Poesie di Eldy

l’altoforno

Lo si vede da lontano il bagliore rosso,
sembra un tramonto.
sembra,
ma il panorama è diverso, molto diverso,
ciminiere altissime che sbuffano fumi neri, bianchi, azurrini.
polvere che vola e ti entra negli occhi nel naso, sulle auto,
sui panni stesi,
ti entra nei polmoni.
Operai con i volti bruciati vivono il loro quotidiano inferno,
La bocca del grande forno si spalanca per ricevere quello che rimane
della ricchezza di colui che l’accudisce.
In quell’ inferno finiscono sogni, gioie, dolori, orgogli e sconfitte
totem della civiltà che hanno finito  il loro compito di apparire.
Poche ore e tutto sarà un’amalgama incandescente pronta per altri totem.
iI minestrone dantesco ribolle impaziente di rigenerarsi come araba fenice:
fatica, lavoro, stanchezza, sogni, speranze tutto nel ventre rosso del forno affamato.
Una sirena avvisa del prossimo vomito del mostro.
L’omino della gru aggancia la grande siviera e lentamente la posiziona sotto la bocca
fiammeggiante pronta a sputare tutto il suo contenuto incandescente.
E’ un’esplosione di lapilli, uno spettacolo di  fuoco e bagliori che si  vedono da lontano.
Lentamente la siviera si riempe ed è il momento di avvinarsi al fuoco, quello vero,
quello che brucia gli abiti  da lontano col suo calore, è il momento  della verità.
Bisogna prendere un campione di quell’inferno. E’ necessario sapere se quell’inferno è buono.
Come un vulcano attivo ribolle e lancia i suoi lapilli in lontanza con esplosioni e mille scintille
e quando i lapilli toccano il suolo scoppiettano ancora in altri mille e mille altri piccoli soli al tramonto.
Ecco, la colata è finita, il mostro ha nuovamente fame. 

 

forno

Questa poesia è stata scritta da admin, il 14 gennaio 2010 at 12:12, nella categoria: alfred. Lascia un tuo commento qui



il tram

iI tram delle 5
è silenzioso,
sul tram delle 5 sono tutti seduti,
sul tram delle 5 nessuno saluta,
al tram delle 5 non serve far segno, ferma da solo,
sul tram delle 5 non ci sono SIGNORI,
il tram delle 5 sembra un dormitorio,
guardo  quei volti assonnati,
minuti di sonno rubati al tempo di un viaggio, 
baveri alzati fino a coprire la nuca illusi che siano ancore le coltri del letto,
corpi abbandonati su scivolosi sedili di plastica,
il sussulto di uno scambio sembra risvegliare il dormitorio,
per metà tragitto nessuno scende, dalla porta non entra il freddo.
Qualcuno buca con la mano l’alito che s’è posato sui vetri
e rende quella carrozza un luogo ovattato.
Si guarda  attorno: ha perso il senso del tempo assorto nei suoi pensieri.
Qualcuno è arrivato. Il conducente dovrà aprire la porta.
Una sferzata di gelo ti avvisa che sei prossimo alla meta.
Ti lasci scivolare ancora un pochino sullo scomodo sedile
per rubare ancora un minuto di vita tua.
Poi sai che in fabbrica non sarà piu tua .
Ti alzi intorpidito la prossima fermata sarai arrivato.
E’ buio, la notte è fatta per dormire ma tu devi portare il pane a casa.
Ecco ora  da questo momento  non sei piu tuo, non sei più un uomo.
Da questo momento devi produrre.
Da questo momento per dieci ore sei Suo.
Questa sera , quando sarà nuovamente buio, potrai tornare a casa,
FORSE.
  
tram

Questa poesia è stata scritta da admin, il 13 gennaio 2010 at 12:03, nella categoria: alfred. Lascia un tuo commento qui



se

Se starai con me  scoprirai
quello che non sai ancora,
scoprirai la cattiveria,
scoprirai la malvagità,
il disprezzo per le persone e per la vita.
Scoprirai cosa è la gioia di fare il male agli altri.
Capirai con me cosa è la vera sofferenza dell’anima.
l’umiliazione senza fine.
Imparerai a strisciare in silenzio,
cercherai un angolo nascosto dove piangere,
dovrai sorridere col groppo in gola,
conoscerai l’amore non corrisposto,
conoscerai l’indifferenza.
Capirai cosa è la solitudine in giorni  lunghissimi passati da sola.
Imparerai a fingere di amarmi .
se starai con me capirai come si distrugge un amore.
Condividerai il tuo amore con mille altre.
Se starai con me il tuo sarà l’inferno.
Io ti amo.
Ti amo troppo per permetterti di stare con me.
Vai via per sempre e salvati.
 

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Questa poesia è stata scritta da admin, il 11 gennaio 2010 at 10:22, nella categoria: alfred. Lascia un tuo commento qui



una pagina bianca

vorrei  avere una pagina bianca,
vorrei  prendere un  farfalla
chiederle la polvere magica
quella che la fa volare,
la metterei  sul  foglio,
allora scriverei  versi  bellissimi
magici,
e le parole potrebbero  volare nel cielo,
posarsi  sui  fiori  e profumarsi,
succhiare il  nettare come fanno  le api,
poi, quando fossero  dolcissime,
verrebbero a te.

x-poesia2

Questa poesia è stata scritta da admin, il 9 gennaio 2010 at 14:10, nella categoria: alfred. Lascia un tuo commento qui



tramonto

il tramonto

quando scende il  sole e il  cielo  cambia  di  colore
anche le nuvole si intristiscono,
quelle ancora baciate da esso sorridono rosee
si  incupiscono quelle dietro ,
diventa  pastello  l’orrizzonte,
sagome nere appaiono gli  alberi,
la pace pervade la campagna,
un dardo  fiammeggiate
serpeggia per l’infinito mare,
e la neve sulla cima si  imporpora,
ti  abbaglia ancora, ti  acceca,
poi nel  suo abbandono si lascia guardare,
scivola via silenzioso, discreto,
sempre piu  rosso,
oro incandescente che brilla lontano
al confine del  cielo.
l’ultimo  spicchio  lancia ancora un raggio,
l’ultimo bagliore , l’ultimo  guizzo,
ecco ora appartieni ad altri, non sei piu mio,
il cielo rosso piano si imbrunisce,
nella sua agonia emette ancora vita,
ancora un po di  luce, poi………….
le tenebre della notte lo spegneranno fino a domani.
tramonto

Questa poesia è stata scritta da admin, il 8 gennaio 2010 at 19:06, nella categoria: alfred. Lascia un tuo commento qui



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