Lo si vede da lontano il bagliore rosso,
sembra un tramonto.
sembra,
ma il panorama è diverso, molto diverso,
ciminiere altissime che sbuffano fumi neri, bianchi, azurrini.
polvere che vola e ti entra negli occhi nel naso, sulle auto,
sui panni stesi,
ti entra nei polmoni.
Operai con i volti bruciati vivono il loro quotidiano inferno,
La bocca del grande forno si spalanca per ricevere quello che rimane
della ricchezza di colui che l’accudisce.
In quell’ inferno finiscono sogni, gioie, dolori, orgogli e sconfitte
totem della civiltà che hanno finito il loro compito di apparire.
Poche ore e tutto sarà un’amalgama incandescente pronta per altri totem.
iI minestrone dantesco ribolle impaziente di rigenerarsi come araba fenice:
fatica, lavoro, stanchezza, sogni, speranze tutto nel ventre rosso del forno affamato.
Una sirena avvisa del prossimo vomito del mostro.
L’omino della gru aggancia la grande siviera e lentamente la posiziona sotto la bocca
fiammeggiante pronta a sputare tutto il suo contenuto incandescente.
E’ un’esplosione di lapilli, uno spettacolo di fuoco e bagliori che si vedono da lontano.
Lentamente la siviera si riempe ed è il momento di avvinarsi al fuoco, quello vero,
quello che brucia gli abiti da lontano col suo calore, è il momento della verità.
Bisogna prendere un campione di quell’inferno. E’ necessario sapere se quell’inferno è buono.
Come un vulcano attivo ribolle e lancia i suoi lapilli in lontanza con esplosioni e mille scintille
e quando i lapilli toccano il suolo scoppiettano ancora in altri mille e mille altri piccoli soli al tramonto.
Ecco, la colata è finita, il mostro ha nuovamente fame.
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iI tram delle 5
è silenzioso,
sul tram delle 5 sono tutti seduti,
sul tram delle 5 nessuno saluta,
al tram delle 5 non serve far segno, ferma da solo,
sul tram delle 5 non ci sono SIGNORI,
il tram delle 5 sembra un dormitorio,
guardo quei volti assonnati,
minuti di sonno rubati al tempo di un viaggio,
baveri alzati fino a coprire la nuca illusi che siano ancore le coltri del letto,
corpi abbandonati su scivolosi sedili di plastica,
il sussulto di uno scambio sembra risvegliare il dormitorio,
per metà tragitto nessuno scende, dalla porta non entra il freddo.
Qualcuno buca con la mano l’alito che s’è posato sui vetri
e rende quella carrozza un luogo ovattato.
Si guarda attorno: ha perso il senso del tempo assorto nei suoi pensieri.
Qualcuno è arrivato. Il conducente dovrà aprire la porta.
Una sferzata di gelo ti avvisa che sei prossimo alla meta.
Ti lasci scivolare ancora un pochino sullo scomodo sedile
per rubare ancora un minuto di vita tua.
Poi sai che in fabbrica non sarà piu tua .
Ti alzi intorpidito la prossima fermata sarai arrivato.
E’ buio, la notte è fatta per dormire ma tu devi portare il pane a casa.
Ecco ora da questo momento non sei piu tuo, non sei più un uomo.
Da questo momento devi produrre.
Da questo momento per dieci ore sei Suo.
Questa sera , quando sarà nuovamente buio, potrai tornare a casa,
FORSE.
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Se starai con me scoprirai
quello che non sai ancora,
scoprirai la cattiveria,
scoprirai la malvagità,
il disprezzo per le persone e per la vita.
Scoprirai cosa è la gioia di fare il male agli altri.
Capirai con me cosa è la vera sofferenza dell’anima.
l’umiliazione senza fine.
Imparerai a strisciare in silenzio,
cercherai un angolo nascosto dove piangere,
dovrai sorridere col groppo in gola,
conoscerai l’amore non corrisposto,
conoscerai l’indifferenza.
Capirai cosa è la solitudine in giorni lunghissimi passati da sola.
Imparerai a fingere di amarmi .
se starai con me capirai come si distrugge un amore.
Condividerai il tuo amore con mille altre.
Se starai con me il tuo sarà l’inferno.
Io ti amo.
Ti amo troppo per permetterti di stare con me.
Vai via per sempre e salvati.
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vorrei avere una pagina bianca,
vorrei prendere un farfalla
chiederle la polvere magica
quella che la fa volare,
la metterei sul foglio,
allora scriverei versi bellissimi
magici,
e le parole potrebbero volare nel cielo,
posarsi sui fiori e profumarsi,
succhiare il nettare come fanno le api,
poi, quando fossero dolcissime,
verrebbero a te.
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il tramonto
quando scende il sole e il cielo cambia di colore
anche le nuvole si intristiscono,
quelle ancora baciate da esso sorridono rosee
si incupiscono quelle dietro ,
diventa pastello l’orrizzonte,
sagome nere appaiono gli alberi,
la pace pervade la campagna,
un dardo fiammeggiate
serpeggia per l’infinito mare,
e la neve sulla cima si imporpora,
ti abbaglia ancora, ti acceca,
poi nel suo abbandono si lascia guardare,
scivola via silenzioso, discreto,
sempre piu rosso,
oro incandescente che brilla lontano
al confine del cielo.
l’ultimo spicchio lancia ancora un raggio,
l’ultimo bagliore , l’ultimo guizzo,
ecco ora appartieni ad altri, non sei piu mio,
il cielo rosso piano si imbrunisce,
nella sua agonia emette ancora vita,
ancora un po di luce, poi………….
le tenebre della notte lo spegneranno fino a domani.
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