Poesie di Eldy

mimosa

voglio regalare un rametto di mimosa a tutte le  donne
non importa se l’albero rimarrà spoglio.
lui sa che lo faccio per loro
mi ridarà i suoi fiori gialli alla prossima primavera.
farà piu grappoli gialli per fare felici piu donne.
finche tutte davvero siano felici , sempre.
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Questa poesia è stata scritta da admin, il 8 marzo 2010 at 10:10, nella categoria: alfred. Lascia un tuo commento qui



l’incontro

Un cappuccino e una brioche, grazie.
Il fischio assordante del vapore che scalda il latte mi lacera le orecchie.
La mano pelosa del vecchio barista posa sul banco in un piattino col bordo blu la mia brioche avvolta in un tovagliolino di carta.
Fuori piove. Mi guardo le scarpe inzuppate. In terra bustine di zucchero strappate, tovaglioli macchiati di rossetto e segatura, tanta segatura che si incolla e si insinua nelle scalfiture delle suole bagnate e che certamente mi trascinerò fin dentro casa.
Ecco il suo cappuccino signore!
Posso sedermi ad un tavolino?
Certo si accomodi !
Il tavolino è vicino alla grande vetrina che da sulla ferrovia. Sono tutti uguali i bar delle stazioni.
Il grande orologio segna le sedici e cinquanta e lei non è ancora arrivata.
Arriverò col treno delle undici, mi ha detto, pranziamo insieme e avremo modo di conoscerci, poi riprenderò il treno alle diciotto cosi mio marito non si accorgerà di niente.
Ho visto arrivare almeno cinque treni da Milano, sono scese centinaia di persone da quei treni , nessuna cha avesse i calzoni bianchi, la giacca di pelle nera e la borsa a tracolla.
Piove ancora. Comincia a fare buio e hanno accese le luci. Le gocce di pioggia scendono a zig zag giù dal vetro unendosi a rivoli sempre più grandi, sempre più grandi come un trorrente in piena e scintillano come un albero natalizio al buio.
Ero felice. Finalmente dopo un anno di chat ci saremmo conosciuti davvero, di persona, ci saremmo finamente guardati negli occhi, avremmo sentito i nostri odori, ci saremmo stretti la mano e avremmo sentito il calore del nostro corpo e non più il freddo di un monitor. Forse ci saremmo anche abbracciati, chissà!
Mi sento terribilmente solo e un senso di frustrazione mi pervade. Non che non avessi preso in considerazione il fatto che poteva anche non presentarsi all’appuntamento, lo avevo preventivamente messo in conto, ma ora che in effetti constatavo che forse davvero non sarebbe arrivata, beh la cosa mi dava fastidio, mi sentivo preso in giro.
Avrà avuto un contrattempo mi sforzavo di pensare per non pensare che mi avesse tirato il bidone.
E se si fosse sentita male sul treno? Se avesse avuto un malore per l’emozione di conoscermi? Magari adesso è in un ospedale lontana da casa. Sola. Se fosse una cosa grave la dovranno ricoverare e il marito scoprirebbe tutto. come giustificherebbe il fatto di essere su un treno? Dove andava? Cosa potrebbe raccontare? Che doveva incontrare me? Che doveva incontrare uno sconosciuto in un bar di una stazione ferroviaria? Se lo crederebbe che siamo amici? Se lo crederebbe che quei baci dati attraverso ad un monitor erano baci scherzosi?
E se comperassi un gratta e vinci?
Non ho mai vinto niente ma qualcuno che vince c’è sempre e perchè non potrei essere io?
Mi alzo stiracchiandomi come se avessi dormito tutta una notte su una panchina della stazione.
Mi da un gratta e vinci?
E se vincessi? Lo direi a tutti o non dovrei dirlo  a nessuno? E se perdessi il tagliando? Dovrei portarlo in banca , si in banca sarebbe al sicuro. Il direttore  mi conosce, di lui mi fido. Però domani è sabato e la banca è chiusa!
… Se domani è sabato , oggi è venerdi!!!
Arriverò col treno delle undici giovedi prossimo mi aveva detto. treno

Questa poesia è stata scritta da admin, il 5 marzo 2010 at 18:40, nella categoria: alfred. Lascia un tuo commento qui



amore cieco

Perchè tu bella in viso,
occhi di gatto e bocca di ciliegia,
irta e spinosa appari  come di quercia legno.
Baciarti è si soave.
Accarezzar il capo tuo 
è dolce e conturbante.
Il favellar con te conduce
nei cieli d’altri mondi.
Le vesti tue nascondon
quel che vorria vedere,
lasciando solo ai sogni
desio e ammirazione.
Cingerti a me vorrei
con forza, con passione,
nel talamo di Venere
come d’amore Dea.
L’ardore mio si frena
al tremulo bagliore
del lume antico e stanco
che rosso si riluce,
formando tristi ombre.
Sotto le coltri bianche,
dove si cela il sogno
porgo la man tremante
cercando il corpo tuo.
Sento il calor che emana,
la seta che lo copre.
Il ventre tuo respira
con ritmo ch’è d’affanno.
Ratto in su la preda
ambita dal desio,
come di sasso restan
chiuse le dita mie.
Serran con forza quello
che amor avean creduto.
Nel talamo di Venere
non prese posto Dea
Calogero di Pesaro
s’ascose tra le coltri
e che con voce stridula
urlava il suo amor.
L’amor che ciechi rende,
e cieli fa sognare,
l’amaro in bocca lascia
se tu non sai guardare.   

 
 amore-e-cieco

Questa poesia è stata scritta da admin, il 16 febbraio 2010 at 11:18, nella categoria: alfred. Lascia un tuo commento qui



se tu

se tu sei capace di accettarmi cosi come sono,
allora abbracciami,
ho bisogno di te come ho bisogno di respirare
nutriamoci del nostro amore,
se mi vuoi bene non ti sarà difficile comprendere
come mi sento stando con te,
prendi le mie mani, fra esse sarai al sicuro
nessuno ti farà male.
La notte ci si ama
la notte ci si desidera
la notte è nostra
ho paura quando sono solo
tremo se suona il telefono
un angelo travestito da desiderio
è tutta la notte nel letto con noi,
abbracciami
il sole tramonta
nessuno ti farà del male se sarai con me.
infine dormiremo arsi d’amore
senza di te non potrei mai stare
ti chiedo perdono per il mio amore brutale
accarezzami, la notte è degli amanti,
toccami perchè ancora non ti credo,
abbracciami se sai accettarmi come sono.

liberamente tratta da
because the night
patty smith

se tu

Questa poesia è stata scritta da admin, il 15 febbraio 2010 at 17:27, nella categoria: alfred. Lascia un tuo commento qui



maschere

                         carnevale

sorridenti,
serie,
paurose,
gioiose,
maschere,
nascondono volti,
nascondono pensieri,
dietro a loro la verita,
dietro loro quello che non sai.
la mia non è un maschera,
quello che vedi  sono io,
i miei occhi si vedono,
il mio viso si vede ,
tu hai messo la maschera,
tu ti celi dietro un sorriso ,
non so chi sei,
non ti conosco ,
sei soltanto una maschera
che dura un carnevale .carnevale-8

Questa poesia è stata scritta da admin, il 14 febbraio 2010 at 19:05, nella categoria: alfred. Lascia un tuo commento qui



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