non importa se dalla tua bocca non escono parole ,
non importa il silenzio.
non importa se stiamo a guardarci negli occhi,
sento la tua stretta di mano,
la tua carezza,
mi basta guardare dentro i tuoi occhi
per vedere quanto è profondo il mare
del tuo amore per me
Autore: alfred
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ho visto un uomo felice,
la barba lunga,
si accontenta di quello che la gente gli da,
chi ha lasciato?
ascolta la musica rapito,
segue il vuoto con lo sguardo,
accarezza il suo cane con la dolcezza
di chi vorrebbe accarezzare chi non c’è
un amore lasciato?
speranze svanite?
il tintinnio di una moneta lo fa sorridere ,
ringrazia ma non è presente ,
la sua mente è lontana,
pensieri che non lo abbandonano,
infanzia perduta chissa dove,
affetti lasciati alle spalle ancora forti ,
giovinezza che vola via,
rincorre quello che non sa,
cerca cio’ che non c’è
un cane per compagno,
un cuore vuoto,
ho visto un uomo felice.
Autore: alfred
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L’ultimo carro
arrancava scalpitando poverino
per le vie del centro,
trainando il suo enorme carro.
gli zoccoli di ferro scivolavano sull’asfalto che non era fatto per loro.
era il suo ultimo viaggio quello.
decisero che non avrebbro piu avuto bisogno di lui. era diventato un intralcio,
un intralcio alla modernità, alla velocità,
per anni aveva fatto quella strada sul mare,
con il suo carico di merci da spedire in tutto il mondo,
sapeva lui dove andare, quando fermarsi, sotto che nave andare a scaricare,
il suo padrone, seduto a cassetta , sonnecchiava,
ogni tanto uno schiocco di frusta per ricordargli
che lui era un cavallo e che doveva tirare il carro.
quel giorno, l’ultimo.
forse stanco delle fatiche fatte ,
forse avvilito per la fine del suo lavoro,
orgoglioso di essere rimaso l’unico:
tutti gli altri cavalli erano stati sostituiti,
con fiammanti camion nuovi .
quel giorno,
non riusciva a tirare il carro.
sembrava fosse piantato nell’asfalto,
gli zoccoli gli scivolavano, lui, il cavallo sbandava,
la bocca gli sanguinava per il morso che gli lacerava la carne,
il suo padrone non lo aveva mai frustato,
incominciò a colpirlo con rabbia urlando il suo disappunto,
gli zoccoli di ferro segnando l’asfalto come unghie disperate,
che si aggrappano alla disperazione
anche il ferro delle ruote lasciava i segni su una strada che non era piu per loro.
Un ragazzo , poco piu che vent’enne, si affianca al carro con il suo camioncino verde ,
guarda il carrettiere che continua ad inveire sul povero vecchio animale,
e senza profferir parola si ferma, prende una grossa corda dalla cabina,
l’attacca al carro, poi al cassone del camion e sale.
mette in movimento il camion che incomincia a trainare il pesante carro ,
il cavallo ha capito, si muove con passo sciolto seguendo il movimento del camion.
la gente osserva incuriosita e ammirata.
quel giovane lo ha accompagnato fino alla discesa che porta al porto.
quel giovane è convinto di aver sentito quel giorno una voce che diceva : grazie amico
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Com’ero alto sulle spalle sue
il mondo da lassù era tutto mio
i suoi capelli e la fronte sua,
la sicurezza della vita mia.
Cavallo mio non galoppi più,
e non c’è più la grande prateria,
con l’orrizzonte che toccava il cielo:
ora dall’alto mi sorridi tu
Autore: alfred
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Ho provato la gioia,
son tornato bambino,
eccola laggiù,
che bella,
un’altra di la.
Urlavano nel silenzio della notte i bimbi,
estasiati dallo spettacolo delle stelle cadenti.
Domande a cui è impossibile rispondere,
nasini all’insù e occhi sbarrati alla ricerca della magia,
un’altra,
io ne ho viste tre, io quattro, io sei.
Magia della notte di San Lorenzo,
magia dell’ingenuità,
magia dell’innocenza,
occhi che si chudono dal sonno ma resistono,
bocche spalancate per lo stupore,
notte di san lorenzo,
meraviglia in cielo e attorno a me.
Autore: alfred
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