorrebbe uscire dal cuore mio,
questo pensiero.
Quante volte e lì, sul punto di sbucare,
vorrebbe poter uscire,
ma sempre poi va a morire.
Al vento vado a gridare, e l’eco, mio alleato, me lo va a riconsegnare
Ogni volta è sempre più carico di frammenti
che, lungo il suo girovagare, riesce a racimolare,
per ritornare a me, a volte terribile, a volte carico di speranza.
Basta poco per renderlo speciale,
un raggio di luce che pagliuzza d’oro appare
Raccolgo tale tesoro e, minuziosamente, lo vado a conservare,
fino a che, traboccante, mi pare possa essere, finalmente, al mio amato svelato.
Ma, ecco, che nel cielo che pareva terso,una nuvola minacciosa appare,
e, in un attimo, arriva uno scoscio di temporale,
ll mio tesoro, non è oro…solo ai miei occhi aveva un immenso valore,
sotto quel temporale, come neve al sole, scompare.
E di nuovo il mio pensiero nel mio cuore si va a rifugiare,
E’ un continuo altalenare di speranze e piccole ferite
che non oso chiamare illusioni
autore:boba

Questa poesia è stata scritta da rob, il at 03:45, nella categoria: boba52. Lascia un tuo commento qui



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