Poesie di Eldy

non importa

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non importa se dalla tua bocca non escono parole ,
non importa il silenzio.
non importa se stiamo a guardarci negli occhi,
sento la tua stretta di mano,
la tua carezza,
mi basta guardare dentro i  tuoi  occhi
per vedere quanto  è profondo il  mare
del  tuo amore per me
Autore: alfred

Questa poesia è stata scritta da admin, il 6 settembre 2009 at 18:03, nella categoria: alfred. Lascia un tuo commento qui



ho visto un uomo felice

barboni21 ho visto un uomo felice,
la barba lunga,
si  accontenta di  quello che la gente gli da,
chi ha lasciato?
ascolta la musica rapito,
segue il vuoto con lo sguardo,
accarezza il suo cane con la dolcezza
di  chi vorrebbe accarezzare chi non c’è
un amore lasciato?
speranze svanite?
il tintinnio di una moneta lo fa sorridere ,
ringrazia ma non è presente ,
la sua mente è lontana,
pensieri  che non lo abbandonano,
infanzia perduta chissa dove,
affetti lasciati alle spalle ancora forti ,
giovinezza che vola via,
rincorre quello che non sa,
cerca cio’ che non c’è
un cane per compagno,
un cuore vuoto,
ho visto un uomo felice.

Autore: alfred

Questa poesia è stata scritta da admin, il 31 agosto 2009 at 10:39, nella categoria: alfred. Lascia un tuo commento qui



L’ultimo carro

L’ultimo carro
arrancava scalpitando poverino
per le vie del  centro,
trainando  il suo enorme carro.
gli  zoccoli  di  ferro  scivolavano  sull’asfalto che non era fatto  per loro.
era il  suo ultimo  viaggio  quello.
decisero  che non avrebbro piu avuto  bisogno  di  lui. era diventato un  intralcio,
un intralcio  alla modernità, alla velocità,
per anni aveva fatto quella strada sul  mare,
con  il suo  carico  di  merci  da spedire in  tutto  il  mondo,
sapeva lui  dove andare, quando  fermarsi, sotto  che nave andare a scaricare,
il suo  padrone, seduto  a cassetta , sonnecchiava,
ogni  tanto  uno  schiocco  di  frusta per ricordargli
che lui era un cavallo e che doveva tirare il carro.
quel  giorno, l’ultimo.
forse stanco delle fatiche fatte ,
forse avvilito  per la fine del  suo  lavoro,
orgoglioso di  essere rimaso  l’unico:
tutti  gli  altri  cavalli  erano stati sostituiti,
con  fiammanti  camion nuovi .
quel  giorno,
non riusciva a tirare il carro.
sembrava fosse piantato  nell’asfalto,
gli  zoccoli  gli scivolavano, lui, il cavallo  sbandava,
la bocca gli sanguinava per il morso  che  gli  lacerava la carne,
il suo padrone non lo  aveva mai  frustato,
incominciò  a colpirlo con  rabbia urlando  il suo  disappunto,
gli  zoccoli  di  ferro segnando  l’asfalto come unghie disperate,
che si  aggrappano alla disperazione
anche il  ferro  delle ruote lasciava i  segni su  una strada che non era piu per loro.
Un ragazzo , poco  piu  che vent’enne, si affianca al  carro  con  il suo  camioncino  verde ,
guarda il carrettiere che  continua ad inveire sul  povero  vecchio animale,
e senza profferir parola si  ferma, prende una grossa corda dalla cabina,
l’attacca al  carro, poi al cassone del  camion e sale.
mette in  movimento  il camion  che incomincia a  trainare il pesante carro ,
il cavallo ha capito, si  muove con  passo  sciolto seguendo  il  movimento  del  camion.
la gente osserva incuriosita e ammirata.
quel giovane lo  ha accompagnato fino  alla discesa che porta al  porto.
quel  giovane è  convinto  di aver sentito  quel  giorno  una voce che diceva : grazie amico

cavallo
Autore: alfred

Questa poesia è stata scritta da admin, il 28 agosto 2009 at 15:09, nella categoria: alfred. Lascia un tuo commento qui



A papà

Com’ero alto sulle spalle sue
il mondo da lassù era tutto mio
i suoi capelli e la fronte sua,
la sicurezza della vita mia.
Cavallo mio non galoppi più,
e non c’è più la grande prateria,
con l’orrizzonte che toccava il cielo:
ora dall’alto mi sorridi tu
Autore: alfredspalle-padre

Questa poesia è stata scritta da admin, il 26 agosto 2009 at 14:26, nella categoria: alfred. Lascia un tuo commento qui



S.Lorenzo

Ho provato la gioia,
son tornato bambino,
eccola laggiù,
che bella,
un’altra di la.
Urlavano nel silenzio della notte i bimbi,
estasiati  dallo spettacolo delle stelle cadenti.
Domande a cui  è impossibile rispondere,
nasini all’insù e occhi  sbarrati  alla ricerca della magia,
un’altra,
io ne ho viste tre, io quattro, io sei.
Magia della notte di  San Lorenzo,
magia dell’ingenuità,
magia dell’innocenza,
occhi che si chudono dal sonno ma resistono,
bocche spalancate per lo stupore,
notte di  san lorenzo,
meraviglia in cielo e attorno  a me.

stelle-cadenti
Autore: alfred

Questa poesia è stata scritta da admin, il 14 agosto 2009 at 17:51, nella categoria: alfred. Lascia un tuo commento qui



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