Poesie di Eldy

Per amore

 sognare1

Per amore,
andar via da casa,
dolci parole,
teneri sguardi,
carezze a lungo sognate,
vuoti mai colmati.

Per amore,
stanco della prigionia,
queste tristi stanze,
cercare l’evasione,
indifferenza che uccide.

Per amore,
pensieri confusi
affollano la mente,
alterni sentimenti
approdano al cuore,
simili a zattere
dopo il naufragio.

Per amore,
l’animo affrancato,
libero per le vie
del mondo ancor
cerca l’amore,
ultima speranza.

Questa poesia è stata scritta da rob, il 21 gennaio 2011 at 22:25, nella categoria: antonino8.pa. Lascia un tuo commento qui



Amuri – Amore

 348817

Amuri rranni,                                                      
ca si fidau a rrubbari lu me cori,                        
pigghiannulu pi la manu,                                    
comu si fa cun  picciriddu,                                 
cunnuciennulu pi li strati di la vita.                   
Ciuri di stu iardinu amatu,                                  
mi mancano i to vasate, u to caluri,                    
a ducizza du sonu da to vuci,                             
lu scruscio chi facianu li to risati.                      
Da quannu vulasti via cull’ ancili,                         
u cori miu nun trova cchiù risettu,                      
‘stà casa sempri cchiù rranni                                 
e vacanti pari, e un cunnannatu                            
a morte ju mi sentu, accussì                                   
passu li me jorna aspittannu                                       
ca l’ancilu nivuru mi veni a pigghia,                      
mentri  cummattu contru li spirda
di ‘sta amara vita.                  
Amore

Amore grande,
che fu capace di rubarmi il cuore,
prendendolo per  mano,
come si fa con un bambino,
per condurlo per le strade della vita.
Fiore di questo amato giardino,
mi mancano i tuoi baci, il tuo calore,
il dolce suono della tua voce,
il rumore delle tue risate.
Da quando sei volata via con gli angeli,
il mio cuore non trova pace,
questa casa sembra sempre
più grande e vuota, mi sento
come un condannato a morte,
che passa i giorni aspettando
che l’angelo nero venga a prendermi,
mentre combatto contro i fantasmi
di questa amara vita.
autore:antonio8.pa
Una bellissima poesia dedicata a tutti gli Eldyani e, in modo particolare, a quanti sono lontani dalla loro amata terra
e avrebbero piacere di risentire la voce delle loro origini ……………

Questa poesia è stata scritta da admin, il 16 gennaio 2011 at 12:34, nella categoria: antonino8.pa. Lascia un tuo commento qui



Luigi Pirandello

images7

Luigi Pirandello: Presentato da  Antonino8.pa

Luigi Pirandello, drammaturgo, scrittore e poeta italiano, nato ad Agrigento il 28 giugno 1867, morto a roma il 10 dicembre 1936, premio Nobel per la letteratura nel 1934.
Credo che oggi siano davvero poche le persone che non lo conoscono o non abbiano sentito parlare o hanno letto qualcuna delle sue opere.
A partire dal primo romanzo ” Il fu Mattia Pascal ”
Ma il vero successo arrivò nel 1922, quando si dedicò completamente al teatro, spinto in tal senso, dall’amico Nino Martoglio. Infatti lo scrittore aveva rinunciato a scrivere opere teatrali, ma Martoglio lo convinse a mandare in scena alcuni suoi lavori: Lumia di Sicilia e l’Epilogo atti unici scritti da Pirandello nel 1982, e che ebbero un discreto successo nel dicembre del 1910.
Ma quello che questa volta desidero evidenziare non sono le commedie scritte da Pirandello, bensì le sue poesie, forse la parte meno conosciuta dei suoi scritti, che a me dà tanto e che credo sia una ricchezza e un arricchimento per chiunque ha occasione di leggerle. Queste quelle che preferisco.

ELEVAZIONE

Com ’aquile avvolgenti a un brullo monte
corone ampie con l ’ali poderose,
larve di gloria in torno a la mia fronte
si raccolgon superbe, e scudo a l ’onte
mi son dei fati avversi e de l’irose
passïoni terrene ed altre cose
le virtú richiamando, accorte e pronte.

Fermo l ’animo a loro, io vo seguendo
questo acuto desio che mi conduce
de la ragione a le piú alte cime.

E con molto pensier, sereno, ascendo,
che d ’esser nato la perfetta luce
mi consoli sul vertice sublime.

DEPRESSIONE

Atomo umano, enorme è la natura.
L ’esser t ’investe e ti trascina. Invano
contenerlo vorresti: ei non ti cura,
ei va per le sue vie, atomo umano.
Io piú sitir non vo ’ la sorte oscura
de l ’avvenire: come un uragano
nel passato ei rovesciasi e s ’oscura,
tutto vorando l ’esser nostro vano.

Spengonsi a lento ormai nei polsi bassi,
e nel cervel, cui fanno assedio i dubî,
le fantastiche febri del desio.

Atomo umano, guarda in ciel le nubi:
estraneo a tutto sei, estraneo passi.
Scenda pei sogni miei, scenda l ’oblio.

FRAMMENTO

E pur cantando m ’avvien di pensare
quel che m ’ingegno cantando obliare;
e per ciò canto, che scordi il dolore
e il mal d’amore;
ma ahimè, piú canto e piú me ne sovviene,
però che al labro null ’altro mi viene
che suon di pene;
ond ’è, guardate, il vero, ed appar bene,
ch ’io porto, o Donna, in cor l ’effigie vostra,
la qual gastiga mia ragione e prostra.

Ma già che amor mi vuol tanto onorare,
ch ’entro del core mi fa voi portare,
di grazia, me ’l guardate da l ’ardore:
che ben maggiore
di voi timor, che non di me mi tiene.
Pensate, o Donna, il mio cor vi contiene,
se mal gli avviene,
dentro vi state, e soffrir vi conviene.
Fate però ciò ch ’util vi si mostra,
guardate il cor come la casa vostra.

ANDANDO

A ciò che addietro nell ’andar ti lasci
non badi ancora, poi che ti concede
di guardar oltre il tempo e innanzi fasci
di speranze t ’accende, a cui tu miri.
Vai, cosí rischiarato, ove d ’un sogno
la tentatrice immagine t ’attiri
o lo sprone ti spinga d ’un bisogno,
e non ti senti la catena al piede.

Nulla intanto hai davanti: un ’ombra vana,
un inganno mutevole, una meta
che quanto piú t ’accosti, s ’allontana.
Ma non ancor per te scoccata è l ’ora
di volgerti a guardar dietro, nel breve
cammin percorso, e innanzi si colora
l ’avvenir tanto piú quanto piú lieve
è il passato che ancor non t’inquïeta.

Pur verrà giorno che ti sentirai
cosi forte chiamar dietro le spalle
donde non puoi far piú ritorno mai,
che per te diverrà fievole, muto
ciò che innanzi t ’invita, e da te stesso
a guardar ti porrai quanto hai perduto.
Le rose che ti risero da presso
e non curasti, ecco or lontane e gialle.

E con le terga ormai verso il futuro
e gli occhi assorti nel cammin percorso
andrai, men lieto quanto piú sicuro,
riallacciando ognor piú da lontano
le fila che correndo avrai lasciate
sospese, fino a che non apra il piano
d ’improvviso una fossa alle gravate
membra, e insieme al rimpianto od al rimorso.

NOTTE INSONNE

Io mi sento guardato da le stelle
e questa notte non posso dormire.
Mi par che qualche cosa esse, sorelle
maggiori, a questa terra voglian dire.

O sorgive di luci, la parola,
la parola tremenda del mistero
ditela a una vegliante anima sola
perduta in mezzo al vostro cielo nero.

So che dovrei di ciò ch ’è in terra solo
occupar la mia mente e i desir miei;
ma tu piú forte d ’ogni intento sei,
ciel che l ’anima mia rapisci a volo.

Tutte le fonti della vita insieme
non avran mai poter di saziare
l ’ardentissima sete, e sempre amare
avrò le labbra e vigile la speme,

ben che ognora delusa. O di basalto
funebre cielo, invano ti martella
il mio pensiero; invano si ribella
in terra, invano si rifugia in alto.

È l ’antica paura, è l ’appassito
istinto della fede, o questa nuova
smania, alla quale nessun tetto giova,
che mi spinge a cercar nell ’infinito?

Io di qua giú, di questa terra breve,
di cui ben sento la viltà dinnanti
a te, che cerco? – Un suon di chiari canti
dal bujo vien della vicina pieve.

Si prega lí, si prega per la vita
e per la morte: ardon votivi ceri
su un altar ben parato e gl ’incensieri
fuman sotto un ’imagine scolpita.

A chi mentí la vita, a chi la terra
non concesse una sola primavera,
a chi riposo non cercò la sera,
ma il tempo, senza tregua, o insidie o guerra,

tu solamente, o ignoto ciel, rimani;
e a te su i sassi della terra infida
ogni dolore s ’inginocchia e grida:
lacriman gli occhi e tremano le mani.

Alla porta del sogno in cui, riparo
a gli amor miei cercando, mi son chiuso,
siccome in un castello aurato e chiaro
qual le fate inalzarne aveano in uso,

batton le cure pallide, impedite
le membra da un intrico di catene;
“Il mondo ti reclama: apri. L ’immite
ora ti vieta un solitario bene”;

batton, pregando esaudimento, i brevi
desiderî, e tentandomi: «È qua giú
la tua radice: se per lei non bevi,
cadrà la cima ove t ’annidi tu»;

e batton i bisogni, delle cure
ancor piú schiavi: «Apri: sfuggir non puoi
al comun fato. Giú, folle, tu pure,
la tua catena a trascinar fra noi ».

Le leggi a un palmo qui dal fango stanno:
corde livellatrici, a cui chi striscia
sfugge sotto e da cui chi non è biscia
ha d ’inutili ceppi iroso affanno.

E neppur un capel torcono ai nani.
Il nano passa lieto: dalla rete
nelle sue voglie sobrïe, discrete,
si tien protetto e si frega le mani.

Or se con strappo di possente piede
non ti sgombri il cammino alla piú lesta,
o tu ti pieghi o mozza avrai la testa:
altrimenti qua giú non si procede.

Non tollerano ponti solo i mari;
su l ’alpe eccelsa non s ’erigon case,
o dalle nevi seppellite o rase
sono dalle tempeste aquilonari.

L ’anima or segue nella notte il fiume
che dal grembo di Roma già silente,
siccome enorme placido serpente,
svolgesi della Luna al freddo lume.

Chiama da lungi con assidua voce
il tenebroso palpitante mare;
l ’anima pensa al vano suo passare,
s ’affretta il fiume alla solvente foce.

CROLLO

Rido se vedo un bimbo che la mano
schiuda nel vuoto,
credendo di posarvi un qualche oggetto;
non rido piú se noto
che a me pur similmente accade
che nel vano del tempo crolli ogni desio nascente,
ogni nascente affetto.

TRAMONTO

— Di foco all ’orizzonte il ciel si fascia,
lento al tramonto il sole si riduce.

O tu che del mister sforzi le porte,
guarda! Di qua le tenebre egli lascia,
reca di là d ’un nuovo dí la luce.

Ebben, chi sa? forse cosí la morte.

SETTEMBRE

Le speranze se ne vanno
come rondini a fin d ’anno:
torneranno?
Nel mio cor vedovi e fidi
stanno ancora appesi i nidi
che di gridi
già sonaron brevi e gaj:
vaghe rondini, se mai
con i raj
del mio Sole tornerete,
le casucce vostre liete
troverete.

Elaborato da antonino8.pa

Questa poesia è stata scritta da admin, il 14 gennaio 2011 at 02:40, nella categoria: antonino8.pa. Lascia un tuo commento qui



Il mio universo

 uaas

Amore, amore,
amore per la vita,
amore della vita.
Amore che trascende,
che ti prende,
amor che fa sognare,
che fa volare,
in mondi sconosciuti,
estasi infinita.
Amore compagno perfetto,
che gioca a rimpiattino,
che scoppia dentro il cuore,
riempiendo anche la mente.
Amore, dannazione d’animo,
come in un inferno.
Amor trascendentale,
coinvolge tutti i sensi.
Amore, ardente fuoco,
bruciare di passione.
Amore, smarrirsi in due occhi,
danzare al suono di una voce,
perdersi nel calore di un corpo,
fusione di esistenze.
Amore, centro dell’universo,
da esso sboccia un fiore,
che noi chiamiamo vita

autore:antonino 8.pa

Questa poesia è stata scritta da admin, il 11 gennaio 2011 at 04:32, nella categoria: antonino8.pa. Lascia un tuo commento qui



Ritorna

 gif-animate-befana-festa_5

Troppo tempo è passato
da quando andasti via,
sebbene tanti anni,
ancora non so abituarmi,
non riesco a colmare
il grande vuoto che hai lasciato.

Non sei più voluta tornare,
in questa casa,
non hai saputo perdonare,
le mie tante colpe,
respingendo ogni motivazione.

Lo so, non sono stato
certamente il massimo,
una persona con cui
facilmente si può
vivere al fianco.

Perdonami, adesso,
dopo tanto tempo,
torna ancora in
questa casa,
vieni a trovarmi,
vola con la tua scopa,
anche se merito carbone,
riempi la mia calza
con la gioia e con l’amore.

autore:antonino8.pa

Questa poesia è stata scritta da admin, il 6 gennaio 2011 at 06:26, nella categoria: antonino8.pa. Lascia un tuo commento qui



« Poesie Precedenti
» Poesie Successive