Ho un nipote che è affetto da una forma di autismo, e per tutti è”ALBERTO LO SCEMO” . Ogni volta che ascolto questo brano, la tristezza mi pervade tutta..e non è solo perchè penso a mio nipote ! Penso a tutti quelli? che come lui, vivono emarginati e derisi….e come dice il grande Faber “GLI ALTRI SOGNAN SE STESSI E TU SOGNI DI LORO”
alabama914 2 sett. fa 3
<><><><><><><><><>
questo commento l’ho letto una sera tardi, poco prima di andare a dormire.
In letto pensavo a quel ragazzo: quanta disperazione ci può essere nella sua mente.
Ho chiesto ad una insegnante: se nella tua classe avessi in bimbo che rimane indietro che fai?
Lo lascio indietro è stata la sua risposta.
<><><><><><><><><>
Tu prova ad avere un mondo nel cuore
e non riesci ad esprimerlo con le parole,
e la luce del giorno si divide la piazza
tra un villaggio che ride e te, lo scemo, che passa,
e neppure la notte ti lascia da solo:
gli altri sognan se stessi e tu sogni di loro
E sì, anche tu andresti a cercare
le parole sicure per farti ascoltare:
per stupire mezz’ora basta un libro di storia,
io cercai di imparare la Treccani a memoria,
e dopo maiale, Majakowsky, malfatto,
continuarono gli altri fino a leggermi matto.
E senza sapere a chi dovessi la vita
in un manicomio io l’ho restituita:
qui sulla collina dormo malvolentieri
eppure c’è luce ormai nei miei pensieri,
qui nella penombra ora invento parole
ma rimpiango una luce, la luce del sole.
Le mie ossa regalano ancora alla vita:
le regalano ancora erba fiorita.
Ma la vita è rimasta nelle voci in sordina
di chi ha perso lo scemo e lo piange in collina;
di chi ancora bisbiglia con la stessa ironia
“Una morte pietosa lo strappò alla pazzia”.
Un matto. di fabrizio de andrè
Questa poesia è stata scritta da alfred. Lascia un tuo commento qui
Cosa ci posso fare se non ho le braccia del marinaio.
Che ci posso fare se in fondo alle braccia non ho le mani del muratore.
E ho un pugno duro che sembra un nido,
e il torace che è largo un dito, giusto per nascondermi vestito dietro un filo.
E vado in giro a cercare i soldi a chi se li tiene, ai debitori, e glieli domando timidamente, ma in mezzo alla gente.
E a quelli che non sentono ragioni, quelli con i quali sembra di starnutire contro il tuono, mando a dire che il vivere è caro, ma con i soldi degli altri è facile.
Io sono una “pittima rispettata” e non andate in giro a raccontare……
Che quando la vittima è un poveraccio……..gli do’ del mio!
<><><><><><>
La pittima era di solito un povero derelitto a cui il comune dava l’incarico di chiedere insistentemente i soldi ai debitori e lo poteva fare in pubblico.
Liberamente tradotto dalla canzone in dialetto genovese di Fabrizio de Andrè “a’ pittima”
http://www.youtube.com/watch?v=3DgzBewgVf8
Questa poesia è stata scritta da alfred. Lascia un tuo commento qui
un vetrino verde consumato dalle onde
lucente come smeraldo
spande luccicchii nella spuma bianca della sera .
ritornano improvvise risa di bimbi,
piedini arricciati sui sassi appiattiti
dal tempo del mare.
un bagliore azzurro raro come i suoi occhi.
mi chino a raccoglierlo:
ancora l’onda ti porta via da me.
Questa poesia è stata scritta da alfred. Lascia un tuo commento qui
giorni di pioggia,
la gente è triste,
gli ombrelli sono come bolle di sapone iridescenti,
nelle citta i marciapiedi non sono fatti per la pioggia,
stretti,
incrociandosi gli uomini li alzano sopra gli altri ,
una bimba si pavoneggia sotto un funghetto colorato,
i suoi piedini sono attratti dalle pozzanghere.
ti rincorrevo con i ricci bagnati,
le prime gocce dei temporali d’estate
al riparo nel portone asciugavo le tue braccia,
i tuoi capelli ,
impazienti ma felici di stare vicini
da soli.
una goccia si ferma sul tuo labbro,
il dito di un bimbo la raccoglie.
guardo il cielo grigio:
una goccia mi si ferma sul labbro.
non è pioggia .
Questa poesia è stata scritta da alfred. Lascia un tuo commento qui
Guardo il cielo,
è grigio,
cerco una rondine,
Non ce ne sono,
è presto.
Chissa dove saranno adesso le rondini.
Chissà come è felice la mia rondine.
Certo ora vola nel sole,
lei è felice,
Sa che deve tornare da me,
sa che l’aspetto.
Torna sempre al mio balcone a primavera.
Sa che mi farà sognar di volare,
mi farà sognare di volare nelle braccia
di colei che come le rondini è volata via al primo soffio di freddo.
Ma tornerà.
Tornerà al suo nido,
Le chiederà di tornare da me.
La rondine sa che Le voglio bene.
Questa poesia è stata scritta da alfred. Lascia un tuo commento qui