Un amore così profondo ha preso possesso dell’anima mia.
Così immenso da non voler quasi lasciare posto ad altri sentimenti.
Questo mio cuore prigioniero senza scampo della tua bellezza.
Questo cuore al quale sai regalare momenti di immensa gioia e di profonda tristezza.
Smarrirsi nel tuo profumo così inebriante da confondere i sensi, nei molteplici colori che ti adornano.
Perdersi in ricordi di orizzonti di fuoco, notti stellate, giorni assolati dove cielo e mare si confondono divetando un tutt’uno.
E quando, terminato il viaggio, stanco chiuderò gli occhi nel dolce sonno, stringimi forte al tuo petto e canta per me una nenia d’amore, un ultimo dono, Sicilia mia.
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IN DUE
…ogni volta, sorvegliamo la libertà mentale
e la rivediamo al sicuro tra le pareti di una strada,
indebolita da varie confessioni…
Succede
Che per la strada
Sbandiamo un po’
Con l’obliqua libertà
Una libertà
Che vuole prendersi
La parte di noi sbarazzina
La furia di noi e il ragazzino innocente.
E sono solo sul suolo
Come un uomo imbavagliato
Che lascia dei suoi occhi
Il contorno dell’età.
La libertà a volte
È così pesante
Che resistiamo in quella incoscienza
Amica libertà
E libertà di essere nemici.
Tutti riempiamo bagagli di noi
E impiliamo una sull’altra esperienze.
Testardaggini
Come la prima volta
Che gravitiamo liberi
Perché di tempo ce n’è
Per fermarsi al perdono
Asceso.
E poi
La gente fuggiasca e via
Così all’improvviso
Andata di segnaposto
A ricominciare i vent’anni
E poi
Succede
Che abbiamo saputo mendicare di noi
Uno schianto al cuore
Nel bivio più imbrigliato.
E sono solo un uomo
Rapito dalla libertà
E dall’interrogatorio…
Come se fossimo in due.
di Maurizio Spagna
Da “Il cuore degli Angeli”
L’ideatore creativo,
paroliere, scrittore e poeta al leggìo-
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In tanti momenti di cupa solitudine ci siamo ritrovati come due naufraghi alla deriva, come due esseri privi di forza e con un maledetto bisogno di essere capiti, di essere compresi per non soccombere nel vuoto che ci avvolgeva, tra quel nulla che ci circondava.
Due naufraghi partoriti in spiagge così lontane, tra scenari di paesaggi così diversi, dove si sono nutriti di sole parole per tanto tempo. Per troppo tempo questo unico ed esile filo ci ha uniti, ci ha stretti in una morsa dalla quale non abbiamo saputo trovare la forza di svincolarci. Era così bello essere in balia di queste parole, ora forti, ora lente , che sapevano entrare con grazia e con dolcezza in noi, trasportandoci in universi immaginari, dove il tutto era niente, il troppo diventava poco, ma carichi di essenza vitale che allontanava la sensazione di solitudine che ci assaliva. Furono solo semplici parole, ma di una risonanza tale da essere capace di fare germogliare vigoroso quel fiore di speranza e d’entusiasmo che, tante volte, ci ha visto perdenti di fronte ai grandi spettri della solitudine.
La lontananza, però, incominciava a mietere le sue vittime.
Le sole parole incominciarono ad essere strette in quell’orizzonte della mente che, piano piano, compariva davanti ai nostri occhi.
La necessità, il bisogno di qualche contatto fisico, qualche lieve e soffice sensazione, tramite un piccolo sfioramento di una semplice e morbida carezza, che, oltre a riempire il cuore, sapesse trasmettere calore, protezione, amore, incominciava a prendere forma.
Il bisogno morboso di sentirsi vicini, di guardarsi negli occhi, d’avvertire il respiro addosso per sentirsi vivi, reali, di sapere di esserci, di esistere nel cuore, nell’anima, come esseri che si vogliono appartenere, che si vogliono amare, si faceva prepotentemente avanti…
trasferendo il nostro pensiero, con una nota d’invidia e di gelosia, tra quella gente che tutti i giorni si accarezza, tutti i giorni si guarda negli occhi, a cui si dice senza timore: “Ti Amo”.
Più questo pensiero viaggiava tra queste persone e più aumentava il desiderio di essere come loro, di percepire, di sentire e di poter dire “Ti Amo”, di sentire sfiorare con quella mano delicata la nostra pelle, sentire dentro di noi quei brividi, quelle bellissime sensazioni, che portavano lontano dalle delusioni del momento.
Sono quelle le goccioline d’acqua che, in quei precisi momenti, dissetano e appagano dei tanti stenti, del tanto dolore di quel fuoco della solitudine che ci ha divorato per tanto tempo.
Allora incominciamo a sentirci in estasi, tra quei suoni melodioso che si propagavano nell’aria che ci circondava. Sentendo, il respiro, il battito del cuore, il tumulto dell’anima dentro di noi .
Era troppo intenso il desiderio di voler chiudere gli occhi, per un solo istante, e pensare, attimo per attimo, momento per momento, a quei movimenti di mani ,quando sfiorono delicatamente la pelle, quando affondano le sue calde dita nel morbido corpo, percependo i battiti di un cuore innamorato, che felice continuava a volare, come vola quel piccolo uccello in quell’immenso cielo, facendo capire quanto è contento per ciò che sta vivendo.
Sai, finalmente, di essere il vero oggetto dei suoi desideri. Sali al centro dell’universo, dove tutto ruota intorno alle tue mani come un bimbo quando gioca con suoi balocchi, in quel mondo tutto suo, tra quell’aria carica di semplicità e di purezza come i suoi occhi sanno sprigionare.
In quel gioco senza fine ci si ritrova sempre più vicini a quell’abbraccio, a quell’unico destino,
incominciando a scrivere, giorno dopo giorno, la nuova pagina di storia vita, la verità di un sogno virtuale divenuto realtà ……………………………………………………
autore:Domè
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E’ amaro il sapore della sconfitta.
Percorso di vita nella vana ricerca di un sentimento sempre negato. Forse l’errore è insito nella mia natura,ciò che non mi ha permesso di ricevere, che mi ha fatto somigliare ad un mendicante che chiede l’obolo per poter sopravvivere.
Cercare un appiglio a cui aggrapparsi per non essere travolto dal tumultuoso fiume che è la vita.
Sono diversi gli affetti che ci accompagnano; ci sono i figli, ma si sente il bisogno di una persona cara con la quale condividere tutto, gioire insieme, sostenersi nei momenti di dolore.
Spesso mi chiedo quale sia l’errore: non c’è risposta.
Credo di avere dato sempre tutto di me , quasi annientandomi, forse esponendomi troppo.
Meglio un cuore arido, non ha problemi, se poi crea dolore è solo un mero effetto collaterale.
Essere cinici per salvarsi?
Oppure un atto di coraggio o di vigliaccheria, punti di vista.
Non può essere questa la soluzione.
Mi hai fatto capire che non può essere così.
C’è sempre una persona cara pronta a venire in soccorso nei momenti difficili, che sa trasmettere tanta positività, tanto affetto.
Sei tu la mia ” CURA? “.
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