Insieme avevamo luce e calore,
adesso resta solo dolore.
Quando i nostri cuori si uniranno
Per ritrovar amore di amicizia non un danno.
Soffrir dentro è un patire,
cerchiamo il nostro amore di amicizia per non morire dentro.
Autore:Setti Andrea alias (PeSa) 20/10/2003
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Celarsi nei pensieri tristi, eventi sfortunati di un destino avverso che mi perseguita.
D’un tratto cessai nel mio lavoro,
per inoltrarmi in una rilassante camminata, ha scrivere queste due righe
per non scordar le parole che mi passavano nella mente.
Mentre rimembravo in ciò, mi trovai al mio rifugio,
li tengo i miei segreti dove nessun può toccare.
Recandomi a sedere in un ceppo di albero,
pensavo e riflettevo su ciò mi balenava dentro.
Rattristato dai miei pensieri, non riuscivo a captare il significato.
Confuso e deluso tolgo la mente in tutto,
guardando fuori dal rifugio lo sguardo intravede tre esemplari di caprioli
che passavano per la loro strada poi soffermandosi, io stupito di ciò osservavo
la tranquillità in loro di brucare l’erba.
Il mio pensiero cominciò ha vagliare certi pensieri per toglierli dalla mente,
per trovar la giusta serenità.
Perplesso tornavo in me ascoltando i rumori che non sentivo prima,
vedere ciò che non riuscivo più scrutare.
Allora pensando mi chiedevo:
” Per trovare un poco di tranquillità, come è bello anche poche ore ma serene qui al mio rifugio.”
Autore: Andrea Setti ” Pesa “ 04/09/2009
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Alla fine della strada, mi inoltrai nel sentiero del Bosco.
luce oscurata da ombre ,lieve raggi di sole tra folti rami di alberi,
odo cinguettii di uccelli che non si vedono, fruscii tra cespugli,
mi sentivo osservato, lo sguardo intravede con fantasia,
piccoli folletti e fatine del Bosco che si tengono distanti nascondendosi.
Con passi lenti giunsi lì, nel meraviglioso materasso naturale di foglie cadute e piccoli steli d’erba, lasciando liberamente il mio corpo andar giù disteso, nell’ascoltar cinguettii e fruscii nel mio rilassare.
Esitai un istante con la mente, ma subito ripresi il cammino della fantasia.
Il mio sguardo intravedeva un piccolo scoiattolo, ondeggiando con il suo esile corpicino sul ramo, improvvisamente svanisce, poi il suo ritorno timoroso guarda,
con esile zampette prende una ghianda la porge alla sua piccola bocca,
incominciando il suo piccolo pasto.
Un lieve alito di vento raccoglie l’emanazione del mio odore umano,
far si sentire una presenza estranea del Bosco.
Per cui la premura far nascondere le vere vite esistenti nel luogo.
Perplesso mi incamminai per il ritorno, lasciando lo sguardo e un
meritato saluto a tutti loro, animali, vegetazione, ombre, colori,
ma la mia fantasia non abbandona un saluto alle mie immaginazioni,
di cari amici folletti e fatine del Bosco lanciando con voce un semplice:
“ Ciao amici del Bosco.”
Autore: Andrea Setti “ Pesa “ 02/09/2009
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Alba, si scorge i primi raggi di luce in attesa dello spuntar del sole.
I nitriti dei miei fedeli amici cavalli inviano un saluto,
apro la porta del box un mio saluto rivolgo chiamandoli:
“ Ciao Michel, ciao Rosetta.”
Essi scuotano la testa e le chiome delle criniere mi sfiorano la mano
Per ricevere una mia carezza, le folte chiome rimangono bloccate tra le mie dita.
Aprendo la porta essi scalpitano via nel morbido prato del recinto,
io fermo ancor osservando il loro sgranchire del riposo notturno.
In lontananza udivo lo scalpitare degli zoccoli di altri cavalli giungere verso la nostra direzione, gli amici stanno arrivando per la nostra quotidiana passeggiata campestre a cavallo. Michel uno dei miei cavalli già sul recinto vedendomi avvicinarmi, correva incontro sapendo già le mie intenzioni. Con la cavezza tra la mia mano ci avviammo
Per la dovuta stigliata, togliendo le polveri e crini superflui.
Prima della sellatura, mentre tutto ciò, Luna la mia dolce femmina pastore Belga, con delicatezza avvicinando il suo lungo musetto, annusandosi si strofinavano il loro volto a vicenda, come se telepaticamente si comunicassero già la strada da percorrere.
Trascorsi i minuti tutto fatto e va là in sella, luna da mascotte in prima fila per farsi la nostra guida, io in sella a Michel con mano destra alzata rivolta hai miei amici a cavallo, indicando il segnale dell’avvio.
Incamminandosi nella strada del bosco verso la meta la montagna.
Così con gioia e allegria la compagnia si avvia nelle meraviglie vedute,
immersi nel sapore e fresca natura.
Grazie hai nostri fedeli cavalli che ci accompagnano all’ esplorazioni naturali,
con parole tra noi uomini rimembriamo già ricordi vissuti lontani.
Cosa dire in questo momento mi sento come un cavallo in corsa cercando la libertà,
sentire il soffio del vento che accarezza il volto, percorrendo immense praterie
dove il contatto della natura ti accoglie,
osservare quello che ci circonda per ricordarsi questi momento di tranquillità,
gettare lo sguardo dove può raggiungere la meta, lì fermare la mente.
E poi via di nuovo,in cerca del proprio destino, quello che non sappiamo mai cosa ci prospetta.
Felice ugualmente del nostro percorso
” il percorso della vita “
I miei occhi sono come quelli di un cavallo che ha
attraversato per monti e praterie impetuose,
ma ho visto tutto ciò per cambiare.
Autore:Andrea Setti** PeSA** 30/08/2009 ©
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Il vento mi accarezza, soffia dolce il mio pensiero vola con lui.
Seduto sotto i rami del mio Abete nel giardino
che da bimbo vidi piantare per i colori Natalizi.
Indietro nel tempo ho volato con lui come fosse ieri,
i suoi rami mi accarezzavano come se mi volesse consolare.
Il mio pensiero osservando intuivo che mi parlava di se dicendomi:
”Ricordo tutti voi in questi lunghi anni,
tante famiglie ho visto e i propri figli crescere adesso tu sei qui
tornato affianco mi stai, tu sei perso abbandonato di una vita non tua,
ma nulla si può cambiare nel corso della vita, tu cosa ne pensi?” Il mio pensiero
rispose: ”Hai ragione tu che per tanti anni ti sei ambientato qui
non per merito tuo ma dell’uomo, esso cambia tutto, rivoluziona ogni sistema fino abbandonare tutto ciò che non ha più interesse. Guardo te, da piccolo
Abete ti hanno estirpato dal tuo habitat naturale, per anni
ti hanno vestito di colori per un mese e poi crescendo non hanno più pensato a te .
Adesso sei grande la tua cima così alta può scorgere ciò che non vedo io. Costretto ha respirare, circondato da mura di cemento eppure sei cresciuto!”
Esso con i suoi rami dolcemente sventolando delicatamente ripetutamente mi rispondeva: ”Certo sono cresciuto ma tanti altri sono cascati malati e abbattuti, io un giorno avrò la mia sorte, ma quanto sarebbe stato bello che tutto ciò fosse accaduto dove io ero nato, in mezzo al mio bosco nativo dove madre natura seminò la mia nascita, invece mi trovo qui, per i miei giorni che verranno,
finche non giunge il mio momento.”
Io perplesso risposi “ Ma tu parli anche della mia vita” nei suoi lievi soffici movimenti mi faceva capire che:
“ Certo siamo tutti seme della madre natura con delle vite parallele.”
Autore:Setti Andrea alias (PeSa) 14/07/2005
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